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Pesca Eging: guida completa per calamari e seppie

Pesca Eging — Guida completa

Vuoi avvicinarti alla pesca ai cefalopodi in mare e imparare a catturare seppie, calamari e totani con le esche artificiali dedicate? Allora questa guida fa per te.
L’Eging è una tecnica di origine giapponese sempre più popolare anche sulle nostre coste, capace di unire leggerezza, sensibilità e un pizzico di spettacolarità grazie all’uso delle totanare, chiamate anche egi.

In questo articolo troverai una panoramica completa e strutturata per iniziare con il piede giusto o affinare la tua esperienza:

  • cos’è l’eging e quali sono i suoi principi;
  • quale attrezzatura utilizzare (canna, mulinello, fili e finali più adatti);
  • le grammature e i modelli di egi da scegliere in base a profondità e condizioni;
  • le montature e i nodi più efficaci;
  • le tecniche di animazione per rendere le totanare irresistibili;
  • le specie che puoi insidiare e i periodi migliori;
  • i pro e contro di questa tecnica;
  • consigli pratici su meteo, fasi lunari, maree e ambienti per massimizzare le catture.

Che tu sia un principiante curioso o un pescatore esperto in cerca di perfezionamento, questa guida ti offrirà spunti e strategie per vivere l’eging con maggiore consapevolezza e successo.

Pesca Eging: guida completa per calamari e seppie

Cos’è l’Eging

L’Eging è una tecnica di pesca moderna e affascinante nata in Giappone, oggi ampiamente diffusa anche lungo le coste europee e italiane. È stata sviluppata per insidiare in maniera mirata i cefalopodi – in particolare calamari, seppie e talvolta totani – utilizzando esche artificiali chiamate egi o totanare.

Queste esche sono studiate per imitare con realismo i movimenti di piccoli gamberetti o pesciolini, prede naturali di calamari e seppie. La loro efficacia non dipende solo dall’aspetto, ma soprattutto dalla capacità di essere animate con movimenti specifici, in grado di stimolare l’istinto predatorio dei cefalopodi.

A rendere l’eging così apprezzato è la sua immediatezza e spettacolarità: attrezzatura leggera, tocche sottili ma emozionanti e una sensazione diretta con la preda. Una disciplina tecnica ma allo stesso tempo accessibile, che permette di vivere la pesca in maniera dinamica e divertente, sia da riva che da barca.

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Attrezzatura: la base per iniziare (e per crescere)

Per praticare l’Eging con successo non basta lanciare una totanara in acqua: serve un’attrezzatura equilibrata, studiata apposta per garantire sensibilità, precisione e comfort. Vediamo nel dettaglio ogni componente fondamentale.

🎣 Canna

La scelta della canna è il primo passo per praticare l’Eging con soddisfazione. Si tratta dell’attrezzo che ti mette in diretto contatto con l’esca e ti permette di percepire le abboccate spesso impercettibili dei cefalopodi.

  • Lunghezza ideale: varia tra 2,10 m e 2,70 m. Una canna più lunga è perfetta per chi pesca da costa o scogliera, dove serve lanciare lontano e controllare meglio l’esca in ampie superfici d’acqua. Le versioni più corte, invece, risultano pratiche e maneggevoli in barca, dove la distanza di lancio è meno importante ma contano precisione e comodità.

  • Caratteristiche costruttive: le Eging Rod sono canne leggere, ben bilanciate e progettate con un’azione rapida o di punta. Questa struttura le rende sensibili al minimo movimento dell’egi e capaci di trasmettere fedelmente vibrazioni e “tocchi” sottili.

  • Casting range: studiate per gestire egi da 6 a 30 g (misure 2.5–4.0), coprono tutte le condizioni comuni di pesca, dalle acque basse e tranquille fino a fondali più profondi o mare leggermente mosso.

💡 Perché conta: la punta morbida è ciò che permette di accorgersi dei “tocchi” leggeri tipici di seppie e calamari, mentre il blank robusto offre la giusta riserva di potenza per ferrate decise e un recupero sicuro anche con prede di buona taglia. Una canna ben scelta rende l’azione di pesca più naturale, riduce la fatica e aumenta le probabilità di successo.

Pesca Eging: guida completa attrezzatura

🌀 Mulinello

Il mulinello è il cuore dell’attrezzatura da Eging, perché deve garantire fluidità, resistenza e affidabilità in ogni fase: dal lancio al recupero, fino al combattimento con il cefalopode.

Taglia consigliata: i formati più utilizzati sono 2500–4000, da abbinare alla lunghezza e alla potenza della canna. Un 2500 è perfetto per chi cerca leggerezza e compattezza, ideale su canne corte da barca o per lunghe sessioni di pesca; un 3000–4000 offre maggiore capienza di treccia e robustezza, adatta a spot più profondi o esemplari di dimensioni importanti.

Caratteristiche fondamentali:

  • Peso contenuto, per non sbilanciare la canna e ridurre la fatica nei lanci ripetuti.
  • Frizione fluida e progressiva, indispensabile per accompagnare le fughe dei calamari senza strappare i tentacoli.
  • Materiali anti-salsedine, che proteggono meccanismi e cuscinetti dalla corrosione tipica dell’ambiente marino.
  • Rapporto di recupero medio (circa 5.0–5.3:1): non serve estrema velocità, ma un recupero regolare che consenta di mantenere sempre il controllo sull’esca e percepire i tocchi più leggeri.

💡 Perché è importante: un mulinello ben bilanciato e affidabile non solo rende la pesca più piacevole, ma riduce rotture, parrucche e stress sul trecciato, aumentando l’efficacia complessiva dell’intera attrezzatura.


🧵 Filo / Trecciato (Mainline)

Il filo principale è un elemento spesso sottovalutato, ma nell’Eging gioca un ruolo cruciale. La scelta corretta del trecciato può fare la differenza tra percepire una toccata delicata e lasciarsi sfuggire un’occasione.

Perché il trecciato PE: nell’eging si utilizza quasi sempre il PE (Polyethylene braided line), un filo intrecciato estremamente sottile, privo di elasticità e con un’elevata sensibilità. Questo permette di avvertire anche i “morsi” più leggeri dei cefalopodi e trasmettere con precisione i movimenti dell’egi.

Diametri consigliati: i più diffusi sono compresi tra PE 0.4 e PE 0.8, equivalenti a #0.6 o #1 secondo le classificazioni giapponesi. Questi diametri garantiscono il giusto compromesso tra resistenza, leggerezza e maneggevolezza.

Vantaggi del filo sottile:

  • Lanci più lunghi e precisi, grazie al ridotto attrito sugli anelli.
  • Maggiore sensibilità, per trasmettere anche le vibrazioni minime.
  • Affondamento più naturale delle totanare, fondamentale quando i calamari sono sospettosi o in condizioni di acqua calma.

💡 Consiglio pratico: scegli sempre un trecciato di qualità, specifico per l’uso in mare e trattato contro l’abrasione e la salsedine. Un buon filo mantiene costante la sua resistenza nel tempo e riduce il rischio di rotture improvvise.


🔗 Leader (Finale)

Il leader è il collegamento tra trecciato e totanara, un componente apparentemente semplice ma fondamentale nell’eging. La sua funzione è duplice: rendere il filo meno visibile ai cefalopodi e proteggere la lenza principale da abrasioni e sfregamenti.

Materiale consigliato: il più utilizzato è il fluorocarbon, per la sua trasparenza in acqua, la resistenza all’abrasione e la rigidità che riduce i grovigli. In alternativa si può usare un nylon di alta qualità, più economico e leggermente più elastico, utile per ammortizzare le fughe.

Lunghezza ideale: da 1 a 3 metri, variabile in base alla limpidezza dell’acqua e alla conformazione dello spot. In acque cristalline meglio allungarlo, mentre in zone con ostacoli o fondali misti si può accorciare per migliorare la gestione dell’esca.

Carico di rottura consigliato: compreso tra 6 e 12 lb (≈ 2,7–5,4 kg). La scelta dipende da diversi fattori:

  • 6–8 lb: per acque limpide e cefalopodi di taglia medio-piccola.
  • 10–12 lb: in presenza di rocce, strutture sommerse o quando si insidiano esemplari di dimensioni maggiori.

📊 Conversioni utili:

  • 6 lb ≈ 2,72 kg
  • 7 lb ≈ 3,18 kg
  • 8 lb ≈ 3,63 kg
  • 10 lb ≈ 4,54 kg
  • 12 lb ≈ 5,44 kg

💡 Consiglio dell’esperto: sostituisci regolarmente il leader, soprattutto dopo incagli o catture, perché anche micro-abrasioni invisibili possono compromettere la tenuta durante una ferrata.


🦑 Totanare (EGI) — misure, grammature e affondamento

Le totanare, chiamate anche egi, rappresentano il cuore dell’eging: sono esche artificiali progettate per imitare piccoli gamberi o pesciolini, prede naturali di calamari e seppie. La loro efficacia dipende non solo dall’aspetto, ma soprattutto dalla taglia, dal peso e dalla velocità di affondamento.

📏 Misure e grammature più comuni

Ogni misura (da 2.5 a 4.0) corrisponde a una lunghezza e un peso standard:

  • 2.5 → 70–75 mm ≈ ~11 g → ideali per fondali bassi, acque calme e cefalopodi sospettosi.

  • 3.0 → 90 mm ≈ ~16 g → misura equilibrata e polivalente, perfetta per la maggior parte delle situazioni.

  • 3.5 → 100–105 mm ≈ ~22 g → consigliata in acque mediamente profonde o con leggere correnti.

  • 4.0 → 105–120 mm ≈ ~26 g → indicata per spot molto profondi, mare mosso o per insidiare calamari di grossa taglia.

⏱️ Sink-rate (velocità di affondamento)

Oltre alla taglia, ogni egi è caratterizzata da una velocità di caduta, espressa in secondi per metro:

  • Shallow / Super-Shallow → affondamento lento, ideale per fondali bassi, praterie di posidonia o zone ricche di ostacoli.
  • Normal → affondamento standard, adatto alla maggior parte delle situazioni di pesca.
  • Deep / Fast → affondamento rapido, perfetto per raggiungere velocemente il fondo in acque profonde o in presenza di forte corrente.

🎨 Colori e rivestimenti

  • Naturali (marrone, verde, blu): da preferire in acque limpide e di giorno.
  • Vivaci e fluo (rosa, arancio, rosso): ideali con acqua torbida o in condizioni di scarsa visibilità.
  • Glow e UV (Keimura): molto efficaci di notte o in profondità, grazie alla fluorescenza che attira i cefalopodi.

💡 Consiglio pratico: porta sempre con te un set di almeno 3–4 egi di misure e sink-rate diversi e abbina colori naturali a varianti più vistose. Così potrai adattarti rapidamente a cambiamenti di luce, profondità e comportamento dei cefalopodi.


🧰 Accessori indispensabili

Oltre a canna, mulinello e totanare, ci sono accessori chiave che rendono la pesca Eging più comoda, sicura ed efficace. Sceglierli con cura può fare la differenza, soprattutto durante lunghe sessioni o in condizioni difficili.

  • Guadino con manico telescopico: essenziale per recuperare calamari e seppie senza stressarle o danneggiarle. Un modello telescopico permette di adattare la lunghezza in base al punto di pesca, dalle scogliere alla barca.

  • Pinze e tronchesi: strumenti fondamentali per gestire ami, sostituire terminali o liberare l’egi da eventuali incagli. Pinze resistenti e tronchesi affilate riducono il rischio di lesioni alla lenza o alla mano.

  • Scatola portatotanare: organizzare le esche in base a misura, colore e tipo di sink-rate velocizza i cambi durante la pesca e mantiene le totanare in perfette condizioni, evitando grovigli o danneggiamenti.

  • Moschettini / snap piccoli e resistenti: utili per cambiare velocemente le egi senza rifare il nodo ogni volta. È importante scegliere modelli sottili e di qualità, per non alterare l’azione naturale dell’esca. Molti pescatori esperti, tuttavia, preferiscono il nodo diretto per preservare la libertà di movimento dell’egi e massimizzare l’attrattività.

💡 Consiglio pratico: avere tutti questi accessori ben organizzati non solo semplifica la pesca, ma riduce anche lo stress sull’attrezzatura e aumenta le probabilità di successo in ogni condizione.

Pesca Eging: guida completa montature e nodi

🎣 Montature e nodi (finale classico)

La montatura è fondamentale nell’eging, perché determina come l’egi si muove in acqua e quanto sensibilmente trasmette i tocchi del cefalopode. Una corretta costruzione del finale può fare la differenza tra una cattura e un’occasione persa.

🔹 Schema classico

La configurazione più diffusa prevede:
trecciato (bobina) → nodo o small loop → fluorocarbon finale 1–3 m → egi

Questa struttura è semplice, versatile e permette un’azione naturale dell’esca, mantenendo al contempo buona resistenza agli ostacoli.

🔹 Nodi consigliati

  • Uni Knot e Improved Clinch Knot: semplici, sicuri e adatti al collegamento del fluorocarbon alla treccia o alla totanara.
  • Loop-to-loop o dropper loop: particolarmente indicati se si pre-legano gli anelli sul finale o si vogliono montature multiple. Lasciando maggiore libertà di movimento all’egi, aumentano l’attrattiva e facilitano le abboccate.

💡 Consiglio pratico: il nodo loop permette all’egi di muoversi più liberamente, simulando meglio i movimenti naturali di un gamberetto o di un piccolo pesce.

🔹 Moschettini / snap

  • Vantaggi: permettono un cambio rapido dell’egi senza rifare il nodo, utile quando si vogliono testare diverse misure, colori o sink-rate in poco tempo.
  • Svantaggi: possono modificare leggermente l’azione naturale dell’esca e aggiungere ingombro, soprattutto se troppo grandi.

Suggerimento: molti egingisti esperti preferiscono collegare l’egi direttamente al fluorocarbon, oppure usare snap molto piccoli e a profilo basso, soprattutto in pesca da scogliera o in situazioni dove la naturalezza dell’azione è cruciale.

Pesca Eging: guida completa Esche

🦑 Tipologie di egi e come scegliere (velocità di affondamento e colore)

Scegliere la totanara giusta non significa solo prendere la misura corretta: è fondamentale considerare sink-rate, colore e finiture, perché questi fattori determinano quanto l’esca sarà visibile e attraente per calamari e seppie.

⏱️ Velocità di affondamento (sink-rate)

Le egi sono progettate con diverse velocità di affondamento, che influenzano la profondità e il comportamento dell’esca:

  • Super-Shallow / Shallow: affondano lentamente; ideali per fondali bassi, posidonia o acque calme.
  • Normal / Basic: sink-rate standard, versatili in quasi tutte le condizioni.
  • Deep / Fast: affondano rapidamente; perfette per acque profonde o con corrente forte.

💡 Regola pratica: in spot profondi o con forte corrente preferisci egi più pesanti o tipo “Deep”, mentre in pescate vicino alla superficie o su fondali bassi servono egi Shallow o Slow-Fall.

🎨 Colori e finiture

  • Naturali / Realistici: imitano gamberetti o pesciolini; ideali in acque limpide e di giorno.
  • Vivaci / Fluorescenti: arancio, rosa, rosso; utili in acque torbide, scure o di notte.
  • Glow e KEIMURA: parti luminescenti o trattate con rivestimenti speciali che aumentano l’attrattività, efficaci in condizioni di scarsa luce o a profondità elevate.


🎣 Tecniche: come animare l’egi

L’animazione è ciò che rende l’egi irresistibile per i cefalopodi. Variando ritmo, lunghezza delle strappate e pause puoi adattarti al comportamento della preda e alle condizioni dell’acqua.

1. Lancio e caduta controllata

Lancia l’egi e lasciala affondare contando i secondi (3–6 s, a seconda del sink-rate e della profondità stimata). La caduta naturale stimola spesso l’attacco dei cefalopodi più sospettosi.

2. Lift & Fall (solleva e lascia cadere)

Sollevando la canna di 30–70 cm con uno o due piccoli jerk, poi lasciando cadere l’egi, si imita il movimento di un gamberetto che fugge e cade. La maggior parte delle abboccate avviene durante il fall dell’esca. Ripeti con pause variabili per aumentare l’efficacia.

3. Twitch & Pause / TataKi

Rapidi tocchi della punta (twitch) seguiti da brevi pause creano un movimento irregolare e naturale, perfetto quando i cefalopodi sono sospettosi o in acque calme.

4. Drift / Jigging dalla barca

In pesca da barca, lasciare scendere l’egi e animarla verticalmente o leggermente su e giù con scatti brevi è molto efficace sui fondali o lungo dislivelli (drop-off).

💡 Regola d’oro: varia sempre il ritmo, la lunghezza della strappata e le pause. Usa la punta della canna per “sentire” il tocco: le abboccate dei cefalopodi sono spesso diverse da quelle dei pesci ossei, con piccoli trascinamenti o un peso che si attacca delicatamente.

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🐙 Quali prede puoi insidiare

L’eging è una tecnica specificamente pensata per i cefalopodi, con target principali seppie e calamari. Conoscere le specie e i loro comportamenti è fondamentale per scegliere esche, colori, profondità e tecniche di animazione più efficaci.

1. Seppie (Sepia officinalis e affini)

  • Habitat: prediligono fondali sabbiosi o fangosi vicino a strutture, scogliere, praterie di posidonia e zone con piccole insenature.
  • Comportamento: spesso stazionarie, si mimetizzano bene con l’ambiente; rispondono a egi di dimensioni medio-piccole (2.5–3.5) e colori naturali o luminescenti, soprattutto vicino al fondo o durante la caduta dell’esca.

2. Calamari e totani (varie specie)

  • Habitat: si spostano spesso in branchi, prediligendo acque più aperte ma con punti di riferimento come scogliere sommerse o drop-off.
  • Comportamento: più aggressivi e curiosi; attaccano egi di diverse misure (da 2.5 a 4.0), rispondendo bene a animazioni Lift & Fall e Twitch. In acque torbide o di notte, i colori vivaci o glow aumentano le catture.

3. Polpi (Octopus vulgaris e simili)

  • Habitat: zone rocciose, anfratti e scogliere sommerse.
  • Comportamento: occasionalmente catturati con egi, ma in genere preferiscono esche naturali come piccoli pesci o crostacei. Se l’obiettivo principale è il polpo, sono consigliabili montature dedicate con esche vive o artificiali specifiche.

💡 Nota pratica: l’eging è concepito soprattutto per seppie e calamari, che rappresentano il target principale. La conoscenza dell’habitat e delle abitudini di questi cefalopodi permette di ottimizzare profondità, colori e animazione, aumentando significativamente le probabilità di successo.

Pesca Eging: guida completa

⚖️ Pro e contro della pesca Eging

L’Eging è una tecnica affascinante, ma come tutte le discipline di pesca presenta punti di forza e alcune criticità. Conoscerli aiuta a prepararsi al meglio e a godersi l’esperienza in ogni situazione.

✅ Pro

  • Estremamente coinvolgente: l’eging è una pesca dinamica e “sportiva”, che richiede attenzione costante e offre una grande soddisfazione ad ogni cattura. Ogni lancio, ogni strappo e ogni tocco trasmettono emozioni immediate, rendendo l’esperienza intensa e appagante.

  • Attrezzatura leggera e sensibile: la canna sottile, abbinata al trecciato, trasmette ogni minima vibrazione dell’esca. Anche prede di piccola taglia regalano sensazioni tattili sorprendenti, permettendo di affinare la sensibilità e il controllo in acqua.

  • Versatile e adattabile: l’eging può essere praticata da riva, scogliera o barca e risulta efficace sia di giorno che di notte. Questa versatilità permette di adattarsi a diversi contesti, profondità e condizioni ambientali, rendendola ideale per ogni stagione.

  • Apprendimento tecnico gratificante: imparare a distinguere i tocchi delicati dei cefalopodi sviluppa rapidamente sensibilità e precisione. Con la pratica, ogni sessione diventa anche un’opportunità per migliorare tecnica, tempismo e strategia, rendendo la pesca ancora più soddisfacente.

❌ Contro

  • Curva di apprendimento: i tocchi dei cefalopodi sono spesso molto delicati e diversi da quelli dei pesci ossei. Interpretarli correttamente e ferrarli al momento giusto richiede pratica e pazienza, soprattutto per i principianti.

  • Sensibilità alle condizioni meteo: vento forte, mare mosso o correnti possono rendere difficili i lanci e compromettere la sensibilità del trecciato sottile. In queste situazioni, il controllo dell’esca e la precisione del recupero possono risultare più impegnativi.

  • Costi iniziali: una canna di qualità, un mulinello affidabile e totanare di buon livello non sono economici. Inoltre, la pesca da scogli può comportare la perdita di esche e accessori, aumentando le spese complessive.

  • Manutenzione costante: attrezzatura leggera e trecciato necessitano di pulizia e cura dopo ogni uscita, soprattutto in ambiente salmastro. La manutenzione regolare è fondamentale per preservarne efficienza, durata e affidabilità.

💡 Suggerimento pratico: affrontare l’eging con pazienza e gradualità permette di godere appieno dei suoi punti di forza, riducendo al minimo le difficoltà e trasformando ogni uscita in un’esperienza divertente e formativa.

Lettura dello spot e condizioni meteo nella pesca sportiva

🌊 Meteo e condizioni ambientali: quando e dove provare (consigli pratici)

L’attività dei cefalopodi è strettamente influenzata da fattori ambientali come fasi lunari, marea, corrente, vento e visibilità dell’acqua. Comprendere questi elementi aiuta a pianificare le uscite e aumentare le probabilità di successo.

🌕 Fasi lunari

La luna piena e il novilunio possono influenzare significativamente i movimenti dei cefalopodi. Studi e osservazioni sul campo indicano che la luminosità lunare e le diverse fasi possono aumentare la catturabilità, modulando l’attività notturna e la ricerca di prede.
💡 Suggerimento: prova a programmare le uscite attorno ai periodi di novilunio o luna piena, osservando come cambia la risposta delle totanare.

🌊 Marea e corrente

  • Una corrente moderata stimola la presenza di prede e attiva i cefalopodi, rendendo più efficace la pesca.
  • Correnti troppo forti o direzioni sfavorevoli possono ridurre il controllo dell’egi e compromettere i lanci.

💡 Pratica utile: studia le maree del tuo spot e prova a pescare nelle fasi di entrata o uscita della marea; annota le condizioni più produttive per creare un “diario di pesca” stagionale.

💨 Vento

  • Vento leggero è spesso favorevole: crea movimento sulla superficie e può aumentare l’attrattività dell’egi.
  • Vento forte rende il lancio più difficile e altera la presentazione naturale dell’esca, soprattutto da riva o scogliera.

🌊 Visibilità dell’acqua

  • Acque limpide: preferire egi con colori naturali e finish realistici, che imitano al meglio gamberetti e piccoli pesci.
  • Acque torbide o scure: usare colori contrastanti, fluorescenti o esche luminescenti (Glow / KEIMURA) per aumentare la visibilità.
  • La visibilità influenza anche la lunghezza del leader e il sink-rate scelto: in acqua limpida è consigliabile leader più lunghi e affondamenti più naturali; in acqua torbida, leader più corti e sink-rate più rapido aiutano a stimolare l’abboccata.

📝 Pratica utile

  • Annota le condizioni vincenti: fase lunare, marea, vento, temperatura dell’acqua e trasparenza.
  • Dopo alcune uscite, riuscirai a individuare pattern stagionali e situazioni più produttive per ogni spot, ottimizzando le future sessioni di pesca.

💡 Suggerimento finale: osservare attentamente la natura e adattare egi, colori, sink-rate e animazione alle condizioni ambientali è la chiave per diventare un egingista di successo.

Pesca Eging: per calamari e seppie

🧩 Montature specifiche e trucchi pratici

La scelta della montatura e di piccoli accorgimenti tecnici può fare la differenza tra una sessione di successo e una piena di frustrazione. Ecco alcune strategie pratiche per ottimizzare l’eging:

🔹 Finale corto vs finale lungo

  • Finale corto (1–1,5 m): migliora la trasmissione dei tocchi, permettendo di percepire ogni minimo movimento dei cefalopodi. Ideale in acque con ostacoli o in presenza di correnti leggere, dove serve massimo controllo sull’egi.

  • Finale lungo (2–3 m): riduce l’impatto della lenza sull’esca, particolarmente utile in acque limpide o quando i cefalopodi sono sospettosi. Aiuta a non spaventare la preda e consente animazioni più naturali.

💡 Suggerimento: scegli la lunghezza del leader in base alla visibilità dell’acqua e alla profondità dello spot; nelle acque limpide prediligi finale lungo, in acque torbide o correnti leggere finale corto.

🔹 Cambiare sink-rate

Porta sempre con te 2–3 egi con sink-rate diversi. Questo ti permette di sperimentare differenti strati della colonna d’acqua e capire a che profondità i cefalopodi sono più attivi. In caso di mare mosso o corrente variabile, avere a disposizione diverse cadute dell’esca aumenta le possibilità di cattura.

🔹 Attenzione agli ostacoli

Su fondali ricchi di scogli, posidonia o strutture sommerse:

  • Usa fluorocarbon più resistente o uno shock leader per proteggere la treccia e ridurre il rischio di rotture.

  • Alcuni produttori offrono leader specifici per eging con rivestimenti anti-abrasione, studiati per resistere a sfregamenti e urti senza compromettere la naturalezza dell’azione dell’esca.

💡 Trucco pratico: annota quali combinazioni di leader, sink-rate e animazione funzionano meglio in ogni spot. Dopo poche uscite, avrai un “kit vincente” pronto per ogni condizione.

 

🛡️ Sicurezza, etica e regolamenti

Praticare l’eging in modo responsabile non significa solo rispettare la legge, ma anche preservare l’ambiente e garantire la sicurezza propria e degli altri pescatori.

📜 Rispetto delle normative

  • Stagionalità e taglia minima: le regole cambiano a seconda della specie e della zona di pesca. Alcuni cefalopodi possono essere protetti in determinati periodi dell’anno o avere limiti di taglia per la cattura.
  • Verifica sempre le norme locali: consulta porti, leghe navali, associazioni di pesca o siti ufficiali prima di uscire. Essere informati evita multe e contribuisce alla conservazione delle specie.

🌿 Comportamento etico

  • Non abbandonare terminali o totanare: ami, leader e egi persi in mare rappresentano un pericolo per la fauna e l’ambiente. Porta sempre con te sacchetti o contenitori per recuperare eventuali materiali.
  • Rispetto delle altre persone e del territorio: evita di ostacolare altri pescatori, proteggi scogliere e zone naturali e non lasciare rifiuti.

⚠️ Sicurezza personale

  • In scogliere o scali esposti a mare mosso, presta attenzione a onde, vento e superfici scivolose.
  • Usa calzature antiscivolo e guanti quando manipoli ami e cefalopodi.

💡 Suggerimento pratico: combinare attenzione alla sicurezza, rispetto delle regole e comportamento etico non solo protegge te e l’ambiente, ma rende la pesca più gratificante e sostenibile nel tempo.

 

✅ Checklist rapida per una battuta di Eging

Attrezzatura principale:

  • Canna Eging: 2,1–2,7 m, azione di punta per massima sensibilità.
  • Mulinello: 2500–4000, leggero, con frizione fluida e resistente alla salsedine.

Filo e terminali:

  • Trecciato PE: 0.4–0.8, 100–200 m, per lanci lunghi e trasmissione ottimale dei tocchi.
  • Finali in fluorocarbon: 1–3 m, 6–12 lb; porta almeno due diametri diversi per adattarti a spot e visibilità.

Totanare (EGI):

  • Set di 2.5, 3.0, 3.5 con diversi sink-rate e colori (naturali, vivaci, glow/KEIMURA).
  • Portane sempre qualche variante per sperimentare profondità e condizioni dell’acqua.

Accessori utili:

  • Guadino con manico telescopico.
  • Pinze e tronchesi per gestione ami e incagli.
  • Scatola porta-esche ben organizzata per misura, colore e sink-rate.

Appunti e preparazione:

  • Notebook o scheda per annotare meteo, fase lunare, marea, vento, temperatura e trasparenza dell’acqua dello spot.
  • Controlla sempre sicurezza (calzature, guanti) e rispetto delle normative locali.

💡 Suggerimento pratico: tenere la checklist pronta e aggiornata ti permette di non dimenticare nulla e di affrontare ogni uscita in modo efficiente e divertente.

 

📝 Consigli pratici finali (trucchi dell’esperto)

  • Porta poche ma strategiche misure di egi: 2–3 totanare sono sufficienti per iniziare. La misura 3.0 è spesso considerata una “tuttofare”, versatile in molte condizioni e per diverse profondità.

  • Varia animazione e profondità: se i cefalopodi non mordono, prova a modificare la velocità di recupero, la lunghezza delle strappate e il tempo di caduta. A volte un movimento più lento o una caduta più lunga dell’egi possono fare la differenza tra una cattura e una giornata senza risultati.

  • Cura l’imbobinatura del mulinello: un filo ben avvolto e privo di nodi previene grovigli (“parrucche”) e facilita lanci più lunghi e precisi. Controlla sempre nodi e tensione prima di uscire in mare.

  • Pescare di notte: utilizza egi con parti luminescenti o glow, che attirano cefalopodi e novellame. Luci moderate da barca o porto possono incrementare l’attività dei piccoli pesci e rendere la pesca più produttiva.

  • Osserva e annota: ogni spot e ogni condizione meteorologica sono diversi. Tenere un diario di pesca con fasi lunari, marea, vento, colore dell’acqua e profondità ti permette di individuare pattern stagionali e strategie vincenti nel tempo.

💡 Trucco dell’esperto: in eging, adattarsi rapidamente alle condizioni e avere un approccio flessibile all’animazione dell’egi spesso è più importante della quantità di esche portate o della forza del lancio.

 

L’eging è una tecnica estremamente gratificante: unisce abilità, sensibilità e creatività, richiedendo al pescatore di osservare, interpretare e adattarsi all’ambiente. Con la giusta attrezzatura — canna sensibile, treccia sottile, finale in fluorocarbon e un set di totanare ben selezionato — e un approccio metodico alle condizioni meteo e ambientali, le possibilità di successo aumentano notevolmente.

La chiave sta nella sperimentazione controllata: variare misura, sink-rate, colore dell’egi e animazioni ti permette di capire cosa funziona meglio in ogni situazione. Con pazienza e pratica, anche i tocchi più delicati dei cefalopodi diventano facilmente percepibili, trasformando ogni uscita in un’esperienza coinvolgente e formativa.

💡 Suggerimento pratico: tieni un diario di pesca con spot, marea, fase lunare, colore dell’acqua e animazioni usate. Col tempo, questo ti aiuterà a sviluppare strategie personalizzate e a diventare un egingista sempre più esperto.

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