Pesca col Vivo da Barca e da Riva: Guida Completa
La pesca col vivo è una delle tecniche più antiche, affascinanti ed efficaci della pesca in mare. L’utilizzo di esche vive sfrutta l’istinto predatorio dei pesci, rendendo possibile catturare anche specie molto sospettose e selettive.
Questa tecnica si adatta perfettamente sia alla pesca da barca, dove è possibile raggiungere profondità maggiori e punti strategici come secche, relitti o cigliate, sia alla pesca da riva, ideale per insidiare predatori costieri come orate, spigole e saraghi.
In questa guida completa analizzeremo strumenti, esche, montature, tecniche di presentazione e strategie, fornendo consigli pratici per ottenere il massimo dalla pesca col vivo in qualsiasi situazione. Scopriremo come scegliere l’esca giusta, gestire attrezzatura e lenze, interpretare il comportamento dei predatori e massimizzare le catture in modo sicuro ed efficace.

Cos’è la Pesca col Vivo
La pesca col vivo è una tecnica che utilizza pesci o altri organismi marini vivi come esca per catturare predatori più grandi. Il grande vantaggio di questa metodologia risiede nella naturale attrattiva dell’esca, che sfrutta sia il movimento spontaneo sia l’odore rilasciato in acqua, stimolando l’istinto predatorio dei pesci.
Rispetto alle esche morte o artificiali, la pesca col vivo risulta spesso molto più efficace, soprattutto con predatori sospettosi o in zone ad alta pressione di pesca. È una tecnica che richiede attenzione, pazienza e buona conoscenza del comportamento dei predatori, oltre a una gestione corretta dell’esca per mantenerla viva e vitale durante tutta la battuta di pesca.
Obiettivi principali
- Predatori marini: spigole, dentici, pagri, tonni, ricciole, cernie e altre specie pelagiche o stanziali di interesse sportivo e commerciale.
- Versatilità: adatta sia alla pesca sportiva sia a quella professionale, con possibilità di operare in mare aperto, lungo coste rocciose o in prossimità di secche e relitti.
- Efficacia stagionale e geografica: permette di adattarsi a diversi periodi dell’anno e a varie condizioni ambientali, sfruttando le abitudini di caccia dei predatori locali.
La pesca col vivo combina strategia, tecnica e pazienza, offrendo grandi soddisfazioni sia a chi pesca per sport sia a chi punta a catture di pregio.
Varianti della Pesca col Vivo
La pesca col vivo può essere praticata da barca o da riva, ciascuna con tecniche, attrezzature e strategie specifiche. Conoscere le differenze permette di adattarsi meglio alle condizioni del mare e ai comportamenti dei predatori.
Pesca col Vivo da Barca
La pesca col vivo da barca permette di raggiungere fondali profondi e zone strategiche come secche, relitti e cigliate, dove i predatori stanziali e pelagici di media e grossa taglia sono più attivi. Questa tecnica sfrutta al massimo il movimento naturale dell’esca viva, stimolando l’istinto predatorio e aumentando le probabilità di cattura.
Tecniche più diffuse
- A traina lenta con vivo: l’esca viene lasciata nuotare dietro la barca in movimento lento. Ideale per dentici, ricciole e palamite, questa tecnica sfrutta il movimento naturale del pesce vivo per attirare predatori veloci e reattivi.
- A bolentino col vivo: l’esca viene posizionata sopra il fondale con lenza verticale, perfetta per cernie, pagri e altri predatori stanziali. L’obiettivo è far muovere l’esca lentamente, simulando una preda in difficoltà.
- A drifting con vivo: la barca deriva liberamente seguendo la corrente, permettendo all’esca di muoversi in maniera più naturale e raggiungere predatori che stazionano a diverse profondità. È una tecnica efficace soprattutto su fondali irregolari o profondi.
Attrezzatura consigliata
Per praticare la pesca col vivo in modo efficace, l’attrezzatura deve essere resistente, affidabile e adatta alle condizioni di pesca, permettendo di gestire pesci di grossa taglia e lunghe sessioni senza affaticarsi.
- Canna: da 2,10 a 3,60 m, medio-pesante, con azione robusta. È fondamentale che assorba le ferrate potenti e trasmetta al pescatore la sensibilità necessaria per percepire i tocchi dell’esca viva. La scelta della lunghezza dipende dal tipo di pesca: canne più lunghe per drifting o bolentino, più compatte per traina lenta.
- Mulinello: resistente alla salsedine e con capacità di almeno 200 m di trecciato da 0,20 a 0,30 mm. Deve essere in grado di gestire fughe improvvise e combattimenti prolungati, garantendo recuperi fluidi e affidabili.
- Terminale: fluorocarbon o nylon ad alta resistenza, diametro 0,40–0,70 mm. Essenziale per resistere all’attrito con rocce, relitti o denti dei predatori, mantenendo allo stesso tempo discrezione e naturalezza della presentazione dell’esca.
- Pesi: da 20 a 100 g, da scegliere in base a profondità, corrente e comportamento dell’esca. Un peso corretto garantisce che l’esca viva si muova naturalmente e raggiunga la quota desiderata senza stressarla.
- Esche: sardine, sugarelli, alacce, piccoli cefali; la chiave è utilizzare esche vive, attive e in ottime condizioni, perché solo esche in salute stimolano i predatori e aumentano significativamente le catture.
Consigli pratici
- Controllare regolarmente lo stato dell’esca: un pesce vivo lento o stressato riduce l’efficacia della tecnica.
- Variare profondità e tipo di recupero in base al comportamento dei predatori e alla corrente.
- In presenza di predatori sospettosi, prediligere movimenti più naturali e pause frequenti per stimolare l’attacco.

Pesca col Vivo da Riva
La pesca col vivo da riva sfrutta l’accesso a coste rocciose, spiagge e punti di passaggio dei predatori. Questa tecnica è particolarmente indicata per catturare predatori sospesi o stanziali vicino alla costa, combinando lunghe distanze di lancio, precisione e controllo dell’esca.
Tecniche principali
- Bolentino da scogliera: l’esca viene calata vicino a fondali rocciosi o secche costiere, dove predatori come cernie e pagri sono in agguato. La presentazione lenta e naturale dell’esca aumenta le probabilità di attacco.
- Surfcasting con vivo: si lancia l’esca lontano, in prossimità di canali, secche o punti di passaggio dei predatori, coprendo aree altrimenti difficili da raggiungere. Ideale per predatori pelagici e sospesi come spigole e palamite.
- Pesca a galla o galleggiante: consente di presentare l’esca sospesa nella colonna d’acqua, attirando predatori sospesi come spigole, mormore e cefali predatori. Il controllo del galleggiante permette di modulare profondità e movimento dell’esca.
Attrezzatura consigliata per la pesca da riva
Per ottenere buoni risultati nella pesca col vivo da riva, è fondamentale avere un’attrezzatura equilibrata, resistente e adatta alla tecnica e alle condizioni ambientali.
Canna:
- Surfcasting: 3–5 m, con azione media o medio-leggera, per garantire lunghe distanze di lancio e controllo dell’esca in acqua.
- Pesca da scogliera o a galleggiante: 2,4–3 m, con azione medio-leggera per bilanciare sensibilità e maneggevolezza. L’azione della canna deve assorbire ferrate rapide senza affaticare il pescatore.
Mulinello: leggero o medio, con trecciato da 0,18 a 0,25 mm. Deve essere in grado di gestire le catture tipiche da riva e resistere a fughe improvvise, offrendo recuperi fluidi e affidabili.
Terminale: nylon o fluorocarbon da 0,35 a 0,50 mm, resistente all’abrasione su rocce, scogli o denti dei predatori. Un terminale adeguato preserva la discrezione dell’esca e riduce il rischio di rottura durante la ferrata.
Pesi: 30–80 g, da adattare a profondità, corrente e tipo di esca. Pesi correttamente calibrati permettono all’esca viva di muoversi naturalmente, senza stressarla, e di raggiungere la quota desiderata.
Esche: sardine, alacce, gamberi, piccoli cefali; è essenziale utilizzare esche vive, fresche e attive, perché solo esche in ottima condizione stimolano abboccate naturali e aumentano le probabilità di cattura.
Consigli pratici
- Prestare attenzione alla corrente e al vento, regolando il peso e la profondità dell’esca.
- Scegliere esche vive in ottima forma: un pesce lento o stressato riduce drasticamente l’efficacia.
- Variare il ritmo di presentazione e utilizzare pause frequenti, soprattutto con predatori sospettosi o in condizioni di mare calmo.
- Osservare il comportamento dei predatori e adattare profondità e tipo di recupero per massimizzare le catture.

Montature più efficaci
La scelta della montatura è fondamentale per massimizzare le catture e dipende dalla tecnica utilizzata, dal tipo di esca e dal predatore target. Montature corrette permettono all’esca viva di muoversi in modo naturale e aumentano le probabilità di abboccata.
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Montatura con amo singolo: semplice ed efficace, ideale per predatori sospesi come spigole o mormore. L’amo singolo riduce il rischio di ferire gravemente l’esca, permettendole di nuotare liberamente e stimolare attacchi naturali.
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Montatura con piombo scorrevole: consente al pesce vivo di muoversi liberamente lungo il filo, aumentando il realismo del movimento. Particolarmente indicata per traina lenta o drifting, dove l’esca deve seguire la corrente in modo naturale.
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Montatura a paternoster: utile per predatori di fondo come pagri, cernie e dentici. Il paternoster mantiene l’esca a una certa distanza dal piombo, evitando che rimanga troppo vicina al fondale e migliorando la visibilità e il movimento.
- Montatura a girella con amo multiplo (triplo): spesso utilizzata in traina o drifting con esche di media e grande taglia. Garantisce ferrate più sicure con predatori potenti, ma richiede attenzione per non danneggiare l’esca viva.
Consigli pratici
- Scegliere la montatura in base al comportamento naturale del predatore e dell’esca.
- Verificare sempre la resistenza di ami, girelle e terminali, soprattutto con pesci di grossa taglia.
- In condizioni di mare mosso o con correnti forti, preferire montature che permettano all’esca di muoversi senza essere trascinata rigidamente dal piombo.

Prede più comuni
La pesca col vivo consente di insidiare una vasta gamma di predatori marini, sfruttando il movimento e l’odore naturale dell’esca per stimolare l’istinto predatorio. Tra le specie più frequentemente catturate troviamo:
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Spigole (Dicentrarchus labrax): predatori sospesi molto diffusi lungo coste rocciose, spiagge e porti. Sono particolarmente attive all’alba e al tramonto e reagiscono bene a esche vive come sardine e piccoli cefali.
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Cernie (Epinephelus spp.): predatori di fondo stanziali, presenti in relitti, secche e zone rocciose. Preferiscono esche vive sospese appena sopra il fondale, come piccoli cefali o gamberi.
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Pagri (Pagrus pagrus): tipici predatori di fondale, si trovano su scogliere e secche costiere. La pesca a bolentino con esca viva è la tecnica più efficace.
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Dentici (Dentex dentex): predatori pelagici e di fondale, spesso presenti su secche e cigliate. Rispondono bene a traina lenta o drifting con esche vive di media taglia.
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Ricciole (Seriola dumerili): predatori veloci e aggressivi, stanziali o in migrazione lungo coste e secche. Si catturano principalmente con traina lenta o drifting con esche vive di dimensioni medio-grandi.
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Piccoli pelagici utilizzati come esca: sgombri, palamiti, sugarelli e alacce possono essere catturati e utilizzati come esche vive per insidiare predatori più grandi.
Pro e contro della Pesca col Vivo
Vantaggi
- Efficacia superiore: le esche vive stimolano in modo naturale l’istinto predatorio dei pesci, attirando anche le specie più sospettose e selettive. Questa naturalezza aumenta significativamente le probabilità di abboccata rispetto alle esche morte o artificiali.
- Estrema versatilità: la tecnica può essere praticata sia da barca (traina lenta, drifting o bolentino) sia da riva (surfcasting, pesca a scogliera o a galleggiante), adattandosi facilmente a diversi fondali, dalle acque profonde alle coste rocciose o alle spiagge sabbiose.
- Esperienza coinvolgente ed emozionante: il movimento naturale dell’esca viva, unito a ferrate potenti e combattimenti dinamici, rende la pesca col vivo una delle esperienze più adrenaliniche e gratificanti per i pescatori sportivi.
- Adattabile a molte specie: efficace su una vasta gamma di predatori marini, dai sospesi come spigole e mormore fino ai grandi pelagici come ricciole e dentici, permettendo di variare continuamente target e strategie.
- Apprendimento e soddisfazione: la gestione dell’esca viva e la lettura del comportamento dei predatori permettono di affinare tecnica e sensibilità, offrendo una gratificazione unica a chi padroneggia la tecnica.
Svantaggi della pesca col vivo
- Gestione dell’esca viva: i pesci utilizzati come esca devono essere conservati correttamente e maneggiati con attenzione per mantenerli in salute. Un’esca stressata, lenta o danneggiata perde gran parte della sua efficacia, riducendo le probabilità di cattura e compromettendo il movimento naturale che stimola il predatore.
- Attrezzatura più costosa e impegnativa: canne, mulinelli, trecciati e terminali devono essere robusti e affidabili per affrontare predatori potenti, fughe improvvise e condizioni marine impegnative. L’investimento iniziale può essere significativo, ma garantisce durata e performance nel tempo.
- Limitazioni legali: in alcune aree la pesca col vivo è regolamentata o soggetta a divieti per proteggere la fauna marina. È essenziale informarsi sulle normative locali prima di praticare la tecnica, per evitare sanzioni e contribuire alla sostenibilità della pesca.
- Curva di apprendimento elevata: padroneggiare la tecnica richiede esperienza e pratica. Bisogna saper scegliere la montatura più adatta, modulare il movimento dell’esca viva e interpretare il comportamento dei predatori in base alla specie, alla stagione e alle condizioni ambientali.
- Impegno logistico e organizzativo: la gestione delle esche vive, il trasporto, la conservazione e la preparazione dell’attrezzatura richiedono tempo e organizzazione, rendendo la pesca col vivo più complessa rispetto ad altre tecniche.

Consigli utili per pescare col vivo
Scelta delle esche
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Esche vive, fresche e locali: per stimolare al meglio l’istinto predatorio, è fondamentale utilizzare esche in ottime condizioni, preferibilmente provenienti dalla zona di pesca. I predatori rispondono più prontamente a movimenti naturali e odori familiari.
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Tipologie più efficaci: tra le esche più comuni e performanti troviamo sardine, alacce, gamberi e piccoli cefali. La scelta dipende dalla specie bersaglio, dalla taglia del predatore e dal tipo di montatura. Ad esempio, esche più grandi sono indicate per dentici e ricciole, mentre esche più piccole funzionano meglio per spigole e mormore.
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Controllo continuo dell’esca: durante tutta la battuta di pesca, è essenziale monitorare lo stato dell’esca. Un pesce lento, stressato o danneggiato perde gran parte della sua efficacia, riducendo le probabilità di abboccata e compromettendo il realismo del movimento.
- Movimento naturale: assicurarsi che l’esca possa nuotare liberamente senza ostacoli, permettendo ai predatori di percepire stimoli visivi e olfattivi autentici.
Condizioni meteo e ambientali
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Mare e vento: evitare giornate con mare grosso o vento forte, poiché agitano l’acqua e stressano l’esca viva, rendendo difficile il controllo della montatura e diminuendo l’efficacia della pesca.
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Condizioni ideali: le situazioni più produttive sono mare calmo o leggermente mosso, che permettono all’esca di muoversi naturalmente e ai predatori di individuarla facilmente grazie a stimoli visivi e olfattivi autentici.
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Momenti della giornata: osservare attentamente la luce e il comportamento dei predatori. Alba e tramonto sono generalmente i momenti più produttivi, quando i pesci sono più attivi e pronti ad attaccare l’esca.
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Temperatura e stagionalità: predatori e prede possono variare profondità e attività in base alla stagione e alla temperatura dell’acqua. Adattare orari e zone di pesca in base a questi fattori può aumentare notevolmente le catture.
- Osservazione dell’ambiente: tenere d’occhio correnti, discontinuità del fondale e punti di passaggio naturale dei predatori (canali, secche, scogliere), che rappresentano spesso zone altamente produttive.
Posizionamento e tattica
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Da riva: individuare punti strategici dove i predatori sono soliti transitare. Zone particolarmente produttive includono canali tra fondali di diversa profondità, secche, scogliere sommerse o emergenti e passaggi naturali tra spiagge e aree più profonde. Studiare il comportamento dei pesci e osservare eventuali movimenti o bollate può aiutare a scegliere il posto migliore per calare l’esca.
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Da barca: scegliere accuratamente il fondale di interesse, come relitti, cigliate, secche o zone con strutture sommerse. È possibile ancorare sopra questi punti o praticare drifting controllato, lasciando che l’esca viva si muova liberamente con la corrente. Questa tattica simula il comportamento naturale delle prede e aumenta l’attrattiva per i predatori.
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Movimento naturale dell’esca: in entrambe le situazioni, è fondamentale che l’esca viva abbia libertà di movimento e non sia trascinata rigidamente dal piombo o dalla corrente. Un’esca che nuota liberamente stimola maggiormente l’istinto predatorio.
- Adattare la tattica alle condizioni: osservare corrente, profondità, temperatura e luce. In mare calmo, il drifting leggero può essere molto efficace, mentre in condizioni di mare mosso può essere preferibile l’ancoraggio sopra punti di interesse.
Cura del pesce vivo
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Conservazione ottimale: mantenere le esche in secchi o vasche con acqua di mare ossigenata, assicurandosi che la temperatura sia stabile e adeguata alla specie. L’acqua deve essere pulita e in continuo movimento per evitare stress e affaticamento dell’esca.
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Evitare il sovraffollamento: è importante non inserire troppi pesci nello stesso contenitore, poiché il sovraffollamento aumenta lo stress, riduce la vitalità dell’esca e può provocare mortalità. Tenere sempre le esche ben distanziate.
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Montaggio dell’amo: fissare l’amo in modo da non danneggiare gravemente il pesce, permettendogli di nuotare liberamente e muoversi in modo naturale. Un’esca in buona salute con movimento realistico stimola maggiormente l’istinto predatorio dei pesci.
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Controllo continuo: durante la battuta di pesca, monitorare costantemente le esche e sostituire immediatamente quelle che appaiono stanche o ferite.
- Rispetto del benessere dell’esca: un esca viva e attiva non solo aumenta le probabilità di cattura, ma contribuisce anche a praticare una pesca più etica e sostenibile.
Rispetto delle norme e sostenibilità
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Conoscere la normativa locale: prima di ogni battuta di pesca, verificare attentamente limiti di taglia, quote di cattura e divieti previsti dalle autorità locali. Questo non solo evita sanzioni, ma contribuisce alla gestione responsabile delle risorse marine.
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Rilascio responsabile: predatori troppo piccoli o specie protette devono essere rilasciati immediatamente. Un rilascio corretto, effettuato con cura e velocità, aumenta le possibilità di sopravvivenza dell’animale.
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Pratiche sostenibili: adottare strategie di pesca che riducano stress e mortalità dell’esca e dei predatori. Questo include la gestione attenta delle esche vive, il corretto montaggio degli ami e la scelta di attrezzature adeguate per evitare ferite inutili.
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Preservazione della biodiversità: rispettare le regole e le buone pratiche aiuta a mantenere popolazioni di pesci sane e diversificate, garantendo la possibilità di pescate future altrettanto gratificanti.
- Educazione e responsabilità: condividere conoscenze e comportamenti sostenibili con altri pescatori contribuisce a creare una comunità più consapevole e rispettosa dell’ambiente marino.
Perché scegliere la pesca col vivo
La pesca col vivo rappresenta una delle tecniche più complete e gratificanti del mare, combinando strategia, pazienza e conoscenza dell’ambiente. Che si pratichi da barca o da riva, il successo dipende da pochi elementi chiave: gestione ottimale dell’esca viva, scelta accurata della montatura e osservazione attenta di correnti, fondali e comportamento dei predatori.
Praticata con costanza e attenzione, questa tecnica permette di catturare predatori di grande taglia, migliorare le proprie capacità di pesca e vivere esperienze emozionanti e memorabili, in cui ogni ferrata diventa un momento adrenalinico e ogni battuta di pesca una lezione sul mare e sulle sue dinamiche.
Inoltre, la pesca col vivo, se condotta nel rispetto delle norme e con pratiche sostenibili, consente di proteggere la fauna marina, preservando la biodiversità e assicurando che le future generazioni possano godere delle stesse emozioni.
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