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Vertical Jigging e Inchiku: guida completa tecnica, attrezzatura e prede

Pesca a Vertical Jigging e Inchiku: guida completa

La pesca a Vertical Jigging e a Inchiku rappresenta oggi una delle frontiere più avanzate della pesca sportiva in mare. Queste tecniche, nate e perfezionate in Giappone, si sono affermate rapidamente anche nel Mediterraneo grazie alla loro capacità di stimolare l’aggressività dei grandi predatori e alla spettacolarità delle catture.

Il loro punto di forza è l’approccio innovativo: invece di insidiare i pesci con esche vive o naturali, si utilizzano particolari artificiali metallici, manovrati con movimenti verticali e studiati per imitare alla perfezione i comportamenti di un pesce in fuga o di un cefalopode in difficoltà. L’effetto è estremamente realistico e irresistibile per dentici, ricciole, cernie, palamite e molti altri predatori marini.

In questa guida completa troverai tutte le informazioni necessarie per avvicinarti a queste tecniche con consapevolezza e successo. Vedremo nel dettaglio:

  • cosa sono il Vertical Jigging e l’Inchiku e come funzionano,
  • le varianti principali e le differenze tra le due tecniche,
  • quale attrezzatura scegliere in base a profondità, correnti e specie target,
  • le montature e gli artificiali più efficaci,
  • i pesci che si possono insidiare,
  • vantaggi e limiti di queste tecniche,
  • consigli pratici su meteo, condizioni del mare e strategie vincenti.

Che tu sia un pescatore esperto alla ricerca di nuove sfide o un appassionato che desidera avvicinarsi a questo mondo, troverai in questa guida una risorsa completa per praticare Vertical Jigging e Inchiku con la massima efficacia.

Vertical Jigging e Inchiku: guida completa tecnica, attrezzatura e prede
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Che cos’è il Vertical Jigging

Il Vertical Jigging è una tecnica di pesca moderna e altamente specializzata che si pratica quasi esclusivamente dalla barca. La sua peculiarità è l’utilizzo di un artificiale metallico, il jig, che viene lasciato scendere in verticale fino al fondo o alla quota desiderata e poi recuperato con una serie di movimenti alternati e ritmati. Questi strattoni, intervallati da pause, imitano in modo molto realistico il comportamento di un pesce ferito o di una preda in fuga, stimolando così l’istinto predatorio dei grandi carnivori marini.

A differenza di altre tecniche di pesca, non è il caso a determinare il successo: il pescatore diventa protagonista attivo, imprimendo all’artificiale un “ritmo” che può fare la differenza. Ogni variazione di velocità, ampiezza del movimento e pausa può innescare l’attacco del predatore.

Si tratta di una tecnica dinamica ed estremamente emozionante, che richiede buona resistenza fisica e concentrazione. Il Vertical Jigging, infatti, non è solo “calare e recuperare”: è una danza continua tra pescatore e artificiale, che permette di esplorare diverse profondità e aumentare le possibilità di incontro con le prede.

Caratteristiche principali del Vertical Jigging

  • Azione verticale: la pesca si svolge direttamente sotto la barca, senza necessità di lanci. Questo consente di pescare anche in acque molto profonde o su spot precisi individuati con l’ecoscandaglio.

  • Utilizzo di jig pesanti: gli artificiali metallici possono variare dai 40 g fino oltre i 300 g, in base alla profondità, alla forza della corrente e alla specie che si vuole insidiare.

  • Recupero ritmato e personalizzato: l’efficacia dipende dal movimento che si riesce a trasmettere al jig. L’alternanza di strattoni rapidi e recuperi lenti simula perfettamente una preda in difficoltà, irresistibile per ricciole, dentici, cernie e altri predatori.

  • Versatilità: cambiando peso, forma e colore del jig si può adattare la tecnica a diverse situazioni di pesca, dal fondale basso costiero alle acque più profonde al largo.

Il Vertical Jigging è, quindi, una tecnica che unisce forza, tecnica e sensibilità: il pescatore deve saper leggere il mare, adattarsi alle condizioni ambientali e trovare il giusto ritmo per trasformare un semplice artificiale in una preda viva agli occhi dei predatori.

Inchiku: guida completa tecnica, attrezzatura e prede

Che cos’è l’Inchiku

L’Inchiku è una raffinata variante del Vertical Jigging, nata in Giappone e pensata per insidiare i predatori anche quando sono diffidenti o poco attivi. A differenza del jig tradizionale, l’Inchiku utilizza un artificiale ibrido: un corpo metallico allungato (che funge da zavorra e stimolo visivo) collegato a un piccolo polipetto in silicone armato con assist hook. Questa combinazione unisce l’efficacia del jig nel raggiungere rapidamente il fondo con il fascino morbido e sinuoso di un cefalopode.

Il polipetto, oscillando liberamente dietro al corpo metallico, crea un movimento naturale e molto realistico, che richiama calamari e polpi, prede predilette di dentici, cernie e pagri. Inoltre, può essere trattato con attrattivi specifici per ampliare la stimolazione sensoriale, rendendo l’esca irresistibile anche ai pesci più smaliziati.

Caratteristiche dell’Inchiku

  • Movimento sinuoso e fluido: rispetto al jig tradizionale, l’Inchiku produce un’azione più morbida e naturale, ideale per ingannare predatori sospettosi.

  • Doppia attrattiva: il corpo metallico attira con bagliori e vibrazioni, mentre il polipetto in silicone convince con la sua morbidezza e oscillazione realistica.

  • Efficacia nelle pause: gran parte delle abboccate avviene quando il polipetto “galleggia” passivamente dopo una trazione, simulando perfettamente un cefalopode ferito.

  • Adattabilità: il polipetto può essere sostituito facilmente, scegliendo colori e dimensioni in base alle condizioni di luce, profondità o preferenze dei pesci.

  • Maggiore attrattiva olfattiva: molti pescatori arricchiscono il polipetto con aromi e attrattivi per aumentarne l’efficacia, soprattutto in giornate con scarsa attività predatoria.

L’Inchiku si rivela quindi particolarmente produttivo in situazioni difficili, quando il Vertical Jigging classico potrebbe risultare troppo aggressivo. La sua delicatezza e naturalezza lo rendono una delle armi migliori per insidiare predatori come dentici, cernie, pagri, ricciole e persino grossi saraghi, soprattutto in zone rocciose, secche e cigliate ricche di vita.

Vertical Jigging e Inchiku: guida completa

Attrezzatura per Vertical Jigging e Inchiku

Per praticare con successo Vertical Jigging e Inchiku è fondamentale scegliere un’attrezzatura specifica e bilanciata. Ogni elemento – dalla canna al terminale – influisce direttamente sulla resa della tecnica e sulla possibilità di gestire prede di grande potenza.

Canna

La canna rappresenta il cuore dell’attrezzatura da Vertical Jigging e Inchiku: deve essere al tempo stesso potente, sensibile e affidabile, capace di trasmettere correttamente il movimento all’artificiale e di gestire le violente fughe dei predatori senza cedere sotto stress.

  • Potenza e grammatura: le canne da vertical jigging vengono classificate in base al peso dei jig che possono manovrare, generalmente da 50 g fino a oltre 300 g. Una canna con potenza 100–200 g è la scelta più versatile per chi inizia, perché permette di affrontare sia fondali medi (40–80 m) sia profondità più impegnative, con correnti di media intensità. Chi pesca abitualmente in acque molto profonde o con forti correnti può orientarsi su modelli da 200–300 g, mentre chi frequenta spot più leggeri e costieri può optare per una 50–100 g.

  • Azione: l’azione ideale è parabolica o progressiva. Questo tipo di curva permette di ammortizzare i colpi e le testate dei predatori senza rischiare rotture improvvise, ma anche di imprimere al jig o all’Inchiku un movimento fluido e naturale. Una canna troppo rigida trasmetterebbe vibrazioni secche e innaturali all’artificiale, oltre a stancare rapidamente il pescatore durante lunghe sessioni.

  • Lunghezza: solitamente varia tra 1,70 e 2,10 metri. Una canna corta offre maggiore controllo e riduce l’affaticamento, soprattutto in verticale, mentre una leggermente più lunga può risultare utile in barca per gestire meglio il combattimento e avere più leva durante la ferrata.

  • Ergonomia e componentistica: impugnatura antiscivolo, portamulinello rinforzato e anelli di qualità (meglio se a doppio ponte e adatti al trecciato) fanno la differenza sia in termini di comfort che di durata nel tempo.

La canna perfetta per Vertical Jigging e Inchiku è un compromesso tra forza, leggerezza e sensibilità: deve permettere al pescatore di manovrare l’artificiale senza sforzi e, al tempo stesso, di affrontare senza esitazioni la potenza improvvisa di una ricciola o di un dentice.


Mulinello

Il mulinello è il secondo pilastro dell’attrezzatura per Vertical Jigging e Inchiku. Deve essere un vero e proprio “mulo da lavoro”, capace di resistere a lunghe sessioni, a recuperi ripetuti e, soprattutto, alla forza di predatori marini di grande taglia. Robustezza, fluidità e capacità di recupero sono le caratteristiche principali da valutare.

Tipologia: si possono utilizzare sia mulinelli rotanti che a bobina fissa.

I rotanti offrono maggiore potenza, controllo diretto sulla lenza e durata nel tempo, risultando ideali per chi ha già esperienza. Sono molto apprezzati nelle versioni compatte, specifiche per il jigging.

I fissi (spinning) con frizione anteriore, invece, sono più intuitivi e semplici da gestire, perfetti per chi si avvicina per la prima volta a questa tecnica. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione tecnologica, i mulinelli spinning dedicati al jigging hanno raggiunto prestazioni eccellenti, riducendo notevolmente il divario con i rotanti.

Capacità di filo: per affrontare con sicurezza sia le profondità elevate che le fughe improvvise di pesci potenti, il mulinello deve contenere almeno 200–300 metri di trecciato di diametro adeguato. Una capacità maggiore è consigliata per chi pesca oltre i 100 metri o in zone con forti correnti.

Rapporto di recupero: è fondamentale trovare il giusto compromesso tra forza e velocità. Un rapporto medio, compreso tra 4:1 e 6:1, consente di recuperare il jig con il giusto ritmo senza affaticarsi troppo, ma garantendo al tempo stesso la potenza necessaria per combattere un predatore. Rapporti più alti (6:1 e oltre) permettono recuperi molto rapidi ma sacrificano potenza; rapporti più bassi offrono maggiore coppia, ma richiedono più tempo per recuperare filo.

Frizione: deve essere precisa e potente, con una taratura fluida che permetta di contrastare fughe improvvise senza strappi né cedimenti. Una frizione da 8–12 kg reali è un buon punto di riferimento per affrontare gran parte delle situazioni tipiche del jigging in Mediterraneo.

Materiali e resistenza: ingranaggi in acciaio o bronzo, corpo in alluminio o materiali compositi rinforzati, cuscinetti schermati contro la salsedine: ogni dettaglio costruttivo influisce sulla durata nel tempo e sull’affidabilità in mare.

Il mulinello ideale per Vertical Jigging e Inchiku deve unire robustezza, fluidità e potenza, diventando il partner inseparabile del pescatore durante combattimenti spesso estremi.

Vertical Jigging e Inchiku: attrezzatura

Trecciato e terminale

La scelta del filo è uno degli aspetti più importanti per il successo nel Vertical Jigging e nell’Inchiku. Un trecciato di qualità, abbinato a un terminale robusto e invisibile, permette di trasmettere al meglio il movimento dell’artificiale e di resistere alle sollecitazioni dei predatori più combattivi.

Trecciato (braid): il multifibra è la soluzione ideale grazie alla sua assenza di elasticità, che garantisce massima sensibilità. In questo modo si percepiscono chiaramente sia i tocchi del fondo sia le abboccate più delicate.

I diametri più utilizzati vanno da PE 1.5 a PE 3.0 (20–40 lb), a seconda della profondità, della forza della corrente e delle specie che si intendono insidiare.

Con profondità moderate e predatori di taglia media (dentici, pagri), un PE 1.5–2.0 è più che sufficiente.

Per acque più profonde, correnti forti o prede di grossa taglia (ricciole, cernie), è meglio salire a PE 2.5–3.0, che offre maggiore resistenza senza sacrificare troppo la sensibilità.

È sempre consigliabile scegliere trecciati rotondi e compatti, a 8 o 12 capi, che riducono l’attrito in acqua e permettono di scendere più rapidamente sul punto di pesca.

Terminale (fluorocarbon): rappresenta la parte “invisibile” della montatura, a diretto contatto con la preda e il fondale.

Il fluorocarbon è indispensabile perché ha un indice di rifrazione simile all’acqua, risultando quasi invisibile ai pesci, e offre un’elevata resistenza all’abrasione.

Un diametro compreso tra 0,40 e 0,60 mm, con una lunghezza di 1–2 metri, è lo standard più utilizzato: abbastanza sottile da non insospettire i pesci, ma al tempo stesso robusto per resistere ai denti taglienti dei predatori e allo sfregamento contro rocce o relitti.

Per dentici e pagri si può restare su 0,40–0,50 mm, mentre per ricciole e cernie è preferibile salire a 0,55–0,60 mm.

Nodo di giunzione: il collegamento tra trecciato e terminale deve essere eseguito con nodi affidabili e compatti, come il FG Knot o l’Albright Special, che garantiscono resistenza senza creare ingombri che possano ostacolare la discesa del jig.

In sintesi, trecciato e terminale devono formare una coppia perfettamente bilanciata: il primo assicura sensibilità e controllo dell’artificiale, il secondo garantisce discrezione e protezione contro abrasioni e dentature affilate.


Artificiali

Gli artificiali sono il cuore pulsante del Vertical Jigging e dell’Inchiku: il loro compito è ingannare il predatore, simulando alla perfezione una preda viva. La scelta corretta di peso, forma e colore può fare la differenza tra una giornata infruttuosa e una ricca di catture.

Jig

I jig metallici sono disponibili in un’ampia gamma di grammature, solitamente da 40 g fino a oltre 250 g, e devono essere selezionati tenendo conto di:

  • Profondità di pesca: maggiore è la profondità, più pesante deve essere il jig per raggiungere rapidamente il fondo senza essere trascinato dalla corrente.
  • Forza della corrente: in condizioni di forte deriva si privilegiano jig più pesanti e affusolati, capaci di scendere veloci e mantenere la verticalità.
  • Attività del pesce: jig più leggeri e compatti, lavorati lentamente, sono ideali quando i predatori sono apatici; al contrario, jig pesanti e slim permettono recuperi rapidi e aggressivi per stimolare pesci in caccia.

Forme e azioni:

  • Slim e allungati: progettati per un affondamento veloce e un recupero rapido, sono perfetti per predatori veloci e pelagici come ricciole, palamite e tonni alletterati.
  • Compatti e tozzi: generano movimenti ampi e oscillatori, molto naturali anche a basse velocità. Sono ideali per insidiare predatori stanziali come dentici, pagri e cernie, che preferiscono attacchi più ragionati.
  • Colori: tonalità naturali (azzurro, argento, verde) sono indicate in acque limpide e con buona luminosità; colori accesi o fluo (rosa, arancio, giallo) risultano più visibili in profondità o con mare torbido.

Inchiku

Gli Inchiku sono artificiali ibridi, generalmente da 60 a 200 g, composti da un corpo metallico e un polipetto in silicone armato con assist hook. La loro forza sta nella doppia attrattiva:

  • il corpo metallico richiama con bagliori e vibrazioni,
  • il polipetto, morbido e realistico, convince anche i predatori più diffidenti.

Caratteristiche principali:

  • Versatilità: i polipetti sono facilmente intercambiabili e disponibili in molti colori e dimensioni, permettendo di adattarsi alle condizioni di luce, alla limpidezza dell’acqua e alle preferenze dei pesci.
  • Efficacia nelle pause: gran parte delle abboccate avviene quando il polipetto oscilla passivamente durante le pause, imitando un cefalopode ferito o indebolito.
  • Assist hook: devono essere sempre di ottima qualità, affilati e resistenti, per garantire ferrate sicure anche con pesci di grossa taglia.

L’Inchiku è particolarmente efficace con specie stanziali come dentici, cernie e pagri, ma riesce a sorprendere anche pelagici come ricciole e lampughe quando sono poco attive o sospettose.

Vertical Jigging e Inchiku: artificiali

Montature consigliate

La montatura è un elemento cruciale per il successo nel Vertical Jigging e nell’Inchiku. Una buona configurazione garantisce che l’artificiale si muova in modo naturale, trasmettendo correttamente le vibrazioni e aumentando le probabilità di cattura.

Assist hook

Gli assist hook sono ami aggiuntivi montati su cavetti o corde in Kevlar o fluorocarbon rinforzato, fissati direttamente al jig o al polipetto. La loro funzione è duplice: aumentare la probabilità di ferrata e ridurre i rischi di sgancio dei predatori più combattivi.

  • Lunghezza e resistenza: i cavetti devono essere abbastanza lunghi da non interferire con il movimento dell’artificiale, ma robusti per sopportare testate e strappi.
  • Ami: scegli sempre assist hook di alta qualità, affilati e resistenti alla corrosione, in grado di mantenere la ferrata sicura anche con pesci di grossa taglia.

Collegamento dell’artificiale

Il modo in cui l’artificiale viene collegato al terminale influisce direttamente sul movimento e sull’attrattiva:

  • Utilizzare split ring o solid ring di qualità è fondamentale per garantire fluidità durante i recuperi e resistenza durante le abboccate.
  • Evitare girelle troppo ingombranti o pesanti: possono alterare il naturale oscillare del jig o del polipetto, rendendo l’azione innaturale e riducendo le catture.
  • Nei sistemi Inchiku, è consigliabile fissare l’assist hook e il polipetto con nodi ben serrati e possibilmente con colletta di sicurezza, per prevenire distacchi accidentali.

Suggerimenti pratici

  • Controllare sempre la linea di tiro: il filo deve scorrere libero senza attriti su anelli o nodi.
  • Per jigging in profondità, utilizzare montature snelle e pulite, riducendo ogni elemento che possa ostacolare la discesa verticale o il recupero ritmico.
  • Sperimentare con lunghezze diverse di cavetti e assist hook può fare la differenza: un cavetto leggermente più lungo aumenta il movimento del polipetto, mentre uno più corto rende il sistema più aggressivo e diretto.

Una montatura curata e bilanciata trasforma anche un artificiale semplice in una vera esca irresistibile, aumentando notevolmente le possibilità di cattura con Vertical Jigging e Inchiku.

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Tecniche di recupero

Il recupero è il cuore pulsante della pesca a Vertical Jigging e Inchiku: non basta calare l’artificiale fino al fondo, è il modo in cui lo si muove a stimolare l’istinto predatorio dei pesci. Variando ritmo, ampiezza e pause, è possibile adattarsi a condizioni diverse e aumentare drasticamente le probabilità di cattura.

Speed Jigging

  • Caratteristiche: consiste in un recupero veloce e aggressivo, alternato a strattoni energici che imprimono all’artificiale movimenti repentini e repentini cambi di direzione.
  • Quando usarlo: è ideale con predatori veloci e aggressivi come ricciole, tonni alletterati, palamite e lampughe, che reagiscono a stimoli rapidi e visibili.
  • Tecnica: il jig viene lasciato scendere rapidamente fino al fondo o alla quota desiderata, poi recuperato con strattoni decisi di 30–50 cm, intervallati da brevi pause di 1–2 secondi per simulare il comportamento di una preda che fugge.

Slow Jigging

  • Caratteristiche: il recupero è lento e ampio, con strattoni delicati e pause più lunghe, che esaltano il movimento naturale dell’artificiale.
  • Quando usarlo: perfetto per predatori stanziali e sospettosi, come dentici, pagri, cernie e saraghi, che preferiscono prede più “naturali” e meno aggressive.
  • Tecnica: il jig viene lasciato toccare il fondo, poi recuperato con strattoni di 10–20 cm, seguiti da pause di qualche secondo. Questo ritmo lento stimola l’interesse dei pesci meno attivi senza spaventarli.

Inchiku classico

  • Caratteristiche: sfrutta al massimo l’azione morbida del polipetto e la naturale oscillazione del corpo metallico, enfatizzando la dinamica delle pause.
  • Quando usarlo: particolarmente efficace con predatori diffidenti o in condizioni di scarsa attività, come in giornate di mare calmo o acqua fredda.
  • Tecnica: l’Inchiku viene fatto toccare il fondo e poi recuperato lentamente con piccoli colpi di cimino, alternati a pause di 2–5 secondi. Durante le pause, il polipetto “galleggia” e ondeggia, simulando un cefalopode ferito, spesso innescando la ferrata anche senza ulteriori strattoni.

Consigli pratici

  • Alternare Speed e Slow Jigging durante la stessa battuta di pesca può essere vincente: spesso una preda poco aggressiva reagisce a movimenti diversi dopo alcuni minuti di osservazione.
  • Il ritmo e l’ampiezza del recupero vanno sempre adattati alla profondità, alla corrente e alla specie target.
  • L’uso di un ecoscandaglio aiuta a capire la quota dei pesci e modulare il recupero con maggiore precisione.

Saper modulare la velocità e l’ampiezza dei movimenti è la chiave per trasformare ogni jig o Inchiku in una preda irresistibile, adattandosi al comportamento dei predatori e alle condizioni del mare.

Vertical Jigging e Inchiku: guida completa prede insidiabili

Prede insidiabili

Il Vertical Jigging e l’Inchiku permettono di insidiare una vasta gamma di predatori marini del Mediterraneo, sia pelagici che stanziali. Conoscere il comportamento di ciascuna specie, le profondità preferite e il tipo di recupero più efficace può fare la differenza tra una giornata produttiva e una deludente.

Dentice

  • Habitat: fondali rocciosi, secche e relitti tra i 30 e i 100 metri.
  • Caratteristiche: predatore stanziale ma reattivo agli stimoli naturali.
  • Tecnica consigliata: Slow Jigging o Inchiku classico, con movimenti ampi e pause regolari. Jig compatti o Inchiku con polipetti naturali funzionano meglio.

Ricciola

  • Habitat: cigliate e scogliere, spesso tra i 50 e i 150 metri.
  • Caratteristiche: predatore veloce e aggressivo, particolarmente attratto da movimenti rapidi.
  • Tecnica consigliata: Speed Jigging con jig slim e allungati, recuperi energici e strattoni decisi.

Cernia

  • Habitat: zone rocciose, secche e relitti, generalmente tra i 30 e i 80 metri.
  • Caratteristiche: predatore stanziale e sospettoso, spesso si muove poco e osserva l’esca prima di attaccare.
  • Tecnica consigliata: Slow Jigging o Inchiku, recuperi delicati con pause prolungate; esche più morbide e colori naturali aumentano l’efficacia.

Pagro

  • Habitat: fondali misti sabbia-roccia, secche e praterie di posidonia tra i 20 e i 80 metri.
  • Caratteristiche: pesce curioso, tende a colpire esche che si muovono lentamente.
  • Tecnica consigliata: jig compatti o Inchiku piccoli, recupero lento con pause; preferire polipetti chiari o naturali.

Palamita e tonnetti

  • Habitat: acque aperte, spesso tra i 20 e i 100 metri, a caccia di banchi di pesci più piccoli.
  • Caratteristiche: predatori veloci, reattivi a stimoli rapidi e visibili.
  • Tecnica consigliata: Speed Jigging con jig allungati e recuperi rapidi; colori brillanti o riflettenti aumentano le catture.

Lampughe

  • Habitat: pelagici costieri e aperti, generalmente tra i 10 e i 50 metri.
  • Periodo migliore: autunno, quando risalgono verso coste più temperate.
  • Tecnica consigliata: jig leggeri o Inchiku piccoli, recuperi veloci e alternanza di strattoni e pause brevi.

Pesci serra

  • Habitat: acque medio-profonde, spesso vicino a relitti o scogliere.
  • Caratteristiche: predatori aggressivi ma meno sospettosi di altre specie.
  • Tecnica consigliata: sia Speed che Slow Jigging, adattando peso e forma del jig alla profondità e alla corrente.

 

Vantaggi e svantaggi del Vertical Jigging e dell’Inchiku

Conoscere i pro e i contro di queste tecniche è fondamentale per valutare se sono adatte al proprio stile di pesca e alle condizioni in cui si opera.

Vantaggi

  • Grande efficacia sui predatori: sia il Vertical Jigging che l’Inchiku stimolano l’istinto predatorio anche dei pesci più sospettosi, rendendo possibile insidiare specie pregiate come ricciole, dentici, cernie e palamite. L’azione realistica dell’artificiale, unita a strattoni calibrati e pause studiate, attira anche i predatori più cauti.

  • Tecnica emozionante e dinamica: il movimento verticale dell’artificiale e le ferrate con pesci potenti trasformano ogni cattura in un’esperienza intensa e adrenalinica. Ogni recupero è una sfida che richiede concentrazione, riflessi e abilità nel modulare i movimenti dell’esca.

  • Versatilità nelle profondità: permette di pescare da pochi metri fino a oltre 150 metri, adattandosi a fondali costieri, secche e zone profonde al largo. Questa flessibilità consente di targettare sia predatori stanziali sia pelagici in caccia, aumentando le possibilità di successo.

  • Esche riutilizzabili e durevoli: jig e Inchiku sono progettati per durare nel tempo. Con una corretta manutenzione possono essere riutilizzati più volte, riducendo i costi rispetto alle esche vive o naturali e garantendo sempre prestazioni elevate.

  • Controllo totale sull’esca: il pescatore può modulare velocità, ampiezza e pause, adattando la tecnica alle condizioni del mare, al comportamento del pesce e alla profondità. Questa personalizzazione rende la pesca strategica, permettendo di aumentare l’efficacia anche nelle situazioni più difficili.

Svantaggi

  • Impegno fisico elevato: il Vertical Jigging e l’Inchiku richiedono un movimento continuo dell’artificiale, con strattoni e recuperi costanti. Questo comporta una significativa sollecitazione delle braccia e delle spalle, soprattutto durante lunghe sessioni o combattimenti prolungati con pesci di grossa taglia. La resistenza fisica è quindi un fattore determinante per pescare con successo.

  • Necessità di attrezzatura specifica: per praticare queste tecniche in modo efficace è indispensabile disporre di barca, ecoscandaglio, GPS e strumenti per la navigazione. Senza un adeguato supporto tecnologico, individuare i fondali e i predatori diventa difficile, riducendo drasticamente le possibilità di cattura.

  • Investimento iniziale elevato: canne, mulinelli, trecciati, terminali e artificiali di qualità rappresentano un costo iniziale significativo. Tuttavia, questo investimento viene compensato dalla durata degli artificiali, dalla possibilità di riutilizzarli e dalla soddisfazione di catture importanti e spettacolari.

  • Curva di apprendimento: la tecnica richiede tempo e pratica per essere padroneggiata. Saper modulare ritmo, ampiezza degli strattoni e pause è fondamentale, e i principianti possono inizialmente incontrare difficoltà nel capire quale combinazione di movimenti funzioni meglio per ciascuna specie e situazione. La pazienza e l’esperienza diventano quindi determinanti per ottenere risultati costanti.

  • Dipendenza dalle condizioni ambientali: vento, corrente e stato del mare possono influenzare sensibilmente l’azione del jig o dell’Inchiku. Situazioni estreme rendono più difficile mantenere il controllo dell’artificiale e possono richiedere cambi di tecnica o attrezzatura.
Lettura dello spot e del meteo nella pesca sportiva

Condizioni meteo e ambientali

La riuscita del Vertical Jigging e dell’Inchiku dipende in gran parte dalle condizioni del mare e dall’ambiente circostante. Saperle leggere e interpretare può fare la differenza tra una giornata proficua e una infruttuosa.

Corrente

  • Una corrente moderata è ideale: permette al jig o all’Inchiku di scendere correttamente e muoversi in modo naturale.
  • Se la corrente è troppo forte, sarà necessario utilizzare jig più pesanti, con conseguente aumento della fatica e maggior stress fisico durante i recuperi.
  • Con corrente debole, è possibile optare per jig più leggeri e recuperi più lenti, rendendo la pesca meno faticosa e più precisa.

Meteo e stato del mare

  • Mare calmo o leggermente mosso è ideale per il Vertical Jigging, perché consente di mantenere la verticale dell’artificiale e di percepire al meglio tocchi e abboccate.
  • Con mare formato o vento forte, diventa difficile controllare la discesa e il recupero dell’esca, aumentando il rischio di aggrovigliamenti e abbattendo l’efficacia della tecnica.

Profondità

La profondità influisce direttamente sulla scelta del jig e sulla strategia di recupero.

Zone tra 40 e 120 metri sono molto produttive per dentici, cernie e pagri.

Per le ricciole, predatori più pelagici, si può pescare anche oltre i 150 metri, soprattutto su cigliate e fondali più scoscesi.

È utile consultare mappe batimetriche e utilizzare un ecoscandaglio per individuare i punti più promettenti.

Struttura del fondale

  • I predatori stanziali si concentrano spesso in zone particolari: secche, cigliate, relitti e cadute. Questi punti offrono rifugio e abbondanza di prede, aumentando le probabilità di abboccata.
  • Evitare zone prive di strutture, dove i pesci predatori sono più sparsi e meno propensi all’attacco.

Orari

  • I momenti più produttivi sono alba e tramonto, quando la luce è bassa e i predatori entrano in attività di caccia.
  • Anche la notte può essere redditizia in alcune stagioni e con specie particolari, ma richiede maggiore esperienza e attrezzatura adeguata per sicurezza e visibilità.

Consiglio pratico

  • Monitorare sempre previsioni meteo, corrente e marea prima di uscire in mare. Anche variazioni lievi possono influenzare profondità ottimali, scelta del jig e comportamento dei pesci.
  • Sperimentare diverse profondità e ritmi di recupero in base alle condizioni ambientali aumenta notevolmente le possibilità di successo.

 

Consigli pratici per il successo

Per ottenere risultati concreti con Vertical Jigging e Inchiku, non basta avere una buona attrezzatura: è fondamentale adottare strategie pratiche e un approccio attento al mare e al comportamento dei predatori.

  • Affidarsi all’ecoscandaglio: uno strumento essenziale per individuare banchi di pesce, relitti o strutture sommerse come secche e cigliate. Permette di calare l’artificiale alla quota giusta, riducendo i tempi morti e aumentando le possibilità di cattura.

  • Varietà di artificiali: portare sempre con sé jig e Inchiku di diverse grammature, forme e colori. L’adattamento alle condizioni del momento – profondità, corrente, luminosità e comportamento dei pesci – è spesso la chiave per innescare abboccate decisive.

  • Non avere fretta: molte catture avvengono durante le pause, specialmente con l’Inchiku o nel Slow Jigging. Lasciare l’artificiale oscillare liberamente sul fondo o in sospensione può stimolare i predatori più sospettosi e aumentare notevolmente le probabilità di ferrata.

  • Manutenzione dell’attrezzatura: controllare regolarmente ami, assist hook, cavetti e nodi. La salsedine, l’attrito sul fondo e le ferrate con predatori potenti possono deteriorare rapidamente l’attrezzatura, compromettendo catture e sicurezza.

  • Sicurezza in mare: pescare sempre con giubbotto salvagente, comunicazioni radio a bordo e conoscenza delle condizioni meteo. Anche in acque apparentemente tranquille, vento improvviso, correnti o mare formato possono trasformare una battuta di pesca in una situazione rischiosa.

  • Osservare e adattare: ogni spot e ogni giornata è diversa. Osservare il comportamento dei pesci, sperimentare con ritmi di recupero e tipi di jig e annotare i risultati aiuta a perfezionare la strategia e a diventare un pescatore più efficace e consapevole.

 

Perché scegliere il Vertical Jigging e l’Inchiku

Il Vertical Jigging e l’Inchiku rappresentano due delle tecniche più emozionanti e produttive per insidiare i grandi predatori del mare. Pur richiedendo energia, resistenza fisica, attrezzatura specifica e conoscenza delle condizioni ambientali, le soddisfazioni che offrono sono uniche: ogni abboccata e ogni combattimento diventano un’esperienza intensa e memorabile.

Con la giusta preparazione, la scelta accurata di jig e Inchiku, e la capacità di leggere profondità, corrente e comportamento dei pesci, è possibile trasformare anche una normale giornata in barca in una vera avventura di pesca sportiva.

Queste tecniche non sono solo strumenti per catturare pesci, ma un vero e proprio modo di vivere il mare, affinare abilità, sperimentare strategie e godere appieno della sfida tra pescatore e predatore.Occhiale pesca sportiva in acqua dolce e salata specchiato blu a mascherina modello ROUBAIX

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