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Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 – tra storia, spettacolo e montagne leggendarie

Il Tour de France 2026 promette spettacolo puro: 21 tappe, 3.333 km di emozioni, 5 arrivi in salita e il doppio arrivo storico all’Alpe d’Huez.
In questo articolo trovi il percorso completo, le altimetrie, i dislivelli e le curiosità di ogni frazione dai Pirenei precoci al gran finale sugli Champs-Élysées di Parigi.
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🏁 Guida rapida al Tour de France 2026

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Introduzione generale

Il Tour de France 2026 si preannuncia come una delle edizioni più spettacolari e imprevedibili degli ultimi anni. Il percorso, presentato ufficialmente da ASO (Amaury Sport Organisation), unisce innovazione e tradizione: grande partenza da Barcellona, doppio arrivo storico all’Alpe d’Huez e oltre 3.300 chilometri di battaglia attraverso Pirenei, Massiccio Centrale, Vosgi e Alpi.

La corsa più seguita del mondo torna così a celebrare la sua essenza: un viaggio epico di tre settimane attraverso paesaggi mozzafiato, salite leggendarie e tattiche al limite tra resistenza e strategia. Il tracciato 2026 promette una miscela perfetta di cronometro, tappe vallonate, arrivi in salita e giornate per i velocisti – ma con pochissimi momenti di vera tregua.

La partenza dalla Catalogna, in una Barcellona vestita di giallo, porterà subito adrenalina grazie a una cronosquadre spettacolare tra Sagrada Família e Montjuïc, prima che il gruppo risalga verso i Pirenei. Da lì, sarà un crescendo di dislivelli, storie e simboli: dal mitico Tourmalet alle pendenze del Puy Mary, dal verde dei Vosgi fino alla maestosità delle Alpi, dove la doppia scalata all’Alpe d’Huez chiuderà il cerchio prima della tradizionale passerella sugli Champs-Élysées.

Ma il Tour non è solo sport: è un racconto di uomini, di fatica e di sogni, di piccole città che diventano capitali del ciclismo per un giorno e di tifosi che trasformano ogni curva in un anfiteatro. Dietro ogni tappa si nascondono storie di riscatto, curiosità geografiche, strategie di squadra e dettagli tecnici che spesso fanno la differenza tra trionfo e disfatta.

In questo articolo ripercorreremo tutte le tappe del Tour de France 2026, una per una, analizzandone lunghezza, dislivello, caratteristiche altimetriche e curiosità da non perdere per vivere la corsa con lo sguardo di chi vuole capire, oltre che tifare.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026
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TUTTE LE TAPPE DEL TOUR DE FRANCE 2026

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Pima tappa: Barcellona

Tappe 1–9 — Dalla Catalogna ai Pirenei

Tappa 1 — Sabato 4 luglio 2026

Barcellona → Barcellona (cronosquadre)

Lunghezza: 19 km
Dislivello: ~200 m

La prima tappa del Tour de France 2026 segna un ritorno alla spettacolarità e alla tattica pura fin dal primo giorno. Si parte e si arriva a Barcellona, città simbolo di modernità, architettura e cultura sportiva, con un percorso di 19 chilometri disegnato interamente tra le vie del capoluogo catalano. Sarà una cronosquadre (TTT), una formula rara e affascinante che non apriva il Tour fin dal 1971.

🏙️ Un percorso urbano dal fascino mondiale

Il tracciato si snoda tra alcuni dei luoghi più iconici di Barcellona, offrendo uno spettacolo unico sia per chi pedala che per chi guarda. Dopo la partenza nei pressi dell’Avinguda de la Catedral, i corridori attraverseranno tratti pianeggianti e molto scorrevoli che costeggiano la Sagrada Família e il Passeig de Gràcia, prima di puntare verso la zona di Montjuïc.

Gli ultimi chilometri saranno tutt’altro che banali: la salita verso il Montjuïc Stadium, con pendenze che toccano l’8%, può rompere il ritmo e creare disallineamenti nei treni. Dopo la discesa tecnica verso il traguardo, posizionato nell’area del porto vecchio, le differenze tra squadre compatte e formazioni meno sincronizzate potrebbero già diventare decisive.

⚙️ Una prova di tecnica e coordinazione

La cronosquadre non è solo questione di forza, ma di armonia e sincronizzazione. Le squadre dovranno mantenere una linea perfetta, alternando i cambi in modo fluido per evitare salti di ritmo e dispersione di energie.
Il regolamento stabilisce che il tempo valido per la tappa sarà quello del quarto corridore della squadra a tagliare il traguardo, ma ogni ciclista vedrà registrato anche il proprio tempo individuale ai fini della classifica generale. Questo significa che la gestione degli uomini sarà fondamentale: troppo ritmo e si rischia di perdere gregari preziosi; troppo prudenza e si lascia tempo sul cronometro.

Le squadre con specialisti della cronometro come quelle costruite intorno a corridori completi e potenti (pensiamo a UAE, Visma, Ineos o Bora) avranno un vantaggio naturale, ma servirà anche grande lucidità tattica. Gli errori nelle curve di Montjuïc o nei rilanci dopo le rotonde potrebbero costare secondi preziosi.

💨 Un prologo che può già orientare la classifica

Nonostante si tratti di una tappa breve, i distacchi possono essere significativi: tra le prime e le ultime squadre al traguardo potrebbero esserci 30–45 secondi, differenze non trascurabili in ottica Maglia Gialla. Chi punta alla generale dovrà affidarsi a compagni forti contro il tempo e a una partenza controllata per evitare forzature nei primi chilometri.

La Maglia Gialla, dunque, potrebbe finire già sulle spalle di un gregario di lusso o di un velocista con buona tenuta, pronto a difenderla nei giorni successivi. Ma, soprattutto, questa prima tappa getterà le basi psicologiche della corsa: chi parte con un margine positivo potrà gestire con serenità la salita di Les Angles (tappa 3), chi invece perderà tempo dovrà attaccare molto presto.

🌇 Barcellona, cornice perfetta per il Grand Départ

La scelta di Barcellona come sede del Grand Départ non è casuale. La città catalana, già teatro di tappe della Vuelta e dei Mondiali 1973, rappresenta l’unione tra cultura, passione sportiva e innovazione. Le strade ampie e il panorama sul Mediterraneo offriranno una cornice mozzafiato, mentre la folla prevista sarà da record.

Il connubio tra arte (Gaudí), storia e ciclismo renderà questa tappa un momento unico anche dal punto di vista mediatico: droni, riprese aeree e pubblico internazionale daranno il via perfetto a tre settimane di leggenda.

🔍 Cose da sapere

  • Partenza e arrivo: centro di Barcellona
  • Tratti chiave: Sagrada Família, Passeig de Gràcia, Montjuïc
  • Lunghezza: 19 km (cronosquadre)
  • Dislivello: circa 200 m
  • Pendenza massima: 8% su Montjuïc
  • Tempo medio previsto dei migliori: ~21 minuti
  • Strategia chiave: cambi regolari, coordinazione perfetta e gestione delle curve urbane

La tappa inaugurale del Tour de France 2026 non sarà solo una vetrina spettacolare, ma un banco di prova tecnico e mentale. Le squadre dovranno dimostrare compattezza, visione tattica e capacità di gestire le pressioni di un inizio carico di aspettative.
In soli 19 chilometri, il Tour entrerà subito nel vivo: ogni secondo potrà pesare come un minuto, e chi riuscirà a indossare la prima Maglia Gialla lo farà con merito e con una squadra perfettamente orchestrata.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026: Seconda tappa: Barcellona - Tarragona

Tappa 2 — Domenica 5 luglio 2026

Tarragona → Barcellona

Lunghezza: 178 km
Dislivello: ~2.550 m

La seconda tappa del Tour de France 2026 si annuncia già come una delle più interessanti della prima settimana: una giornata mossa, disegnata sulle dolci ma insidiose colline catalane, con un finale spettacolare nel cuore di Barcellona. Dopo la cronosquadre inaugurale, sarà la prima occasione per vedere le squadre all’attacco e i corridori misurarsi in un terreno più dinamico, dove forza, strategia e lettura della corsa faranno la differenza.

🌄 Dal mare alla collina: un percorso vario e insidioso

La partenza è fissata a Tarragona, antica città portuale affacciata sul Mediterraneo e celebre per i suoi resti romani. I primi chilometri scorrono lungo la costa, su strade ampie ma esposte al vento marino, che potrebbe diventare un fattore determinante nella prima parte della tappa. Se la brezza si trasforma in vento trasversale, non è escluso che qualche squadra cerchi di creare ventagli e tagliare il gruppo, mettendo in difficoltà chi dovesse farsi trovare distratto o troppo arretrato.

Dopo una cinquantina di chilometri pianeggianti, il percorso lascia la costa per addentrarsi nelle colline dell’entroterra catalano, con una sequenza di salite brevi ma ripide, tipiche di questa regione. Le pendenze raramente superano il 7-8%, ma la continua alternanza di salite e discese renderà la giornata più impegnativa di quanto suggerisca l’altimetria. Il dislivello complessivo supera i 2.500 metri, segno che la tappa potrebbe riservare sorprese anche tra i corridori di classifica generale.

🏙️ Finale spettacolare nel circuito urbano di Barcellona

Il ritorno verso Barcellona segnerà una svolta nel ritmo della tappa. Gli ultimi 20 chilometri si correranno su un circuito cittadino disegnato intorno a Montjuïc, lo stesso colle che aveva già caratterizzato il finale della cronosquadre del giorno precedente. Qui i corridori affronteranno ancora una volta la salita verso lo Stadio Olimpico, una rampa breve ma esplosiva, con tratti fino all’8%, seguita da una discesa tecnica e veloce verso il traguardo situato vicino al Port Vell.

Questo finale è perfetto per i puncheur, i corridori capaci di sprintare in salita, ma anche per i velocisti resistenti che sanno sopportare gli strappi corti senza perdere troppa velocità. I classici nomi come Van Aert, Pidcock o Matthews (a seconda delle formazioni presenti) potrebbero essere protagonisti ideali per un arrivo di questo tipo.

⚙️ Tattiche e possibili scenari di gara

La tappa si presta a diversi scenari tattici:

  • Se il gruppo resta compatto, sarà uno sprint a ranghi ristretti dopo l’ultimo passaggio su Montjuïc.
  • Se invece il ritmo si alza sulle colline dell’interno, è probabile che una fuga ben organizzata arrivi fino in fondo, soprattutto se le squadre dei velocisti non trovano collaborazione.
  • Infine, le squadre dei leader di classifica dovranno mantenere alta l’attenzione: il rischio di ventagli lungo la costa e di frazionamenti nel circuito urbano è concreto, e perdere anche solo 10-15 secondi in queste tappe può pesare moltissimo nella generale.

Chi indossa la Maglia Gialla dopo la cronosquadre (probabilmente un uomo di una squadra forte a cronometro) dovrà difendersi con prudenza. L’obiettivo sarà evitare imprevisti più che cercare gloria: meglio perdere la tappa che rischiare una caduta o un ritardo inatteso.

🌅 La bellezza del ciclismo catalano

Oltre all’aspetto sportivo, la tappa offre una vetrina turistica di altissimo livello. I paesaggi costieri del Mediterraneo, le colline della comarca del Penedès — famosa per il suo vino e i campi di olivi — e il rientro nella capitale catalana offriranno immagini spettacolari. L’arrivo a Barcellona, con il mare sullo sfondo e l’atmosfera calda di una domenica estiva, rappresenterà una celebrazione perfetta per il primo weekend del Tour.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Tarragona (livello del mare)
  • Arrivo: Barcellona (quota 60 m)
  • Lunghezza: 178 km
  • Dislivello totale: circa 2.550 m
  • Punti chiave: tratti costieri ventosi, salite brevi nell’entroterra, rampa di Montjuïc nel finale
  • Tendenza di gara: tappa mossa, ideale per fughe o sprint ridotto
  • Tempo previsto dei vincitori: circa 4h20’

La Tappa 2 del Tour de France 2026 rappresenta il perfetto equilibrio tra spettacolo e strategia. Non è una tappa di montagna, ma neanche un semplice trasferimento: è un terreno dinamico, da interpretare con intelligenza. Chi vorrà vincere dovrà saper leggere la corsa, gestire il vento e affrontare il finale con esplosività e sangue freddo.

Un giorno che, pur non decidendo ancora la corsa, potrà modellare la classifica, creare le prime tensioni tra i leader e soprattutto accendere lo spirito del Tour lungo la calda costa catalana.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026: Terza tappa: Granollers - Les Angles

Tappa 3 — Lunedì 6 luglio 2026

Granollers → Les Angles (arrivo in salita)

Lunghezza: 196 km
Dislivello: ~3.950 m

La terza tappa del Tour de France 2026 segnerà il vero ingresso nelle montagne e il primo grande test per gli uomini di classifica. Dopo due giornate catalane di spettacolo e ritmo urbano, il gruppo lascerà la pianura di Granollers per dirigersi verso i Pirenei, affrontando quasi 4.000 metri di dislivello in un tracciato lungo, impegnativo e pieno di salite regolari.

È la prima tappa di montagna dell’edizione 2026 e anche la prima con arrivo in salita, al plateau di Les Angles, una stazione sciistica a oltre 1.600 metri d’altitudine che promette di offrire un panorama mozzafiato e le prime vere differenze nella classifica generale.

🏔️ Il percorso: dai colli catalani ai veri Pirenei

La partenza da Granollers, a nord di Barcellona, è simbolica: è l’addio alla costa e l’ingresso nella parte più selvaggia della Catalogna. I primi 70 chilometri attraversano un territorio ondulato, con continui saliscendi che preparano le gambe ai grandi colli della giornata. Le squadre dei leader cercheranno di controllare la corsa, ma la combinazione di terreno nervoso e strade strette potrebbe favorire una fuga numerosa.

Il primo punto chiave arriva intorno al chilometro 100, con la salita del Col de Toses (1.790 m), una lunga ascesa di 17 km al 5,8% di pendenza media. È la prima vera scalata del Tour 2026: non è durissima, ma sufficiente per testare le gambe dopo due tappe frenetiche. Dalla cima, una discesa veloce e tecnica porta nella vallata di Puigcerdà, prima di risalire verso il confine francese.

Da qui, il gruppo entrerà ufficialmente nei Pirenei Orientali, dove la corsa cambierà tono. Le temperature potrebbero calare, il vento diventare irregolare e l’altitudine iniziare a farsi sentire.

⛰️ L’arrivo in quota: la salita di Les Angles

L’ultima parte della tappa sarà tutta in crescendo. L’ascesa finale verso Les Angles misura circa 7,7 km con una pendenza media del 7,2%, ma con tratti centrali che toccano il 9-10%. La salita inizia dopo una lunga sezione di falsopiano che spesso porta i corridori a sottovalutare la fatica: qui, la gestione dello sforzo diventa fondamentale.

Chi partirà troppo forte rischia di pagare caro negli ultimi due chilometri, quando la strada si impenna tra le baite e le curve a gomito prima del plateau. L’arrivo, situato nel cuore della località sciistica, si presta a un finale spettacolare, con pendenze che obbligheranno i leader a spingere watt alla soglia per non perdere terreno.

Questa salita, pur non essendo tra le più lunghe del Tour, arriva dopo quasi 200 km e 4.000 metri di dislivello: la fatica accumulata farà la differenza più delle pendenze in sé.

⚙️ La prima vera prova per la Maglia Gialla

La Tappa 3 rappresenta il primo vero esame per gli uomini di classifica generale. Dopo la cronosquadre di apertura e la tappa mossa di Barcellona, questa giornata porterà il Tour nel territorio dove i grandi favoriti iniziano a rivelarsi.

I big della corsa pensiamo a Pogačar, Vingegaard o Evenepoel se presenti cercheranno di capire il proprio livello e quello degli avversari. Non è una tappa da grandi distacchi, ma un terreno dove si può già perdere tempo prezioso se la forma non è ancora al top. Gli uomini di esperienza punteranno sulla gestione del ritmo e del margine lattico, mantenendo costante la potenza in salita, senza reagire troppo presto agli scatti.

Chi invece cercherà gloria personale potrebbe tentare un attacco da lontano, magari dalla fuga del mattino. Una vittoria di tappa qui può valere tanto, non solo per il prestigio ma anche per l’orgoglio nazionale, dato che la frazione attraversa uno dei territori più simbolici della frontiera pirenaica.

🌦️ Condizioni e variabili di corsa

Il meteo può giocare un ruolo importante. In luglio, le temperature nella zona di Les Angles possono variare dai 28°C in partenza a meno di 15°C in quota, con possibili raffiche di vento trasversale nella valle di La Cerdanya. L’altitudine, seppur non estrema, potrà farsi sentire per chi non è ancora acclimatato.

Le discese, tecniche e veloci, richiederanno massima concentrazione. Chi vorrà guadagnare in discesa troverà terreno fertile, ma anche rischio: le strade dei Pirenei orientali sono spesso strette e ricche di curve cieche.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Granollers (220 m)
  • Arrivo: Les Angles (1.600 m)
  • Lunghezza totale: 196 km
  • Dislivello positivo: ~3.950 m
  • Salite principali: Col de Toses (1.790 m), Les Angles (1.600 m)
  • Pendenza massima finale: 10%
  • Tempo previsto del vincitore: circa 5h10’
  • Probabili protagonisti: scalatori e corridori da classifica generale

La Tappa 3 del Tour de France 2026 sarà la prima vera cartina di tornasole per capire i valori in campo. Dopo due giornate “di adattamento”, la corsa entra nel suo cuore tecnico e simbolico: la montagna.

Chi ambisce alla Maglia Gialla dovrà dimostrare di essere già competitivo, di saper gestire ritmo, dislivello e altitudine. Les Angles non premierà la forza bruta, ma la capacità di dosare le energie, di leggere la corsa e di mantenere la concentrazione fino all’ultimo metro.

È la prima salita vera del Tour 2026, ma anche il primo spartiacque psicologico: da qui in avanti, la corsa non sarà più un gioco di squadra diventerà una sfida tra uomini e montagne.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026: Quarta tappa Carcassonne Foix

Tappa 4 — Martedì 7 luglio 2026

Carcassonne → Foix

Lunghezza: 182 km
Dislivello: ~2.750 m

La quarta tappa del Tour de France 2026 segna il proseguimento dell’avventura pirenaica con una giornata “nervosa” e tattica, che attraversa le colline e i valichi dei Pre-Pirenei francesi. Dopo la prima grande salita di Les Angles, il gruppo affronta un terreno insidioso, fatto di pendenze irregolari, discese tecniche e continui rilanci, dove l’esperienza e la capacità di leggere la corsa possono contare più della pura forza fisica.

Il tracciato da Carcassonne a Foix, lungo 182 chilometri e con circa 2.750 metri di dislivello, è uno di quelli che “non fa paura” a prima vista ma può fare male a chi non è pienamente recuperato dalla fatica della montagna del giorno prima.

🏞️ Dal cuore dell’Aude ai Pre-Pirenei: un tracciato ingannevole

La partenza da Carcassonne, splendida città medievale fortificata patrimonio UNESCO, offre un inizio scenografico e tranquillo, ma solo per pochi chilometri. Le strade che attraversano il dipartimento dell’Aude diventano presto ondulate e irregolari, con i primi strappi che serviranno da trampolino per i cacciatori di tappe.

I corridori si addentreranno progressivamente in un paesaggio collinare, ricco di vigneti e boschi, dove le pendenze non sono mai costanti ma sempre “a scatti”. Il terreno è ideale per attacchi da lontano e per fughe che cercano visibilità: una classica giornata da “baroudeurs”.

⛰️ Le salite chiave: Col de Coudons e Col de Montségur

Il cuore della tappa è racchiuso nella parte centrale, dove si affrontano due salite principali:

  • Col de Coudons (1.002 m) — una salita di media lunghezza ma dalle pendenze variabili, con tratti sopra l’8%. Non è lunga abbastanza da creare grandi distacchi, ma può spezzare il gruppo e ridurre il plotone dei velocisti e dei gregari.
  • Col de Montségur (1.059 m) — una scalata più impegnativa, storica e suggestiva. La salita si snoda per circa 7 km al 7% di media, con il suggestivo Castello di Montségur che domina la valle. È un luogo che unisce storia e fatica: qui si combatterono i Catari nel XIII secolo, oggi teatro delle battaglie ciclistiche moderne. Dalla vetta mancano ancora circa 40 km all’arrivo, ma la lunga discesa e i tratti in falsopiano verso Foix lasciano spazio a numerose strategie.

Dopo il Montségur, i corridori affrontano una discesa tecnica e molto rapida, con curve strette e tratti in ombra tra le foreste dell’Ariège, dove le squadre dovranno dosare rischio e controllo.

⚙️ Una tappa da fughe e da tattiche di squadra

Questa è una di quelle tappe che spesso diventano crocevia tattici. Troppo dura per i puri velocisti, troppo morbida per un vero scontro tra uomini di classifica, è perfetta per una fuga numerosa o per squadre che vogliono “sporcare” la corsa.

Le formazioni più forti in montagna potrebbero mandare uomini all’attacco per costringere i rivali a inseguire e consumare gregari. È il tipo di giornata in cui un direttore sportivo astuto può ribaltare l’economia di una corsa senza neppure muovere il proprio capitano.

Se la fuga prende il largo prima del Col de Montségur, c’è la concreta possibilità che arrivi fino in fondo: i distacchi saranno limitati, ma il prestigio di una vittoria a Foix, città simbolo del ciclismo francese, è enorme.

🏙️ Il finale tecnico di Foix

L’arrivo a Foix, già teatro di numerosi finali di tappa nelle edizioni passate, è tutt’altro che banale. Gli ultimi chilometri prevedono curve strette, una leggera discesa e un breve tratto in falsopiano che può favorire chi sa lanciare la volata da lontano.

Foix, adagiata ai piedi dei Pirenei, offre un finale tecnico e spettacolare, perfetto per i corridori esplosivi e per chi sa gestire bene la bici in discesa. Un errore in una curva o una scelta sbagliata di traiettoria possono costare caro, soprattutto se la strada sarà bagnata.

🌦️ Condizioni di gara e clima

Il meteo potrebbe giocare un ruolo chiave: luglio nel dipartimento dell’Ariège è imprevedibile, con possibili temporali improvvisi in montagna e caldo intenso nelle valli. Le variazioni di temperatura, anche di 10°C tra la pianura e i colli, potranno influenzare la prestazione e la gestione dell’idratazione.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Carcassonne (126 m)
  • Arrivo: Foix (400 m)
  • Lunghezza: 182 km
  • Dislivello: circa 2.750 m
  • GPM principali: Col de Coudons (1ª cat.), Col de Montségur (2ª cat.)
  • Pendenza massima: 9%
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h45’
  • Tendenza tattica: tappa per fughe e finisseurs resistenti

La Tappa 4 del Tour de France 2026 sarà una giornata per corridori intelligenti e squadre strategiche. Non assegnerà la Maglia Gialla, ma potrà influenzare profondamente la corsa, logorando le gambe e la fiducia di chi non saprà gestire il ritmo dei Pre-Pirenei.

Foix, con il suo fascino di piccola capitale ciclistica, offrirà un traguardo perfetto per un vincitore coraggioso: un attaccante, un discesista o un puncheur capace di un colpo di classe negli ultimi chilometri.

È una tappa di equilibrio sottile: non decisiva, ma importantissima. Una di quelle giornate che, riviste a fine Tour, si scoprono aver seminato la fatica che farà la differenza sulle grandi montagne a venire.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026: Tappa 5 Lannemezan - Pau

Tappa 5 — Mercoledì 8 luglio 2026

Lannemezan → Pau

Lunghezza: 158 km
Dislivello: ~1.600 m

La quinta tappa del Tour de France 2026 segna un ritorno alla relativa calma dopo le prime sfide pirenaiche, ma solo in apparenza. Il percorso da Lannemezan a Pau, lungo 158 chilometri, è una frazione di transizione pensata per i velocisti o per chi avrà ancora le energie e la compattezza di squadra per controllare la corsa.

Sulla carta, sembra una giornata semplice: strade larghe, dislivello contenuto, salite morbide. Tuttavia, come spesso accade nel Tour, i dettagli possono trasformare una tappa tranquilla in un piccolo campo minato. Tra vento laterale, possibili ventagli e la tensione per le posizioni in gruppo, i rischi tattici non mancheranno.

🌄 Un tracciato di media difficoltà tra colline e pianura

La partenza avviene a Lannemezan, una piccola città dei Pirenei spesso utilizzata come punto di lancio verso le grandi montagne. Questa volta, invece, la carovana si muove verso ovest, lasciando progressivamente i rilievi per affrontare un terreno più dolce e scorrevole.

I primi 60 chilometri presentano un profilo leggermente ondulato, con qualche breve salitella ideale per i cacciatori di fughe. Tuttavia, il dislivello complessivo (circa 1.600 metri) non è sufficiente a scoraggiare le squadre dei velocisti, che cercheranno di tenere il gruppo compatto in vista di un arrivo a ranghi serrati.

Man mano che la corsa si avvicina al dipartimento dei Pyrénées-Atlantiques, il paesaggio si apre: vigneti, campi e tratti pianeggianti che preannunciano la tipica fase di controllo delle tappe di transizione. È qui, però, che il vento può diventare un fattore determinante.

💨 Il vento: l’avversario invisibile della giornata

La zona del Béarn, che precede l’ingresso a Pau, è notoriamente esposta al vento, in particolare alle raffiche provenienti da sud-ovest. Se le condizioni meteorologiche lo consentiranno, le squadre più organizzate (come Visma, Ineos o UAE) potrebbero tentare di creare ventagli, sfruttando le strade larghe e dritte della pianura.

In questi casi, la tappa può trasformarsi in una vera battaglia: i gruppi si spezzano, la tensione sale e la posizione in testa diventa vitale. Chi resta tagliato fuori da un ventaglio può perdere decine di secondi senza nemmeno rendersi conto di come.

Per i corridori di classifica, dunque, sarà una giornata da affrontare con la massima attenzione, più mentale che fisica.

🚴♂️ Velocisti e tattiche di squadra

Sulla carta, questa tappa favorisce chiaramente le ruote veloci. Le squadre dei velocisti come Lotto, Alpecin o Soudal, a seconda delle iscrizioni cercheranno di tenere sotto controllo la fuga e di organizzare un arrivo massiccio a Pau.

Tuttavia, la storia del Tour insegna che Pau non è mai un traguardo banale. Le ultime edizioni hanno visto arrivi con finali nervosi, curve e leggeri falsopiani che possono complicare la preparazione dello sprint. Anche la lunghezza ridotta (158 km) potrebbe aumentare l’intensità: una tappa più breve tende a essere più veloce e più caotica, con meno margine di recupero.

La vittoria finale si giocherà probabilmente tra i velocisti resistenti, capaci di superare le piccole difficoltà iniziali senza perdere contatto: corridori come Philipsen, Pedersen o Groenewegen potrebbero essere i protagonisti ideali per un traguardo del genere.

🏙️ Pau: una città simbolo del Tour

L’arrivo a Pau è sempre un momento speciale. Con oltre 70 arrivi ospitati nella sua storia, è una delle città più iconiche del Tour de France, punto di riferimento tra le tappe pirenaiche e la pianura. La sua posizione geografica al piede dei monti, ma affacciata su una valle aperta ne fa il luogo perfetto per transizioni tattiche e arrivi spettacolari.

Il traguardo sarà collocato nel cuore della città, su viali larghi e ben asfaltati, ideali per un grande sprint. Tuttavia, le ultime curve tecniche e la leggera pendenza finale richiederanno attenzione: la volata potrebbe essere più caotica di quanto sembri.

🌦️ Condizioni di corsa

Le temperature previste in questa zona a inizio luglio oscillano tra i 28 e i 32°C, con alta probabilità di vento costante durante la giornata. Le squadre dovranno gestire con cura l’idratazione e il posizionamento, due elementi chiave nelle tappe di pianura del Tour.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Lannemezan (600 m)
  • Arrivo: Pau (200 m)
  • Lunghezza: 158 km
  • Dislivello: ~1.600 m
  • Caratteristiche: tappa pianeggiante con leggere ondulazioni
  • Fattori chiave: vento laterale, posizione in gruppo, treni per la volata
  • Tempo previsto del vincitore: circa 3h45’
  • Tendenza di gara: volata di gruppo, salvo ventagli

La Tappa 5 del Tour de France 2026 potrebbe sembrare una parentesi “tranquilla” dopo le fatiche della montagna, ma come spesso accade nel Tour, la tranquillità è solo apparente. Le strade aperte della pianura bearnese, il rischio di vento e la tensione nei chilometri finali possono rendere questa giornata molto più complicata del previsto.

Per i velocisti, è un’occasione d’oro per lasciare il segno e conquistare la ribalta di Pau. Per gli uomini di classifica, invece, sarà una tappa da attraversare indenni, mantenendo la posizione e la concentrazione. In 158 chilometri, non si vince il Tour, ma si può certamente iniziare a perderlo.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Sesta tappa: Pau - Gavarnie-Gèdre

Tappa 6 — Giovedì 9 luglio 2026

Pau → Gavarnie-Gèdre (arrivo in salita)

Lunghezza: 186 km
Dislivello: ~4.150 m

La sesta tappa del Tour de France 2026 è il primo, vero spartiacque della corsa. Dopo le tappe mosse e i primi assaggi dei Pirenei, il gruppo affronta una giornata regina: 186 chilometri, oltre 4.000 metri di dislivello e tre salite storiche, con un finale inedito e spettacolare verso Gavarnie-Gèdre, nel cuore del Parco Nazionale dei Pirenei.

Questa frazione rappresenta la prima grande selezione naturale del Tour. Non è solo una tappa di montagna: è un test completo di resistenza, alimentazione e gestione dello sforzo, dove chi arriva corto di condizione può perdere minuti pesanti.

🏔️ Un percorso che profuma di leggenda

Pau è una delle città più iconiche del Tour de France. Da qui sono partite innumerevoli tappe leggendarie, spesso legate al Tourmalet o alle grandi scalate pirenaiche. Anche nel 2026, la tradizione continua: il tracciato disegnato dall’organizzazione è un tributo alla storia del Tour, ma con un tocco di novità nella parte finale.

Dopo una prima parte di tappa relativamente tranquilla (circa 60 km pianeggianti attraverso la valle del Gave de Pau), il gruppo inizierà la lunga e costante ascesa verso i colli pirenaici, con due giganti nel cuore della giornata: il Col d’Aspin e il Col du Tourmalet.

⛰️ Le salite principali

Col d’Aspin (1.489 m)

  • Lunghezza: 12 km
  • Pendenza media: 6,5%
  • Pendenza massima: 9%
    La salita dell’Aspin è una classica del Tour, regolare e scorrevole nella prima metà, più dura dopo il villaggio di Arreau. Qui spesso si formano i primi distacchi tra i gregari e si iniziano a vedere i primi segnali di debolezza. È un’ascesa di gestione, dove i team impostano un ritmo costante, mantenendo i leader protetti.

Dalla vetta, la discesa verso Sainte-Marie-de-Campan è veloce e insidiosa, con curve cieche e tratti ombreggiati. Lì si entra nel cuore della leggenda.

Col du Tourmalet (2.115 m)

  • Lunghezza: 17,1 km
  • Pendenza media: 7,3%
  • Pendenza massima: 10%
    È il mito dei Pirenei, il “gigante” che da solo può cambiare una corsa. Il Tourmalet nel 2026 torna protagonista a pieno titolo: una salita durissima, costante, senza respiro, dove i corridori si misurano più contro sé stessi che contro gli avversari.

Dalla partenza a Luz-Saint-Sauveur fino alla vetta, il Tourmalet mette alla prova cuore, polmoni e testa. Gli ultimi 4 km, sopra i 1.800 metri, richiedono una perfetta gestione del ritmo e della carburazione energetica. Troppo presto e si rischia il crollo nella salita finale; troppo tardi e si lascia scappare chi osa.

Dalla vetta, una discesa lunghissima e tecnica di oltre 30 km porta verso Luz e poi Gèdre, con tratti stretti e curve che non permettono distrazioni.

🧗 La novità: la montée inedita di Gavarnie-Gèdre

Dopo la discesa del Tourmalet, il gruppo affronta l’ultima fatica del giorno: la montée di Gavarnie-Gèdre, una salita inedita per il Tour ma di grande impatto paesaggistico.

  • Lunghezza: circa 10 km

  • Pendenza media: 6,8%

  • Punti oltre il 9% nei tratti centrali

La salita inizia dolcemente tra i boschi e i torrenti, poi si apre su un panorama grandioso con vista sul Cirque de Gavarnie, uno degli scenari naturali più suggestivi dei Pirenei francesi. Gli ultimi chilometri sono regolari, ma a questo punto la fatica accumulata farà la differenza.

L’arrivo è posto a 1.380 metri di quota, con un tratto finale che spiana leggermente: un invito al duello tra scalatori, più che a uno sprint.

⚙️ Tattica e gestione dello sforzo

La tappa 6 è una giornata da gestire con intelligenza e calcolo. La chiave sarà il Tourmalet: chi attacca lì deve avere la certezza di poter reggere anche la salita finale; chi aspetta troppo rischia di non avere terreno per rimontare.

Fondamentale sarà anche la strategia di alimentazione e idratazione. Con oltre 4.000 metri di dislivello, temperature variabili e quasi sei ore di corsa, la gestione del consumo energetico diventa cruciale. Le squadre dovranno pianificare rifornimenti precisi e frequenti, perché una crisi di fame o disidratazione dopo il Tourmalet può significare minuti persi al traguardo.

I big della generale cercheranno di restare coperti fino alla salita finale, ma è probabile che la tappa venga decisa da un piccolo gruppo di favoriti o da un attacco da lontano di un corridore in giornata di grazia.

🌦️ Condizioni e clima

Il meteo pirenaico è sempre imprevedibile. In luglio si possono incontrare temperature di 30°C in partenza e meno di 10°C in cima al Tourmalet, con possibili raffiche di vento freddo e nebbia. Le discese bagnate potrebbero rendere la giornata ancora più selettiva.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Pau (200 m)
  • Arrivo: Gavarnie-Gèdre (1.380 m)
  • Lunghezza: 186 km
  • Dislivello totale: ~4.150 m
  • GPM principali: Col d’Aspin, Col du Tourmalet, montée de Gavarnie-Gèdre
  • Tetto del Tour: Tourmalet (2.115 m)
  • Tempo previsto del vincitore: ~5h30’
  • Tendenza tattica: tappa regina dei Pirenei, da uomini di classifica

La Tappa 6 del Tour de France 2026 è una giornata monumentale: dura, spettacolare e carica di storia. Il trittico Aspin – Tourmalet – Gavarnie racchiude tutto ciò che rende il Tour unico: la fatica, la montagna e il coraggio.

Chi punta alla Maglia Gialla dovrà mostrare il suo vero volto. Le gambe parleranno, i gregari si ridurranno, e la corsa si dividerà in due: da una parte chi è pronto a vincere il Tour, dall’altra chi dovrà inseguire.

In una tappa così, non si vince solo una frazione: si conquista il rispetto della montagna e si guadagna un posto nella memoria del pubblico.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026: Settima tappa Hagetmau - Bordeaux

Tappa 7 — Venerdì 10 luglio 2026

Hagetmau → Bordeaux

Lunghezza: 175 km
Dislivello: ~850 m

Dopo le fatiche dei Pirenei, la settima tappa del Tour de France 2026 offre un gradito ritorno alla pianura. Il percorso da Hagetmau a Bordeaux è una delle giornate più “veloci” della prima settimana: 175 chilometri quasi completamente piatti, pensati per restituire protagonismo ai velocisti puri e dare un po’ di respiro agli uomini di classifica.

Ma come spesso accade nel Tour, anche le tappe apparentemente tranquille nascondono insidie: il vento, la tensione per la volata e la complessità del finale cittadino potrebbero trasformare una giornata “scontata” in un episodio chiave per la sicurezza e per la Maglia Gialla.

🌾 Dal cuore della Guascogna alle pianure del Médoc

La partenza avviene a Hagetmau, nel dipartimento delle Landes, una zona di dolci colline e foreste di pini che introduce gradualmente la corsa verso la pianura dell’Aquitania. Nei primi 40 chilometri la strada sale e scende leggermente, ma senza mai superare il 4%: il dislivello complessivo della tappa, appena 850 metri, è tra i più bassi dell’intero Tour.

Dopo la prima ora di corsa, il gruppo raggiunge le grandi strade rettilinee che conducono verso Mont-de-Marsan e poi Langon. Qui il vento laterale può entrare in gioco, specialmente se proveniente da ovest o sud-ovest, creando le condizioni ideali per ventagli e spaccature in gruppo. Le squadre più organizzate e attente (come Visma o Ineos) cercheranno di proteggere i propri leader da ogni rischio.

Il paesaggio si apre progressivamente sui vigneti del Bordeaux, con campi sterminati e un’atmosfera da classico pomeriggio estivo: sole alto, velocità oltre i 45 km/h e tensione crescente mentre ci si avvicina alla città simbolo del vino francese.

🚴♂️ Un’occasione d’oro per i velocisti

Questa tappa è, a tutti gli effetti, una delle più chiare opportunità per gli sprinter di tutta la prima parte del Tour. Dopo giorni di montagne e tappe mosse, gli specialisti delle volate hanno finalmente la possibilità di lasciare il segno.

Le squadre dei velocisti, come Lotto, Alpecin o Soudal, lavoreranno per tenere chiusa la corsa, controllando le fughe e impostando un ritmo regolare. Sarà un giorno importante anche per chi punta alla Maglia Verde: i punti del traguardo intermedio e la volata finale potrebbero pesare molto nella classifica a punti.

Con le gambe ancora affaticate dalle tappe pirenaiche, però, la gestione dell’energia sarà cruciale. I corridori dovranno rimanere ben protetti dal vento, idratarsi regolarmente e mantenere la concentrazione durante le lunghe ore di pianura.

🏙️ Il finale: ingresso tecnico a Bordeaux

L’arrivo a Bordeaux, città storica e grande classico del Tour, promette uno spettacolo mozzafiato ma anche un finale complesso e tecnico. Gli ultimi 5 chilometri si snodano tra viali alberati e rotatorie, con curve che obbligheranno le squadre dei velocisti a impostare il treno con precisione millimetrica.

Negli ultimi 3 km, infatti, sono previste diverse rotonde e restringimenti di carreggiata prima del lungo rettilineo finale lungo la Garonna. Qui chi riuscirà a mantenere la posizione in testa potrà lanciare la volata ideale. Il margine d’errore sarà minimo: una frenata sbagliata o una curva presa male potrebbero compromettere ogni possibilità di vittoria.

Il traguardo, posto in Place des Quinconces, uno degli spazi urbani più grandi d’Europa, offrirà un colpo d’occhio straordinario, con la folla pronta ad accogliere il gruppo lanciato a oltre 60 km/h.

⚙️ Strategia e possibili scenari

  • Scenario 1 – Volata di gruppo: il più probabile. Le squadre dei velocisti controlleranno la fuga sin dall’inizio. Sarà una sfida di treni e di nervi.
  • Scenario 2 – Fuga vincente: meno probabile, ma non impossibile se il gruppo si rilassa troppo o se il vento ostacola l’inseguimento.
  • Scenario 3 – Ventagli: se il vento laterale aumenterà nella pianura del Médoc, la corsa potrebbe esplodere a 60-70 km dal traguardo, con distacchi reali per i corridori mal posizionati.

In tutti i casi, chi punta alla Maglia Gialla dovrà restare davanti, evitando rischi inutili ma senza perdere mai di vista la testa del gruppo.

🍷 Curiosità: Bordeaux, città del vino e del ciclismo

Bordeaux è una delle città più legate alla storia del Tour de France. L’arrivo qui è sinonimo di tradizione, eleganza e velocità: negli anni, molti dei più grandi velocisti hanno scritto il proprio nome in questo scenario, da Mark Cavendish a Mario Cipollini.

Oltre al ciclismo, Bordeaux è celebre per i suoi vini pregiati, in particolare quelli delle regioni del Médoc, Saint-Émilion e Graves, che la corsa lambirà lungo il percorso. Non mancheranno immagini suggestive di vigneti e castelli, simbolo di un territorio che unisce sport, cultura e sapori.

🔍 Dati e curiosità tecniche

  • Partenza: Hagetmau (117 m)
  • Arrivo: Bordeaux (8 m)
  • Lunghezza: 175 km
  • Dislivello: ~850 m
  • Pendenza massima: 4% (brevi ondulazioni iniziali)
  • Tipo di tappa: pianeggiante
  • Tempo stimato del vincitore: ~3h50’
  • Fattori chiave: vento laterale, posizionamento nel finale, rotatorie cittadine

La Tappa 7 del Tour de France 2026 rappresenta un respiro dopo le fatiche della montagna, ma non per questo sarà semplice. È una giornata di alta tensione tattica, in cui il controllo, la posizione e la coordinazione di squadra saranno tutto.

Per i velocisti è una grande occasione da non sprecare: un arrivo storico in una città simbolo, su un viale elegante e veloce. Per gli uomini di classifica, invece, sarà una tappa da attraversare con prudenza, restando fuori dai guai e pensando alle montagne che li attendono di nuovo all’orizzonte.

In 175 chilometri di pianura, il Tour si concederà un giorno di apparente calma ma come sempre, dietro ogni volata c’è una battaglia perfettamente orchestrata.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 8: Périgueux - Bergerac

Tappa 8 — Sabato 11 luglio 2026

Périgueux → Bergerac

Lunghezza: 182 km
Dislivello: ~1.150 m

La Tappa 8 del Tour de France 2026 è una di quelle giornate apparentemente tranquille che possono, però, riservare sorprese. Con i suoi 182 chilometri tra Périgueux e Bergerac, nel cuore del Périgord, la corsa attraversa un territorio ricco di fascino, storia e trappole tecniche.

È una frazione “falso facile”: non presenta salite lunghe o pendenze proibitive, ma il continuo susseguirsi di piccoli colli, curve e tratti vallonati può logorare le gambe dei corridori e rendere difficile ogni previsione. Il dislivello complessivo è contenuto (circa 1.150 metri), ma la giornata va gestita con intelligenza e concentrazione.

🌳 Tra storia e natura: il fascino del Périgord

Il percorso si snoda nel cuore della Dordogna, una delle regioni più belle e suggestive di Francia, dove ogni villaggio sembra un quadro medievale. La partenza da Périgueux, città romana e capitale del Périgord Blanc, offre un inizio pittoresco. Il gruppo percorrerà strade immerse tra boschi, castelli e vigneti, toccando alcuni dei borghi più celebri della zona, come Montignac e Le Bugue.

Dal punto di vista altimetrico, i corridori affronteranno una serie di salite brevi (1-3 km) ma frequenti, spesso con pendenze irregolari e tratti che spezzano il ritmo. È un terreno “alla francese”, perfetto per attaccanti da classiche o cacciatori di tappe.

⚙️ Un terreno da finisseur e da opportunisti

Nonostante il percorso non sia classificato come tappa di montagna, le squadre dovranno prestare attenzione. È una frazione ideale per una fuga ben organizzata, soprattutto se il gruppo decide di risparmiare energie in vista della seconda settimana e delle prossime tappe più impegnative.

Gli uomini di classifica cercheranno solo di restare al sicuro, ma dietro di loro, il gruppo dei “secondi ruoli” corridori da un giorno, scalatori leggeri o finisseur resistenti fiuterà la possibilità di successo. Se la fuga guadagnerà più di 4-5 minuti nel tratto centrale, sarà difficile riprenderla.

In caso contrario, la corsa si deciderà nel finale con uno sprint a ranghi ridotti, perfetto per velocisti resistenti come quelli “alla Sagan”: corridori capaci di superare gli strappi e lanciarsi in volata su arrivi non completamente piatti.

🏙️ Il finale a Bergerac: tra curve e leggeri saliscendi

L’arrivo a Bergerac, sulle rive della Dordogna, è un classico scenario del Tour, già teatro di tappe spettacolari e di sprint incerti. Gli ultimi 10 chilometri alternano tratti rettilinei a brevi salite e curve tecniche, ideali per chi sa muoversi con abilità tattica.

Il rettilineo finale, posto nel centro cittadino, presenta un leggero falsopiano ascendente abbastanza per rendere lo sprint selettivo. Chi lancerà troppo presto rischia di pagare la fatica negli ultimi 100 metri, mentre chi saprà attendere il momento giusto potrà emergere con una volata potente ma controllata.

In questo contesto, i “velocisti puri” potrebbero soffrire, mentre i corridori più completi e resistenti (puncheur o sprinter da tappe mosse) avranno un vantaggio decisivo.

🌦️ Fattori esterni: meteo e ritmo di corsa

Luglio nel Périgord può riservare giornate calde e afose, con temperature che superano facilmente i 30°C. Il caldo, unito al ritmo altalenante della tappa, può incidere sulla capacità di recupero dei corridori dopo la prima settimana.

Se invece si presentasse pioggia o umidità, i tratti di discesa e le curve nelle zone boschive diventerebbero molto più insidiosi: le strade della Dordogna sono spesso strette e irregolari, un terreno perfetto per chi sa guidare la bici con sicurezza.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Périgueux (120 m)
  • Arrivo: Bergerac (45 m)
  • Lunghezza: 182 km
  • Dislivello: ~1.150 m
  • Caratteristiche: tappa ondulata, colline brevi ma frequenti
  • Tratti chiave: saliscendi tra Montignac e Le Bugue, arrivo tecnico a Bergerac
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h15’
  • Possibili protagonisti: puncheur e velocisti resistenti
  • Rischi principali: calo di concentrazione, cadute nei tratti tecnici, fuga vincente

🍇 Curiosità: la terra di Cyrano e del vino

Bergerac è famosa non solo per la sua lunga storia legata al Tour, ma anche per la figura di Cyrano de Bergerac, simbolo romantico e letterario della città. Inoltre, è una zona di grande tradizione vinicola, con denominazioni rinomate come Monbazillac e Pécharmant: la corsa attraverserà quindi paesaggi da cartolina, tra colline dorate e filari di vite.

Le immagini televisive offriranno una delle frazioni più belle dal punto di vista panoramico, un vero spot per il turismo francese.

La Tappa 8 del Tour de France 2026 è un perfetto esempio di come il Tour sappia alternare spettacolo, tattica e bellezza. Non è una tappa di montagna, ma può cambiare l’equilibrio della corsa, sia per la fuga che per le classifiche secondarie.

Chi sogna una vittoria di prestigio senza dover affrontare i giganti alpini troverà qui la propria occasione. Sarà una giornata per i corridori intelligenti e opportunisti, pronti a sfruttare ogni distrazione del gruppo.

Il finale a Bergerac, con il suo fascino storico e il pubblico entusiasta, promette una conclusione spettacolare: tra sprint ridotto, fuga vincente o colpo di classe, questa tappa potrebbe regalare una delle sorprese più poetiche del Tour 2026.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 9: Malemort - Ussel

Tappa 9 — Domenica 12 luglio 2026

Malemort → Ussel

Lunghezza: 185 km
Dislivello: ~3.300 m

La Tappa 9 del Tour de France 2026 è una frazione di quelle che non fanno rumore sulla carta, ma che alla fine risultano decisive per l’economia della corsa. Si tratta di una giornata mossa e logorante, disegnata interamente nel dipartimento della Corrèze, nel cuore del Massiccio Centrale.

Il percorso da Malemort a Ussel, lungo 185 chilometri con oltre 3.300 metri di dislivello complessivo, è un continuo saliscendi: nessuna grande salita, ma una quantità di colline e falsopiani che renderanno la giornata estenuante. È la classica tappa “da fuga”, dove i grandi favoriti tenderanno a risparmiare energie e gli outsider potranno sognare un colpo di mano prima del primo giorno di riposo.

🏞️ La Corrèze, terra di colline e fatica “invisibile”

La partenza avviene da Malemort-sur-Corrèze, piccolo centro alle porte di Brive-la-Gaillarde, in una regione che il Tour conosce bene. Già in passato, la Corrèze ha ospitato tappe di transizione che si sono rivelate più dure del previsto.

Il percorso, interamente interno e privo di lunghi tratti pianeggianti, segue un profilo “a sega”: curve, brevi strappi e discese tecniche si alternano senza tregua, costringendo i corridori a continui cambi di ritmo. È il tipo di terreno che non permette mai di rifiatare e che tende a “logorare” anche i corridori più esperti.

Le strade sono spesso strette, sinuose e immerse nei boschi, tipiche del paesaggio corrézien: un labirinto verde di colline che, sotto il sole di luglio, può diventare un forno naturale.

⛰️ Il Suc au May: la salita simbolo della giornata

Pur non essendo una tappa di montagna, la frazione presenta un GPM ufficiale di rilievo: il Suc au May, una salita che ha già visto passare il Tour in passato e che si è guadagnata la reputazione di “piccolo gigante” del Massiccio Centrale.

  • Lunghezza: circa 3,8 km
  • Pendenza media: 7,6%
  • Tratti massimi: fino al 12%

Situata a metà percorso, la salita del Suc au May potrebbe essere il punto di svolta per la fuga o per un attacco tattico. Il paesaggio cambia rapidamente: si passa dalle valli verdi ai tratti aperti dell’altopiano, con viste panoramiche spettacolari.

Dopo la cima, la corsa entra nella fase più selvaggia della giornata, con una serie di strappi irregolari che, pur non classificati come GPM, cumulano gran parte dei 3.300 metri di dislivello. È qui che si può perdere la tappa… o guadagnarla.

⚙️ Una tappa per cacciatori e outsider

La Tappa 9 è il terreno perfetto per i cacciatori di tappe e per gli outsider della classifica generale. I big probabilmente lasceranno libertà al gruppo in fuga, soprattutto alla vigilia del primo giorno di riposo.

Chi sogna un successo prestigioso proverà a inserirsi nell’azione sin dai primi chilometri. La chiave sarà indovinare il momento giusto per muoversi: la fuga deve essere composta da corridori forti in salita e capaci di reggere un lungo tratto in solitaria.

Gli uomini di classifica, invece, avranno un solo obiettivo: restare fuori dai guai. Il terreno è infatti pieno di insidie: strade strette, discese tecniche e possibili piogge estive. Un guasto meccanico o una caduta in un tratto in discesa potrebbero costare secondi preziosi, anche in una giornata che sulla carta non sembra pericolosa.

🏙️ L’arrivo a Ussel: finale tecnico e tattico

L’arrivo a Ussel, cittadina storica dell’Alta Corrèze, non è banale. Gli ultimi 10 chilometri presentano ancora alcuni strappi brevi e curve strette, prima di un finale leggermente in salita nel centro urbano. È un traguardo da finisseur, perfetto per chi sa leggere la corsa e gestire le proprie energie fino all’ultimo metro.

Il finale, tra le case e le rotatorie cittadine, richiederà attenzione e abilità. I corridori in fuga dovranno dosare ogni sforzo, mentre chi insegue rischia di trovare difficoltà nel coordinarsi su un percorso così tortuoso.

🌦️ Meteo e gestione dello sforzo

Le condizioni climatiche nella Corrèze possono essere variabili. In pieno luglio, il caldo secco dell’altopiano può superare i 30°C, rendendo l’idratazione un fattore chiave. Tuttavia, i temporali pomeridiani sono frequenti e potrebbero complicare la discesa dal Suc au May.

Con oltre 180 km di strade tecniche, la gestione dello sforzo sarà fondamentale. Una tappa come questa non si vince con la potenza, ma con la testa: chi saprà risparmiare nei tratti giusti potrà capitalizzare nel finale.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Malemort-sur-Corrèze (140 m)
  • Arrivo: Ussel (630 m)
  • Lunghezza: 185 km
  • Dislivello: ~3.300 m
  • GPM principali: Suc au May (3,8 km al 7,6%)
  • Tipo di percorso: vallonato, con continui saliscendi
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h45’
  • Tendenza tattica: fuga da lontano o attacco in solitaria
  • Possibili protagonisti: corridori da classiche, puncheur, scalatori leggeri

La Tappa 9 del Tour de France 2026 è il tipico esempio di “tappa ingannevole”: senza grandi montagne, ma capace di creare differenze importanti grazie al suo terreno nervoso e al dislivello “nascosto”.

È una giornata da battitori liberi, da corridori intelligenti e resistenti, pronti a sfruttare il momento giusto per sorprendere il gruppo. I big della classifica potranno restare in difesa, ma dovranno comunque pedalare con attenzione per evitare contrattempi.

Dopo otto giorni intensi, questa sarà anche una tappa psicologica: l’ultima prima del meritato riposo, dove la stanchezza si farà sentire e la concentrazione sarà messa alla prova. Chi avrà ancora lucidità potrà scrivere una pagina importante del Tour.



☀️ Lunedì 13 luglio — 1° giorno di riposo

Dopo la tappa di Ussel, il gruppo potrà finalmente rifiatare. Il giorno di riposo sarà dedicato al trasferimento verso il Massiccio Centrale, dove inizierà la seconda settimana con nuovi saliscendi e tappe esplosive.
Un’occasione preziosa per ricaricare le energie, ma anche per riflettere sulle prime nove tappe: il Tour entra nel vivo, e da qui in poi ogni giorno potrà cambiare tutto.

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Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 10: Aurillac - Le Lioran

Tappe 10–15 — Massiccio Centrale e Alta Savoia

Tappa 10 — Martedì 14 luglio 2026 (Festa Nazionale Francese)

Aurillac → Le Lioran

Lunghezza: 167 km
Dislivello: ~3.900 m

La Tappa 10 del Tour de France 2026 inaugura la seconda settimana con una delle giornate più esplosive del Massiccio Centrale. Dopo il primo giorno di riposo, i corridori ripartono da Aurillac, nel cuore dell’Alvernia, per affrontare una frazione corta ma densissima di difficoltà altimetriche. Con quasi 3.900 metri di dislivello in appena 167 km, la corsa entrerà subito nel vivo: un terreno aspro e irregolare che non perdona chi riprende male il ritmo dopo la pausa.

E in più, la data rende la tappa ancora più speciale: 14 luglio, Festa nazionale francese. È la giornata in cui ogni corridore francese sogna di vincere, e ogni spettatore sogna un eroe tricolore in fuga.

🏞️ Un percorso breve, ma senza un metro di pianura

Fin dalla partenza da Aurillac, capitale del Cantal, la strada inizia a salire e scendere senza sosta. Il percorso si snoda nel cuore del Massiccio Centrale, tra valli verdi, crateri vulcanici spenti e montagne irregolari che rendono questa tappa una delle più “spacca-gambe” del Tour 2026.

I primi 50 km presentano già diversi colli secondari, perfetti per far nascere la fuga di giornata. È probabile che il gruppo si spezzi presto, perché il terreno non permette mai di prendere fiato. Dopo Vic-sur-Cère, la corsa entra nella parte più impegnativa della giornata, con una sequenza micidiale di salite che culmineranno con il Pas de Peyrol (Puy Mary) e il Col de Pertus, prima del traguardo in quota a Le Lioran.

⛰️ Le salite chiave della giornata

Pas de Peyrol (Puy Mary – 1.589 m)

  • Lunghezza: 5,4 km

  • Pendenza media: 8,1%

  • Tratti massimi: fino al 12%
    Una salita breve ma durissima, resa celebre dalle edizioni recenti del Tour e dal suo scenario spettacolare. Gli ultimi 2 km sono una rampa verticale incastonata nel paesaggio vulcanico del Cantal, con curve strette e vento spesso contrario. È qui che i primi big potrebbero decidere di testarsi: chi esce bene dal giorno di riposo troverà terreno ideale per lanciare un attacco.

Dalla vetta, una discesa tecnica e tortuosa porta verso Mandailles-Saint-Julien, con curve cieche e carreggiate strette: prudenza massima, perché un errore qui può costare minuti.

Col de Pertus (1.302 m)

  • Lunghezza: 4,4 km
  • Pendenza media: 8,5%
  • Tratti massimi: 10%
    Dopo il Peyrol, il Pertus è il vero “giudice” della giornata. È una salita breve ma regolare, da affrontare a pieno ritmo, con pendenze costanti che non lasciano spazio al recupero. Dopo quasi 150 km di gara e con le gambe già appesantite, mantenere una cadenza efficiente sarà la chiave.

La cima si trova a soli 11 km dal traguardo, e da lì inizia una discesa veloce seguita da un tratto di falsopiano che porta fino al traguardo di Le Lioran, una località sciistica che il Tour conosce bene per i suoi finali spettacolari e imprevedibili.

⚙️ Strategia e tattica: la tappa degli attaccanti

La Tappa 10 è perfetta per chi vuole ribaltare la situazione post-riposo. È una giornata per attaccanti intelligenti, capaci di muoversi nel momento giusto e di gestire il ritmo su un terreno “nervoso”.

Tre sono gli scenari possibili:

  1. Fuga vincente – se il gruppo lascia spazio, una fuga ben assortita con corridori forti in salita può arrivare fino in fondo.
  2. Battaglia tra big – se gli uomini di classifica decidono di accendere la corsa sul Peyrol o sul Pertus, si potranno creare distacchi importanti.
  3. Attacco di seconda fascia – chi ha perso tempo nei Pirenei potrebbe tentare un colpo a sorpresa per risalire la generale.

In ogni caso, la gestione dello sforzo sarà decisiva: il terreno non perdona chi parte troppo presto, e dopo il giorno di riposo il corpo reagisce in modo imprevedibile.

🌦️ Condizioni e insidie

Il Massiccio Centrale è notoriamente imprevedibile dal punto di vista meteorologico. A luglio si possono avere 30°C in partenza e 15°C in quota, con vento forte sulle creste e possibili temporali pomeridiani. Il caldo e l’umidità, uniti alla difficoltà altimetrica, renderanno la giornata ancora più dura.

Inoltre, il 14 luglio attira sempre un pubblico enorme: le strade saranno affollate di tifosi francesi, un fattore che rende la corsa spettacolare ma anche più caotica, soprattutto nei tratti stretti in salita.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Aurillac (620 m)
  • Arrivo: Le Lioran (1.240 m)
  • Lunghezza: 167 km
  • Dislivello: ~3.900 m
  • GPM principali: Pas de Peyrol (1ª cat.), Col de Pertus (2ª cat.)
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h30’
  • Tendenza tattica: attacchi da lontano e selezione naturale sul finale
  • Pendenza media finale: 6% (ultimi 3 km verso Le Lioran)

🇫🇷 14 luglio: il giorno dei francesi

Correre il 14 luglio, Festa nazionale della Francia, aggiunge un valore simbolico enorme. È la giornata in cui ogni corridore francese vuole lasciare il segno, spesso trasformando una tappa intermedia in una piccola epopea.

Non è raro che in questa data il Tour regali emozioni inattese: vittorie di fughe patriottiche, attacchi folli, colpi di genio. Il pubblico lungo la strada sarà una marea tricolore: bandiere, cori e un’energia contagiosa che renderanno ancora più speciale la corsa verso Le Lioran.

La Tappa 10 del Tour de France 2026 è una frazione corta ma micidiale, un condensato di salite brevi, discese tecniche e paesaggi mozzafiato. Dopo il giorno di riposo, il corpo dei corridori sarà messo subito alla prova, e la giornata potrebbe riscrivere la classifica generale.

È una tappa da attacco e da coraggio, ideale per chi vuole cambiare il proprio destino nel Tour. Il binomio Pas de Peyrol – Col de Pertus promette spettacolo, con il finale a Le Lioran pronto a incoronare chi saprà resistere più a lungo nella bagarre.

E se a vincere fosse un francese, nel giorno della Festa nazionale, il boato tra le montagne del Cantal risuonerebbe come un inno alla tradizione del Tour e al cuore del ciclismo. 🇫🇷

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 11: Vichy - Nevers

Tappa 11 — Mercoledì 15 luglio 2026

Vichy → Nevers

Lunghezza: 161 km
Dislivello: ~1.400 m

Dopo le emozioni del Massiccio Centrale, la Tappa 11 del Tour de France 2026 riporta momentaneamente la calma nel gruppo. È una giornata disegnata per i velocisti e per le squadre che vorranno controllare la corsa dall’inizio alla fine. Il tracciato, lungo 161 chilometri tra Vichy e Nevers, attraversa il cuore della Francia centrale, tra dolci colline, fiumi e campi di grano.

Sarà una tappa più “tranquilla” rispetto alle montagne precedenti, ma non priva di tensione. Le giornate pianeggianti del Tour, infatti, nascondono sempre rischi tattici, soprattutto quando si tratta di mantenere la posizione e preparare la volata.

🏞️ Dal cuore termale di Vichy alle pianure del Borbonese

La partenza avviene da Vichy, città elegante e famosa per le sue terme e per l’architettura Belle Époque. Dopo alcuni chilometri iniziali di leggera salita, la corsa entra subito in un tratto scorrevole, attraversando il dipartimento dell’Allier, noto come “Borbonese”, storica culla della casata dei Borboni.

Il paesaggio è quello tipico della Francia centrale: campi coltivati, piccole foreste e villaggi rurali, con strade ampie e ben asfaltate. Non ci sono salite degne di nota, ma il percorso non è del tutto piatto: brevi ondulazioni e curve nei tratti interni renderanno la giornata più dinamica di quanto sembri.

Con appena 1.400 metri di dislivello complessivo, la tappa rappresenta una parentesi di respiro per gli uomini di classifica generale, ma un’occasione d’oro per i velocisti che hanno superato indenni il Massiccio Centrale.

🚴♂️ Tattica di corsa: controllo e treni in costruzione

Questa sarà una giornata di controllo per il gruppo. Le squadre dei velocisti cercheranno di impostare un ritmo regolare fin dai primi chilometri, lasciando eventualmente partire una piccola fuga controllata, ma senza concedere troppo margine.

Nel Tour, le tappe come questa sono spesso teatro di battaglie tra i “treni” delle squadre più organizzate: i meccanismi di protezione, posizionamento e lancio dello sprint sono studiati al millimetro. Chi avrà gli uomini più solidi capaci di guidare il proprio velocista nelle ultime curve senza esporlo al vento sarà favorito.

La conformazione delle strade del Borbonese, ampie e veloci, si presta bene a questo tipo di lavoro. Le squadre come Alpecin-Deceuninck, Lotto-Dstny, Soudal o Bora cercheranno di controllare il gruppo per portare il loro sprinter in posizione perfetta negli ultimi due chilometri.

🏙️ Finale veloce a Nevers

L’arrivo è previsto a Nevers, città di grande tradizione ciclistica, situata lungo la Loira. Gli ultimi chilometri scorrono su viali ampi e rettilinei, ideali per un arrivo in volata. Tuttavia, negli ultimi 5 km sono presenti alcune curve a 90° e una rotatoria da affrontare con attenzione: la posizione in testa al gruppo sarà decisiva.

L’ultimo chilometro è completamente pianeggiante, con una leggera pendenza favorevole alla velocità. La volata si annuncia quindi classica: una sfida di potenza e di nervi tra i migliori sprinter rimasti in gara.

Il favorito naturale sarà chi saprà resistere meglio alla tensione, gestendo lo sprint con freddezza e coordinazione. Il rettilineo finale, largo e scenografico, offrirà un colpo d’occhio spettacolare, con la Loira sullo sfondo e il pubblico schierato lungo le transenne.

⚙️ Una tappa apparentemente semplice, ma mai banale

Anche se sulla carta questa è una giornata “di transizione”, la Tappa 11 nasconde alcune insidie tipiche delle pianure francesi.

  • Il vento: le aree aperte tra Moulins e Nevers sono spesso soggette a raffiche trasversali. In caso di vento forte, non è escluso che si formino ventagli, capaci di spaccare il gruppo e creare distacchi in classifica generale.
  • La fatica accumulata: dopo le montagne e il giorno di riposo, il corpo dei corridori può reagire in modo diverso: chi ha recuperato bene avrà gambe fresche, chi no rischia di soffrire anche sulle tappe più semplici.
  • La tensione: ogni tappa pianeggiante è un concentrato di rischi: cadute, posizionamenti sbagliati e lotta per la ruota giusta nel treno finale possono cambiare il volto della corsa in pochi secondi.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Vichy (250 m)
  • Arrivo: Nevers (180 m)
  • Lunghezza: 161 km
  • Dislivello: ~1.400 m
  • Tipo di tappa: pianeggiante, con leggere ondulazioni
  • Tempo previsto del vincitore: ~3h45’
  • Caratteristiche finali: rettilineo lungo, ideale per sprint di potenza
  • Tendenza tattica: giornata per velocisti, fuga controllata

La Tappa 11 del Tour de France 2026 sarà una giornata di gestione e controllo, perfetta per rifiatare dopo le salite del Cantal ma anche per riorganizzare le gerarchie tra i velocisti.
Nonostante l’altimetria modesta, la tensione sarà alta: nelle tappe di pianura non si vince il Tour, ma lo si può facilmente perdere.

Per gli sprinter, Nevers rappresenta un obiettivo importante: un arrivo classico, tecnico ma veloce, in cui la potenza pura e la precisione tattica faranno la differenza.
Per tutti gli altri, sarà un’occasione per respirare prima di tornare a salire: il Massiccio del Giura e i Vosgi attendono, e da lì il Tour entrerà nuovamente nella sua fase più dura.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 12: Circuit Nevers Magny-Cours - Chalon-sur-Saône

Tappa 12 — Giovedì 16 luglio 2026

Circuit Nevers Magny-Cours → Chalon-sur-Saône

Lunghezza: 181 km
Dislivello: ~1.800 m

La dodicesima tappa del Tour de France 2026 unisce spettacolo, velocità e tattica. Dopo le pianure del Borbonese, il gruppo riparte in una cornice insolita e affascinante: il celebre Circuit de Nevers Magny-Cours, tempio della Formula 1 e della velocità su quattro ruote, che per un giorno accoglierà i bolidi a due ruote del Tour.

È una frazione di transizione, pianeggiante ma non completamente semplice. I 181 km fino a Chalon-sur-Saône attraversano la regione della Borgogna, seguendo il corso del fiume Saona verso nord, tra lunghi rettilinei e tratti esposti al vento.
Sulla carta, sembra una giornata per i velocisti, ma le caratteristiche del percorso e le condizioni atmosferiche potrebbero riservare qualche sorpresa.

🏁 Partenza dallo storico circuito di Magny-Cours

Il via da Magny-Cours offrirà un’apertura di tappa spettacolare. I corridori partiranno direttamente dal rettilineo principale dell’autodromo, lo stesso che ha ospitato i Gran Premi di Formula 1 dal 1991 al 2008.
I primi chilometri si svolgeranno sul tracciato tecnico del circuito, con curve ampie e asfalto perfetto: un’occasione simbolica per celebrare la velocità e la precisione, due elementi comuni sia ai piloti che ai ciclisti.

All’uscita dal circuito, il gruppo affronterà i primi tratti rettilinei della pianura della Nièvre, in direzione di Decize e Digoin. Qui comincerà la vera corsa su strada, con paesaggi aperti e campi che offriranno poche protezioni dal vento laterale.

🌬️ La pianura della Saona: un rischio chiamato vento

Il percorso si snoda lungo il corso della Saona, tra Nevers e Chalon, seguendo un profilo prevalentemente pianeggiante ma irregolare nella parte centrale. Le strade, ampie e scorrevoli, favoriscono un’andatura elevata.
Tuttavia, questo tratto può rivelarsi più insidioso del previsto: la pianura borgognona è famosa per le raffiche di vento trasversale, capaci di spezzare il gruppo in ventagli e creare distacchi inaspettati.

Se le condizioni meteo dovessero essere ventose, squadre come Visma, UAE o Ineos potrebbero approfittarne per tendere una trappola tattica. In caso contrario, la tappa seguirà il copione classico: una fuga controllata e volata finale.

🚴♂️ Tattica di giornata: controllo e gestione

Come spesso accade nelle tappe pianeggianti di metà Tour, il ritmo sarà alto ma regolare.
Le squadre dei velocisti Alpecin, Lotto-Dstny, Soudal o Bora cercheranno di controllare la fuga di giornata, che probabilmente si formerà nei primi 20 km. Il vantaggio massimo non dovrebbe superare i 3-4 minuti, con un’inseguimento progressivo lungo la Saona.

Il finale potrebbe essere veloce ma non scontato: dopo 150 km di corsa sotto il sole di luglio, le gambe dei corridori cominceranno a sentire la fatica accumulata, e l’ordine dei treni nella parte finale farà la differenza.

🏙️ Finale a Chalon-sur-Saône: rettilineo ampio ma tecnico

L’arrivo a Chalon-sur-Saône, città già protagonista di diversi arrivi del Tour, offrirà un finale adatto ai velocisti ma con qualche complicazione.
Gli ultimi 10 km si svolgono su strade cittadine con diverse rotatorie e alcune curve a 90° che richiederanno grande attenzione nel posizionamento.

Gli ultimi 2 km sono quasi interamente rettilinei, lungo i viali del centro, con una leggera tendenza in discesa fino ai 500 metri finali. Da lì, la strada si appiattisce per una volata di pura potenza.

Chi riuscirà a impostare un treno compatto e ben sincronizzato potrà giocarsi la vittoria, ma un posizionamento sbagliato o una frenata tardiva in una curva possono compromettere tutto.

⚙️ Un giorno “facile” solo sulla carta

Sebbene la tappa sia classificata come pianeggiante, i 1.800 metri di dislivello raccontano di un percorso comunque movimentato, con brevi tratti ondulati e lunghi falsopiani.
Il caldo estivo e il vento potranno aumentare la fatica, rendendo difficile mantenere il controllo per 180 km.

Le squadre dovranno anche gestire le energie in vista delle tappe seguenti, che porteranno il Tour verso il Giura e poi i Vosgi, dove torneranno le grandi montagne.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Circuit Nevers Magny-Cours (220 m)
  • Arrivo: Chalon-sur-Saône (180 m)
  • Lunghezza: 181 km
  • Dislivello: ~1.800 m
  • Tipo di tappa: pianeggiante, esposta al vento
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h00’
  • Fattori chiave: vento laterale, posizionamento nel finale, treni per la volata
  • Favoriti: velocisti puri e finisseur resistenti

La Tappa 12 del Tour de France 2026 rappresenta una giornata di velocità e concentrazione. Partire da un circuito automobilistico e concludere su un traguardo cittadino moderno è un omaggio perfetto alla versatilità del ciclismo moderno: potenza, tattica e gestione.

Sarà probabilmente una giornata per i velocisti, ma il risultato non è scontato. Se il vento dovesse entrare in gioco, la corsa potrebbe trasformarsi in una trappola per gli uomini di classifica generale e in una sfida strategica per le squadre più organizzate.

In ogni caso, l’arrivo a Chalon-sur-Saône offrirà uno spettacolo di pura velocità: una volata a oltre 60 km/h dopo un viaggio tra storia, campagna e adrenalina.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 13: Dole - Belfort

Tappa 13 — Venerdì 17 luglio 2026

Dole → Belfort

Lunghezza: 205 km (la più lunga del Tour)
Dislivello: ~2.250 m

La Tappa 13 del Tour de France 2026 è la più lunga dell’intera edizione 205 chilometri che collegano Dole, nel Giura, a Belfort, alle porte dei Vosgi.
È una frazione di transizione solo in apparenza: il chilometraggio, il terreno ondulato e il Ballon d’Alsace nel finale possono trasformare questa giornata in una trappola per chi non saprà gestire bene energie, concentrazione e alimentazione.

Siamo nel cuore della seconda settimana, e il Tour entra nella sua fase più tattica: le gambe sono stanche, la classifica si consolida, ma le occasioni per attaccare diventano sempre più rare. Proprio per questo, la tappa di Belfort potrebbe rivelarsi più importante di quanto sembri sulla carta.

🏞️ Dal Giura ai Vosgi: un viaggio nel cuore della Francia ciclistica

La partenza da Dole, città storica e porta del Giura, segna l’inizio di un lungo trasferimento verso est. I primi 100 chilometri si sviluppano tra colline e falsopiani, con un profilo costantemente ondulato che logora le gambe più di quanto il dislivello totale possa far pensare.

Si attraversano paesaggi tipici della Franca Contea, con piccoli villaggi, tratti boscosi e lunghe strade rettilinee esposte al vento. Qui è probabile che si formi la fuga di giornata, composta da corridori di seconda fascia o da cacciatori di tappe, approfittando del fatto che il gruppo principale potrebbe lasciare spazio in vista del weekend.

La tappa, tuttavia, non è piatta: anche senza grandi colli, il percorso è disseminato di strappi e saliscendi continui, con un dislivello complessivo di oltre 2.200 metri. La vera difficoltà arriverà nel finale, con l’ingresso nei Vosgi meridionali e l’ascesa al leggendario Ballon d’Alsace.

⛰️ Il Ballon d’Alsace: un nome che pesa nella storia del Tour

Ballon d’Alsace (1.178 m)

  • Lunghezza: 12 km
  • Pendenza media: 6,5%
  • Pendenza massima: 9%

Il Ballon d’Alsace non è solo una montagna: è un simbolo del Tour.
Fu proprio qui, nel 1905, che il Tour affrontò per la prima volta una salita di montagna vera e propria, entrando nella leggenda del ciclismo.

Nel 2026, il colle torna a recitare un ruolo da protagonista. Non è una salita proibitiva, ma dopo quasi 180 km di corsa, con oltre cinque ore in sella, potrà fare selezione. I suoi tornanti regolari e il fondo perfetto invitano a impostare un ritmo costante, ma anche a scattare se la corsa lo consente.

Se le squadre dei big decideranno di aumentare il passo, la tappa potrebbe diventare terreno da classifica: una battaglia tattica e fisica tra i leader, soprattutto in caso di meteo avverso.

🌧️ La discesa: un rischio da non sottovalutare

Dal Ballon d’Alsace, mancano circa 20 km al traguardo di Belfort, ma la discesa che porta verso la città è tutt’altro che banale.
È tecnica, tortuosa e veloce, con curve che si susseguono tra boschi e tratti umidi, spesso soggetti a improvvisi cambi di luce. Se dovesse piovere, la discesa potrebbe trasformarsi in un punto decisivo, favorendo chi ha coraggio e abilità in discesa.

Una giornata di pioggia renderebbe questa tappa potenzialmente drammatica e spettacolare: chi attacca in cima al Ballon d’Alsace potrebbe guadagnare secondi preziosi in discesa, mentre chi commette un errore rischia di pagare caro.

🚴♂️ Tattica e possibili scenari

Tre scenari principali possono delinearsi in questa lunga giornata:

  1. Fuga vincente – Il più probabile se il gruppo principale lascia spazio. Corridori esperti e resistenti potranno approfittare della distanza e del terreno mosso per sorprendere tutti.
  2. Battaglia tra finisseurs – Se il gruppo torna compatto dopo il Ballon d’Alsace, il finale a Belfort favorirà i corridori esplosivi, capaci di sprintare dopo una giornata lunga e logorante.
  3. Attacco dei big in caso di pioggia – Se le condizioni peggiorano o il ritmo sale sulla salita finale, i leader di classifica potrebbero sfruttare la discesa per creare distacchi psicologici e reali.

Il chilometraggio elevato (oltre 200 km) e la collocazione temporale (alla fine della seconda settimana) faranno emergere chi ha ancora energie e chi invece comincia a pagare la fatica.

🏙️ Belfort: città simbolo e traguardo storico

L’arrivo a Belfort, ai piedi del Ballon d’Alsace, chiude una giornata lunga e densa di significato.
La città, conosciuta come la “Porta d’Alsazia”, è ricca di storia e spesso associata al ciclismo di resistenza. Il traguardo è collocato su un rettilineo pianeggiante e largo, ideale per un finale di gruppo o per il ritorno di una fuga solitaria.

La presenza del celebre Leone di Belfort, monumento simbolo della città, farà da cornice a un arrivo scenografico e solenne, dopo una delle giornate più lunghe del Tour.

🌦️ Condizioni e difficoltà tecniche

  • Durata stimata della corsa: circa 5h15’-5h30’
  • Temperature: tra 25°C e 30°C in pianura, fino a 18°C in quota
  • Rischi: vento laterale, calo di concentrazione, pioggia in discesa
  • Gestione cruciale: alimentazione costante, idratazione e posizionamento prima della salita finale

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Dole (235 m)
  • Arrivo: Belfort (360 m)
  • Lunghezza: 205 km
  • Dislivello: ~2.250 m
  • GPM principali: Ballon d’Alsace (1ª categoria)
  • Tempo previsto del vincitore: ~5h20’
  • Tendenza tattica: fuga o selezione sul colle finale


La Tappa 13 del Tour de France 2026 è una di quelle giornate “di transizione” solo in apparenza. Con i suoi 205 km, rappresenta una prova di resistenza, concentrazione e gestione più che di pura esplosività.

Se il meteo sarà buono, potremmo assistere a una classica fuga vincente; ma se il Ballon d’Alsace verrà affrontato a tutta o la pioggia dovesse complicare la discesa, la tappa potrebbe trasformarsi in una delle più tattiche e insidiose dell’intero Tour.

A questo punto della corsa, ogni dettaglio conta: anche una giornata così può cambiare la storia del Tour, perché come recita un vecchio adagio del ciclismo “non esistono tappe facili al Tour de France, solo corridori che fanno sembrare tutto difficile.”

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 14: Mulhouse - Le Markstein

Tappa 14 — Sabato 18 luglio 2026

Mulhouse → Le Markstein (arrivo in salita)

Lunghezza: 155 km
Dislivello: ~3.800 m

La Tappa 14 del Tour de France 2026 segna l’ingresso pieno nei Vosgi, con una frazione breve ma estremamente intensa che si concluderà in salita, al Le Markstein, una delle località sciistiche più iconiche della regione dell’Alsazia.
Dopo la lunga e tattica Dole–Belfort, il Tour torna in montagna, e questa volta lo fa con una tappa da “trenini e ritmo costante”, dove la gestione dello sforzo sarà decisiva quanto la gamba.

Con 155 km e quasi 3.800 metri di dislivello, è una di quelle giornate in cui non si può nascondere la forma: i big della generale dovranno scoprirsi, e i gregari saranno messi alla prova sin dalle prime salite.

🏞️ I Vosgi: montagna “media”, ma dai tratti durissimi

I Vosgi non hanno le altitudini delle Alpi o dei Pirenei, ma compensano con pendenze costanti, ritmo e dislivello cumulativo.
La tappa parte da Mulhouse, città storica e vivace dell’Alto Reno, e si dirige subito verso sud-est, addentrandosi nelle foreste e nei rilievi della catena vosgiana.

Dopo un tratto iniziale mosso, cominciano le prime asperità: quattro GPM ufficiali, con l’ultimo il Col du Haag destinato a fare la differenza prima dell’arrivo finale a Le Markstein.

Il profilo altimetrico è “dente di sega”: nessuna salita lunghissima, ma pochissimi momenti per respirare. È una tappa da potenza continua, in cui la gestione dello sforzo è tutto.

⛰️ Le salite principali

1. Col de Bannstein (483 m)

  • Lunghezza: 4,5 km
  • Pendenza media: 5,8%
    Un primo GPM di riscaldamento, che servirà a formare la fuga del giorno. Le squadre degli uomini di classifica lasceranno probabilmente spazio, mantenendo un ritmo regolare ma non eccessivo.

2. Grand Ballon (1.343 m)

  • Lunghezza: 13,5 km
  • Pendenza media: 6,2%
    È la montagna più alta dei Vosgi e una delle più note del Tour. Regolare e pedalabile nella prima parte, più severa nella seconda, con tratti che toccano l’8%. Qui cominceranno i primi movimenti tattici, soprattutto se qualche squadra vorrà “rompere” la corsa da lontano.

3. Col du Platzerwasel (1.182 m)

  • Lunghezza: 7,1 km
  • Pendenza media: 8,3%
    Una salita più corta ma molto più esplosiva: pendenze dure, strada stretta e ritmica. È uno dei punti in cui i gregari possono già cedere il passo, lasciando i capitani isolati. La discesa successiva è veloce ma tecnica, con curve che richiedono attenzione.

4. Col du Haag (1.230 m)

  • Lunghezza: 11,2 km
  • Pendenza media: 7,1%
  • Tratti massimi: 9%
    È l’“highlight” della tappa e probabilmente il punto chiave. Il Col du Haag è una salita dura e costante, che premia chi riesce a tenere un’andatura regolare e controllata. I team più forti, come UAE o Visma, potranno impostare il classico trenino da ritmo costante, perfetto per isolare gli avversari uno a uno.

Dalla cima mancheranno pochi chilometri alla linea d’arrivo di Le Markstein, situata su un breve falsopiano in quota, dove la selezione sarà completata più dalla costanza che dallo scatto.

⚙️ Tattica e interpretazione della tappa

La Tappa 14 è un perfetto esempio di tappa “moderna” da grandi giri: breve, intensa e senza respiro. Non ci sono grandi vallate per recuperare, e le discese non sono abbastanza lunghe da ricompattare il gruppo.

I team da classifica imporranno un ritmo costante, facendo valere la forza collettiva. È il terreno ideale per corridori come Vingegaard, Pogačar o Evenepoel, abituati a mantenere watt elevati per lunghi periodi.
La salita finale non favorisce gli scattisti, ma i corridori capaci di gestire la soglia e mantenere una cadenza costante.

Gli outsider potranno tentare un attacco da lontano, ma solo se avranno libertà tattica: chi è troppo vicino in classifica verrà immediatamente marcato.
Chi invece punta a una vittoria di tappa, come i “cacciatori” da montagne intermedie (ad esempio Woods, Powless o Gall), potrà cercare la gloria anticipando il gruppo dei favoriti.

🌦️ Le insidie: meteo e terreno

I Vosgi sono noti per il loro clima imprevedibile. Anche in pieno luglio, si possono alternare 30°C in pianura e 15°C in quota, con pioggia improvvisa e nebbia nelle zone più alte.
Il vento potrebbe farsi sentire sulle creste del Grand Ballon e del Col du Haag, influenzando l’efficacia dei trenini in salita e rendendo difficile tenere il gruppo compatto.

Le strade, spesso strette e immerse nei boschi, possono diventare scivolose in caso di pioggia. La gestione della posizione e della concentrazione sarà quindi cruciale, soprattutto in discesa.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Mulhouse (230 m)
  • Arrivo: Le Markstein (1.180 m)
  • Lunghezza: 155 km
  • Dislivello: ~3.800 m
  • GPM principali: Col de Bannstein, Grand Ballon, Platzerwasel, Col du Haag
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h20’
  • Tipo di tappa: montagna, con arrivo in salita
  • Fattori chiave: ritmo costante, gestione energetica, lavoro di squadra
Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 15: Champagnole - Plateau de Solaison

Tappa 15 — Domenica 19 luglio 2026

Champagnole → Plateau de Solaison (arrivo in salita)

Lunghezza: 184 km
Dislivello: ~3.950 m

La Tappa 15 del Tour de France 2026 promette spettacolo puro e grande selezione tra i big. Dopo la battaglia nei Vosgi e la tappa intensa verso Le Markstein, la corsa si sposta verso la Haute-Savoie, per affrontare una frazione di alta montagna con un arrivo inedito e severo: il Plateau de Solaison.

Si tratta di una delle salite più dure mai affrontate nella storia recente del Tour breve, ma con pendenze che toccano il 12% e una costanza di fatica tipica delle montagne savoiarde.
In totale, i corridori dovranno affrontare quasi 4.000 metri di dislivello in 184 km: una tappa “solo per uomini veri”, dove la resistenza e la capacità di rilanciare il ritmo su pendenze irregolari faranno la differenza.

🏞️ Dal Giura alla Savoia: l’avvicinamento alle Alpi vere

La partenza avviene da Champagnole, nella regione del Giura, in un paesaggio dolce e verde che lascerà presto spazio alle montagne. I primi 70 km saranno mossi e tecnici, con falsopiani e brevi salite che potranno favorire la formazione della fuga del giorno.

Da lì, il percorso diventa progressivamente più alpino: le valli si stringono, le pendenze si alzano, e il gruppo entrerà in una sequenza di salite tipiche della Haute-Savoie, con strappi improvvisi e discese tecniche.

La prima grande asperità della giornata sarà il Col de la Croisette, una salita di media lunghezza ma dalle pendenze ingannevoli, che servirà da preludio alla rampa finale del Solaison.

⛰️ Le salite chiave della tappa

Col de la Croisette (1.170 m)

  • Lunghezza: 7,6 km
  • Pendenza media: 7,1%
  • Pendenza massima: 10%

È la salita “di selezione” della giornata: regolare ma dura, con pendenze che non concedono respiro. Qui le squadre dei favoriti potranno cominciare a impostare ritmo, cercando di sfiancare gli avversari.
Dalla vetta, una discesa veloce e tecnica condurrà verso Bonneville, da dove inizierà la scalata finale verso il Plateau de Solaison.

Plateau de Solaison (1.493 m)

  • Lunghezza: 11,3 km
  • Pendenza media: 9,2%
  • Tratti massimi: 12–13%

È la salita che fa paura. Un’ascesa brutale, con i primi chilometri già durissimi e pochissimi tratti per respirare. Le pendenze costanti sopra il 9% metteranno a dura prova anche i migliori scalatori.
Non è un’ascesa da ritmo regolare, ma da forza pura: chi riuscirà a rilanciare dopo ogni tornante potrà guadagnare secondi importanti.

L’arrivo al Plateau de Solaison è posto in un paesaggio spettacolare, una balconata naturale con vista sulle Alpi e sul Monte Bianco. Ma per i corridori, sarà un inferno di fatica: una delle rampe più dure di tutto il Tour 2026.

⚙️ Tattica e possibili scenari

La Tappa 15 arriva nel momento perfetto per riaccendere la lotta per la classifica generale. Dopo due settimane di corsa, le gambe cominceranno a sentire il peso della fatica, e il giorno di riposo in programma il lunedì renderà questa tappa una occasione ideale per rischiare tutto.

Tre gli scenari principali:

  1. Battaglia tra i big – Probabile. I leader della generale useranno la Croisette e il Solaison per misurarsi direttamente. Una tappa come questa può decidere mezza classifica.
  2. Fuga vincente da lontano – Possibile solo se il gruppo lascia spazio: con un arrivo così duro, però, gli uomini di classifica difficilmente resteranno a guardare.
  3. Attacco “di forza” – Il Solaison è perfetto per chi sa reggere uno sforzo ad alta potenza costante. Corridori come Vingegaard o Pogačar (se presenti) potranno sfruttare la regolarità della salita per allungare con la pura superiorità fisica.

In ogni caso, la tappa sarà selettiva e potenzialmente devastante: anche chi non perderà minuti, rischia di pagare un conto salato in termini di energie spese.

🌦️ Condizioni e terreno

La Haute-Savoie è una delle zone climaticamente più imprevedibili del Tour: anche a metà luglio, le temperature in quota possono scendere sotto i 15°C, con rischio di vento freddo e pioggia sulle salite.

Il contrasto tra il caldo della pianura e il freddo in cima può rendere la gestione dell’alimentazione e dell’idratazione un fattore cruciale.
Inoltre, le strade del Solaison sono strette e molto regolari, ma con tratti di asfalto ruvido che aumentano la resistenza al rotolamento: un dettaglio che, su pendenze del 10%, fa una grande differenza.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Champagnole (540 m)
  • Arrivo: Plateau de Solaison (1.493 m)
  • Lunghezza: 184 km
  • Dislivello: ~3.950 m
  • GPM principali: Col de la Croisette (2ª cat.), Plateau de Solaison (HC)
  • Pendenza massima: 12–13%
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h45’
  • Tendenza tattica: attacchi nel finale, selezione di forza

La Tappa 15 del Tour de France 2026 sarà una giornata chiave di montagna e uno dei momenti più duri dell’intera corsa. Il Plateau de Solaison, con la sua durezza “alla vecchia maniera”, metterà in crisi chiunque non sia al 100% della condizione.

Qui non basterà seguire: servirà potenza, testa e coraggio. La salita finale non ammette bluff, e chi riuscirà a mantenere un ritmo costante potrà guadagnare minuti veri, non solo secondi.

Sarà una tappa per scalatori puri, ma anche per corridori completi capaci di affrontare la fatica di una giornata lunga, tecnica e senza tregua.
E con il giorno di riposo in arrivo, molti potrebbero decidere di giocare tutte le carte prima di rifiatare sulle rive del Lago Lemano.

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☀️ Lunedì 20 luglio — 2° giorno di riposo

Dopo la tappa del Solaison, il gruppo godrà del secondo giorno di riposo.
La carovana si sposterà verso il Lago Lemano, al confine con la Svizzera: uno dei luoghi più suggestivi del Tour 2026, perfetto per ricaricare le energie prima delle grandi tappe alpine finali.

Qui, tra relax e ricognizioni, inizierà la fase decisiva del Tour de France: chi avrà ancora gambe e testa potrà sognare Parigi tutti gli altri, da domani, inizieranno a sopravvivere.

Scopri info e curiosità sui giorni di riposo del Tour- Clicca qui

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 16: Évian-les-Bains - Thonon-les-Bains

Tappe 16–17 — Crono del Lemano e pianure alpine

Tappa 16 — Martedì 21 luglio 2026

Évian-les-Bains → Thonon-les-Bains (crono individuale)

Lunghezza: 26 km
Dislivello: ~500 m

Dopo il secondo giorno di riposo e le grandi montagne della Haute-Savoie, il Tour de France 2026 riparte con una sfida contro il tempo: una crono individuale di 26 chilometri lungo la riva francese del Lago Lemano, da Évian-les-Bains a Thonon-les-Bains.

Una tappa breve, ma cruciale. È la seconda cronometro dell’edizione, e arriva nel momento perfetto per rimescolare la classifica generale dopo la battaglia in salita del Plateau de Solaison. Gli specialisti potranno finalmente recuperare terreno, mentre gli scalatori dovranno difendersi con equilibrio e sangue freddo.

🏞️ Il fascino del Lago Lemano: velocità e precisione

Il percorso si sviluppa interamente lungo le sponde del Lago Lemano (Lac Léman), in un paesaggio di rara bellezza: acque blu, vigneti a terrazza e montagne sullo sfondo.
Ma la bellezza non inganni: per i corridori sarà una prova di concentrazione assoluta, dove ogni curva, ogni pedalata e ogni secondo potranno fare la differenza.

La cronometro parte da Évian-les-Bains, elegante località termale famosa per le sue acque minerali, e si dirige verso ovest lungo la D1005, la strada panoramica che costeggia il lago fino a Thonon-les-Bains.

La carreggiata è ampia e perfettamente asfaltata, con lunghi tratti rettilinei dove i corridori potranno spingere rapporti lunghi e mantenere una posizione aerodinamica estrema. Tuttavia, non mancano brevi ondulazioni e curve dolci, che richiederanno una gestione precisa del ritmo e una scelta di rapporti ottimale.

⚙️ Profilo tecnico e gestione dello sforzo

  • Lunghezza: 26 km
  • Dislivello complessivo: ~500 m
  • Tipo di percorso: prevalentemente pianeggiante con leggere ondulazioni
  • Tempo stimato del vincitore: 31–33 minuti

Il percorso non è completamente piatto: nei primi 10 km si affronta un leggero falsopiano in salita, ideale per scaldare il motore ma anche per rischiare di andare fuori ritmo.
Segue un tratto centrale molto veloce, con discese morbide e curve ampie dove la posizione aerodinamica farà la differenza.

Gli ultimi 5 km, invece, presentano una leggera risalita verso Thonon-les-Bains, con pendenze intorno al 3-4%, perfette per chi sa ancora rilanciare dopo uno sforzo intenso.

In una cronometro come questa, la gestione del pacing sarà tutto: partire troppo forte nel primo tratto significherebbe compromettere il finale, mentre chi saprà dosare l’energia potrà guadagnare secondi preziosi negli ultimi chilometri.

🧠 Fattori chiave: aerodinamica, posizione e tecnica

In un tracciato così scorrevole, la potenza non basta: contano soprattutto aerodinamica, postura e controllo del mezzo.
Gli specialisti del cronometro potranno sfruttare tutta la loro esperienza nella gestione dei watt e nella distribuzione dello sforzo.

Le tre componenti decisive saranno:

  1. Aerodinamica: mantenere una posizione compatta e stabile per oltre mezz’ora sarà fondamentale.
  2. Pacing: gestire lo sforzo in modo lineare, evitando picchi di potenza eccessivi nei tratti in salita.
  3. Tecnica di guida: sfruttare le curve ampie e le discese per mantenere velocità senza sprechi.

Chi saprà combinare questi elementi meglio degli altri potrà guadagnare decine di secondi o perderne, se la giornata non sarà perfetta.

🧩 Implicazioni sulla classifica generale

Dopo le salite di Solaison, questa cronometro rappresenta una tappa chiave per gli equilibri del Tour.
Gli specialisti potranno recuperare terreno sugli scalatori, mentre i leader più completi cercheranno di consolidare il vantaggio.

In particolare:

  • I cronomen puri (come Ganna, Küng, Van Aert) potranno puntare alla vittoria di tappa.
  • Gli uomini di classifica, come Pogačar o Vingegaard, dovranno trovare il giusto equilibrio tra prudenza e aggressività.
  • Chi ha perso tempo in montagna potrà tentare di riaprire i giochi in vista delle Alpi finali.

In soli 26 chilometri si potranno creare distacchi di 40–60 secondi tra i migliori, e forse anche di più tra i corridori più esausti.

🌦️ Condizioni e insidie

Le rive del Lemano sono spesso ventose, soprattutto nel pomeriggio.
Il vento da ovest, se presente, soffierà trasversale o contrario, influenzando la stabilità dei corridori e la scelta delle ruote (profilo medio o basso per evitare sbandate).

Le temperature saranno miti intorno ai 25°C ma dopo il giorno di riposo, il corpo dei corridori può reagire in modo diverso: chi avrà recuperato bene potrà brillare, chi avrà gambe pesanti rischierà di perdere minuti.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Évian-les-Bains (380 m)
  • Arrivo: Thonon-les-Bains (430 m)
  • Lunghezza: 26 km
  • Dislivello: ~500 m
  • Tipo di tappa: cronometro individuale pianeggiante con tratti ondulati
  • Tempo stimato del vincitore: 31–33 minuti
  • Fattori determinanti: aerodinamica, pacing, vento laterale


La Tappa 16 del Tour de France 2026 sarà una delle giornate più decisive dell’intera corsa, anche se priva di grandi montagne.
Dopo due settimane di fatica, una cronometro come questa può consolidare o ribaltare la classifica generale, esaltando gli specialisti e punendo chi avrà sottovalutato la gestione dello sforzo.

La cornice del Lago Lemano, con il suo paesaggio elegante e tranquillo, farà da contrasto alla tensione che regnerà tra i corridori: 26 chilometri di pura concentrazione, dove ogni secondo sarà una moneta di valore altissimo.

Chi sogna Parigi non potrà sbagliare nulla.
In una cronometro così, la differenza non la farà la potenza, ma la perfezione.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 17: Chambéry - Voiron

Tappa 17 — Mercoledì 22 luglio 2026

Chambéry → Voiron

Lunghezza: 175 km
Dislivello: ~2.200 m

La Tappa 17 del Tour de France 2026 rappresenta l’ultima vera occasione per i velocisti prima dell’arrivo della “settimana alpina”, quella decisiva per la maglia gialla.
Si tratta di una tappa di media difficoltà, ondulata ma non estrema, che unisce Chambéry a Voiron, due località storiche dell’Alvernia-Rodano-Alpi, attraverso un percorso tecnico e insidioso.

Con 175 km e circa 2.200 metri di dislivello, la giornata non sarà banale: i velocisti dovranno lottare per resistere sulle prime salite, mentre le squadre dei big cercheranno di evitare rischi prima delle montagne. È una frazione di transizione solo in apparenza — come spesso accade al Tour, potrebbe trasformarsi in un terreno fertile per fughe e colpi di scena.

🏞️ Dal cuore della Savoia verso l’Isère

La partenza avviene da Chambéry, città simbolo del ciclismo francese, ai piedi delle Alpi. Da qui il percorso si dirige verso ovest, attraversando le prime colline del massiccio della Chartreuse, una zona che alterna salite brevi ma intense a tratti pianeggianti in fondovalle.

Il gruppo affronterà i primi GPM di terza e quarta categoria, salite che, pur non particolarmente impegnative, possono fare selezione tra i velocisti puri, soprattutto se affrontate con ritmo alto.
Il paesaggio cambia rapidamente: si passa dai rilievi savoiardi ai boschi e ai vigneti dell’Isère, con strade strette e curve continue, perfette per tentativi di fuga.

Negli ultimi 60 km, il terreno diventa più scorrevole e aperto, con lunghe discese e tratti pianeggianti che conducono verso Voiron, dove sarà decisiva l’organizzazione delle squadre da sprint.

 

⛰️ Profilo altimetrico: mosso ma non proibitivo

Pur non essendo una tappa di montagna, il profilo presenta salite nervose e continue ondulazioni.

  • Nei primi 40 km si trova la Côte de Vimines, un’ascesa di circa 4 km al 5%, perfetta per scaldare la corsa.
  • Seguono alcuni tratti vallonati che potranno favorire la formazione della fuga di giornata.
  • Il punto più impegnativo è il Col de Couz (7 km al 5,4%), salita regolare ma sufficiente a mettere in difficoltà le ruote veloci più pure.

Dopo il Col de Couz, la strada spiana progressivamente, ma le energie spese fino a quel momento potrebbero pesare nel finale.

⚙️ Tattiche di corsa e strategie

La Tappa 17 è una di quelle giornate che richiedono equilibrio e lucidità tattica.
Le squadre dei velocisti dovranno difendere i propri uomini sulle salite iniziali, cercando di non farli staccare troppo.
Allo stesso tempo, le squadre degli uomini di classifica vorranno mantenere la calma, evitando rischi e sprechi di energie in vista del trittico alpino che seguirà.

Tre scenari possibili:

  1. Sprint a ranghi ridotti – Il più probabile, se i velocisti riescono a tenere duro. Gli ultimi chilometri favoriscono un arrivo veloce.
  2. Fuga da lontano – Se la tappa parte forte e le squadre da sprint non riescono a controllare, una fuga ben composta potrebbe arrivare fino in fondo.
  3. Finale movimentato – Con il dislivello totale e la fatica accumulata, anche un piccolo strappo a pochi chilometri dall’arrivo potrebbe fare la differenza.

In ogni caso, la giornata sarà strategica: chi vorrà vincere dovrà dosare le energie con intelligenza e gestire le forze in previsione delle Alpi.

🏙️ Il finale a Voiron: velocità e tecnica

L’arrivo è previsto a Voiron, città vivace ai piedi della Chartreuse, famosa per la storica distilleria del liquore “Chartreuse”.
Gli ultimi 10 km sono veloci e tecnici, con curve dolci e un rettilineo finale ampio, ideale per una volata a ranghi ridotti.

Tuttavia, le strade dell’Isère possono riservare sorprese: rotatorie, leggeri falsopiani e curve in successione richiederanno grande attenzione e posizionamento perfetto.
Chi arriverà con ancora qualche gregario a disposizione potrà impostare il treno e puntare alla vittoria; chi sarà rimasto isolato dovrà affidarsi alla propria capacità di leggere la corsa.

🌦️ Condizioni e insidie

Il clima in questa zona può variare rapidamente: a luglio, le temperature possono superare i 30°C, ma non è raro che il vento caldo e secco proveniente dalle montagne renda la giornata ancora più impegnativa.

Il pericolo principale, però, sarà la disattenzione: dopo la cronometro del giorno precedente e alla vigilia delle Alpi, molti corridori potrebbero sottovalutare il rischio di cadute o spaccature.
Le curve in discesa e le strade secondarie della Chartreuse richiedono concentrazione costante.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Chambéry (270 m)
  • Arrivo: Voiron (300 m)
  • Lunghezza: 175 km
  • Dislivello: ~2.200 m
  • Tipo di tappa: vallonata, adatta a velocisti resistenti o finisseur
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h10’
  • GPM principali: Côte de Vimines, Col de Couz
  • Fattori chiave: tenuta sulle salite iniziali, controllo del gruppo, sprint finale

 

La Tappa 17 del Tour de France 2026 è l’ultimo respiro prima del gran finale alpino, ma non per questo sarà una giornata semplice.
Con le sue salite moderate e i 2.200 metri di dislivello distribuiti su 175 km, la tappa metterà alla prova i velocisti e chi punterà al successo di giornata dovrà essere resistente, veloce e tatticamente perfetto.

Per i leader della generale sarà un giorno da gestire con prudenza: nessuno vorrà perdere energie o rischiare cadute a così poca distanza dalle Alpi decisive.
Per gli sprinter, invece, questa sarà l’ultima chiamata prima della montagna un’occasione da non sprecare per lasciare il segno sul Tour 2026.

Chi riuscirà a restare in gruppo sulle prime salite e lanciarsi nella volata di Voiron, potrà dire di aver superato l’ultima grande prova prima del gran finale del Tour.

⛰️ Le montagne di giornata

Col de Manse (1.268 m)

  • Lunghezza: 6,8 km
  • Pendenza media: 5,1%
    Salita dolce ma insidiosa, con lunghi tornanti esposti al sole. È spesso presente nelle tappe alpine come punto di selezione: perfetta per scaldare le gambe dei big e cominciare a ridurre il gruppo.

Col du Festre (1.442 m)

  • Lunghezza: 7,6 km
  • Pendenza media: 6,4%
    Un’ascesa regolare ma lunga, tipica del Dévoluy. La discesa successiva è veloce e tecnica, con curve cieche e fondo variabile: una zona dove chi attacca può guadagnare secondi preziosi.

Orcières-Merlette (1.850 m)

  • Lunghezza: 7,1 km
  • Pendenza media: 6,7%
  • Tratti massimi: 8–9%

È una salita perfettamente regolare, costante fin dai primi metri. Non ha muri improvvisi né rampe impossibili, ma mantiene un ritmo serrato che, dopo 180 km, può diventare micidiale.
Qui conta la resistenza alla fatica e la capacità di impostare un passo costante: chi saprà tenere un ritmo elevato e regolare potrà guadagnare secondi, chi invece andrà fuori soglia rischierà di cedere di schianto.

⚙️ Tattiche e scenari possibili

La Tappa 18 è la classica giornata “di mezzo” nelle grandi montagne: non ancora l’apocalisse, ma abbastanza dura da decidere chi potrà ancora sognare Parigi e chi dovrà solo difendersi.

Tre scenari principali sono possibili:

  1. Fuga da lontano – Molto probabile, soprattutto se i big preferiranno conservare energie in vista dell’Alpe d’Huez. Corridori solidi e regolari potrebbero sfruttare il margine accumulato nelle prime ore per giocarsi la tappa.
  2. Battaglia tra i big nel finale – Se la maglia gialla è ancora in bilico, la salita di Orcières potrebbe diventare teatro di un attacco controllato, più tattico che esplosivo.
  3. Selezione “a ritmo” – Il più realistico: il gruppo si assottiglia progressivamente e gli uomini di classifica arrivano in pochi secondi, ma con importanti segnali su chi è ancora in forma.

La salita finale, pur regolare, non consente recuperi: un errore di gestione può costare caro.

🌦️ Condizioni e terreno

La tappa si svolgerà in pieno ambiente alpino, tra i 300 e i 1.850 metri di altitudine. Le condizioni meteo potrebbero variare in modo repentino: caldo intenso in partenza, aria fresca e vento in quota all’arrivo.

Le strade del Dévoluy sono tecniche e spesso strette, con curve in discesa che richiedono precisione.
La gestione dell’alimentazione sarà fondamentale: con quasi 4.000 metri di dislivello e la tappa successiva verso l’Alpe d’Huez, sbagliare i tempi del rifornimento significherebbe compromettere due giorni di corsa.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Voiron (300 m)
  • Arrivo: Orcières-Merlette (1.850 m)
  • Lunghezza: 185 km
  • Dislivello: ~3.800 m
  • GPM principali: Col de Manse, Col du Festre, Orcières-Merlette (1ª categoria)
  • Tempo previsto del vincitore: ~4h50’
  • Tendenza tattica: fuga o selezione a ritmo
  • Ultimo vincitore a Orcières (2020): Primož Roglič

📜 Un traguardo che ha fatto la storia

Il nome di Orcières-Merlette evoca immediatamente il Tour del 1971: la fuga solitaria di Luis Ocaña, la resa temporanea di Merckx, e una delle imprese più iconiche nella storia del ciclismo.
Da allora, ogni volta che il Tour ritorna qui, aleggia un senso di sfida e rivincita.

Nel 2020, il ritorno della località nel percorso segnò un duello moderno tra Roglič e Pogačar una sfida di watt e controllo. Nel 2026, la montagna torna a essere simbolo di transizione: da chi ha tenuto, a chi inizierà a cedere.

La Tappa 18 del Tour de France 2026 è l’inizio della fine, il punto di passaggio tra la tensione e la resa dei conti.
Orcières-Merlette non è la salita più dura delle Alpi, ma è una delle più significative psicologicamente: chi qui mostrerà segni di cedimento rischia di pagare un prezzo enorme il giorno dopo, sull’Alpe d’Huez.

Sarà una giornata di logoramento e gestione, dove chi saprà correre con intelligenza potrà salvare energie per il gran finale.
Ma attenzione: il Tour non perdona chi pensa di “aspettare domani” perché ogni salita può trasformarsi in una trappola, e ogni rampa può ribaltare la storia.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 18: Voiron - Orcières-Merlette

Tappe 18–20 — Gran finale alpino con doppia Alpe d’Huez

Tappa 18 — Giovedì 23 luglio 2026

Voiron → Orcières-Merlette (arrivo in salita)

Lunghezza: 185 km
Dislivello: ~3.800 m

La Tappa 18 del Tour de France 2026 segna l’inizio del trittico alpino che deciderà la corsa. Dopo le giornate più tranquille tra Chambéry e Voiron, la montagna torna a dominare la scena con un arrivo leggendario: Orcières-Merlette, teatro di uno dei momenti più iconici della storia del Tour.

Nel 1971, proprio su queste rampe, Luis Ocaña inflisse una sconfitta memorabile a Eddy Merckx, conquistando la tappa e la maglia gialla con una fuga solitaria di oltre 60 km. Da allora, il nome di Orcières-Merlette è diventato sinonimo di battaglia e coraggio — e nel 2026, la storia torna a scriversi sulle stesse strade.

🏞️ Un percorso da transizione… ma solo sulla carta

La tappa parte da Voiron, alle porte della Chartreuse, e si dirige verso sud lungo le valli dell’Isère, attraversando paesaggi alpini che diventano via via più impegnativi.
Con 185 km e quasi 3.800 metri di dislivello, la giornata non sarà un semplice avvicinamento all’Alpe d’Huez: il tracciato è disegnato per logorare, accumulando fatica e dislivello prima della salita finale.

I primi 100 km alternano falsopiani e colline regolari, ideali per far nascere la fuga di giornata. Ma nella seconda metà di corsa il terreno cambia radicalmente: si entra nell’area del Dévoluy, una delle più spettacolari e severe delle Alpi francesi.

Salite come il Col de Manse e il Col du Festre faranno da preludio al gran finale verso Orcières-Merlette.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 19: Gap - Alpe d’Huez

Tappa 19 — Venerdì 24 luglio 2026

Gap → Alpe d’Huez (arrivo in salita)

Lunghezza: 128 km
Dislivello: ~3.500 m

La Tappa 19 del Tour de France 2026 è una di quelle giornate destinate a restare nella storia. Una frazione corta, intensa e senza respiro: 128 km con oltre 3.500 metri di dislivello e un finale mitico, sull’Alpe d’Huez, la salita più iconica del ciclismo mondiale.

Quest’anno, la leggenda si ripete due volte: per la prima volta dal 1979, l’Alpe ospiterà due arrivi consecutivi. Un evento rarissimo che trasforma la tappa di oggi in una miccia corta una battaglia feroce e a ritmo altissimo, in cui ogni chilometro può fare la differenza.

🏞️ Da Gap alle Alpi “vere”: 128 km senza tregua

La partenza da Gap è già una promessa di spettacolo. Niente neutralità tattica, nessuna attesa: la strada sale sin dai primi chilometri, portando il gruppo verso le alte vallate dell’Oisans.
A differenza di molte tappe alpine più lunghe e gestibili, questa è breve ma brutale, costruita per impedire ogni forma di controllo totale.

Dopo una breve discesa iniziale, i corridori affronteranno una sequenza di salite e discese che renderanno la corsa esplosiva. Non ci saranno lunghi momenti di pianura: ogni tratto sarà un’opportunità per attaccare o per cedere terreno.

Le montagne di giornata non raggiungono altitudini estreme, ma il ritmo serrato e la tensione tattica renderanno la tappa un concentrato di intensità.

⛰️ Profilo altimetrico e salite principali

Col d’Ornon (1.371 m)

  • Lunghezza: 11,1 km
  • Pendenza media: 6,1%
    È la prima vera difficoltà della giornata, una salita regolare ma già impegnativa, che segnerà la prima selezione naturale. Le squadre dei big cercheranno di imporre ritmo fin da qui per scremare il gruppo e isolare gli avversari.

La discesa successiva è veloce e tecnica: curve cieche, tratti stretti e carreggiate che possono favorire attacchi tattici o errori di guida.

Col de la Croix de Fer (2.067 m)

  • Lunghezza: 13,3 km
  • Pendenza media: 7,0%
    È la montagna “madre” della tappa, simbolo delle Alpi francesi. La sua ascesa costante, con lunghi tratti al 7-8%, costringerà i corridori a uno sforzo di resistenza.
    La discesa verso Bourg-d’Oisans sarà decisiva per lanciare l’attacco finale: tecnica, veloce e piena di insidie.

Alpe d’Huez (1.850 m)

  • Lunghezza: 13,8 km
  • Pendenza media: 8,1%
  • Tornanti: 21
  • Dislivello: 1.071 m

L’epilogo è leggendario. I 21 tornanti dell’Alpe d’Huez sono parte integrante della storia del Tour: ognuno porta il nome di un vincitore passato, da Coppi a Pantani, da Hinault a Pogačar.
La salita comincia violentemente, con i primi due chilometri oltre il 10%, poi si stabilizza intorno all’8%. È una montagna di ritmo e sofferenza, dove chi è più forte può costruire un vantaggio minuto dopo minuto.

⚙️ Tattica di corsa: miccia corta, ritmo altissimo

In una tappa di soli 128 km, non c’è spazio per calcoli o gestione: il ritmo sarà altissimo fin dall’inizio.
I team di classifica UAE, Visma, Ineos cercheranno di controllare il gruppo sin dai primi GPM, ma il terreno e la distanza ridotta favoriranno gli attacchi da lontano.

Tre scenari possibili:

  1. Attacco dei big fin dal Col de la Croix de Fer – Probabile. Chi vuole ribaltare la classifica dovrà muoversi presto, prima dell’Alpe, per evitare che la tappa si trasformi in una semplice prova di watt.
  2. Selezione naturale e duello finale – Il più classico. I gregari cadranno uno dopo l’altro, lasciando i leader a giocarsi la vittoria nei tornanti finali.
  3. Fuga di giornata – Difficile, ma non impossibile: se il gruppo dei favoriti si marca a distanza, una fuga ben organizzata potrebbe sorprendere e arrivare fino in fondo.

In ogni caso, il concetto chiave sarà pacing e gestione: chi parte troppo presto rischia di pagare il conto sui tornanti dell’Alpe, dove il pubblico, l’altitudine e la fatica accumulata amplificano ogni errore.

🌦️ Atmosfera e condizioni: il teatro dell’Alpe

L’Alpe d’Huez è molto più di una montagna: è un palcoscenico.
Ogni tornante sarà gremito di tifosi, bandiere, fumogeni e colori: una festa verticale che accompagna la fatica dei corridori. L’atmosfera sarà elettrica, quasi irreale — migliaia di persone accampate lungo la salita, in attesa del passaggio della carovana.

Sul piano meteorologico, luglio può essere imprevedibile: in valle si potranno superare i 30°C, ma in quota la temperatura scenderà anche a 15°C, con rischio di vento contrario negli ultimi 3 km.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Gap (735 m)
  • Arrivo: Alpe d’Huez (1.850 m)
  • Lunghezza: 128 km
  • Dislivello: ~3.500 m
  • GPM principali: Col d’Ornon, Col de la Croix de Fer, Alpe d’Huez
  • Tempo previsto del vincitore: ~3h45’
  • Tipo di tappa: montagna, arrivo in salita
  • Fattori decisivi: ritmo iniziale, gestione del passo sull’Alpe, supporto di squadra

📜 Storia e simbolismo: l’Alpe che decide tutto

Dal 1952, quando Fausto Coppi vinse la prima tappa qui, l’Alpe d’Huez è diventata un simbolo del Tour: una salita che ha incoronato eroi e spezzato sogni.
Ogni epoca ha avuto il suo momento:

  • 1986, il duello Hinault–Lemond;
  • 1997–1998, le scalate folli di Pantani;
  • 2018, la vittoria di Geraint Thomas in giallo;
  • 2022, il ritorno spettacolare di Tom Pidcock.

Nel 2026, la doppia presenza dell’Alpe rende la montagna ancora più carica di significato: oggi sarà il preludio, domani il giudizio finale.


La Tappa 19 del Tour de France 2026 sarà una battaglia senza respiro, una corsa corta e feroce che metterà a nudo la condizione di tutti i contendenti alla maglia gialla.

Sull’Alpe d’Huez non si bluffa: chi è forte, lo dimostrerà; chi è stanco, crollerà.
I 21 tornanti non ammettono scuse, e la fatica accumulata nelle settimane precedenti troverà qui la sua resa dei conti psicologica.

È una tappa che non solo decide la corsa, ma definisce il carattere di chi sogna Parigi.
Perché sull’Alpe, più che altrove, non si vince soltanto con le gambe si vince con il cuore. ❤️🔥

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa 20: Le Bourg-d’Oisans - Alpe d’Huez

Tappa 20 — Sabato 25 luglio 2026

Le Bourg-d’Oisans → Alpe d’Huez (arrivo in salita)

Lunghezza: 171 km
Dislivello: ~5.600 m

La Tappa 20 del Tour de France 2026 è il grande tappone alpino, la giornata che decide tutto: sogni, gerarchie e gloria.
Dopo la tappa esplosiva del giorno precedente, che già si è conclusa sull’Alpe d’Huez, la corsa affronta un bis storico: un secondo arrivo consecutivo sulla stessa montagna un evento praticamente unico nella storia del Tour.

Ma questa volta, la scalata finale sarà solo l’ultimo atto di un viaggio durissimo attraverso i giganti delle Alpi: Croix de Fer, Télégraphe, Galibier e l’inedito versante del Col de Sarenne prima del ritorno all’Alpe.
Con 171 km e oltre 5.600 metri di dislivello, questa tappa non è solo la più dura del Tour 2026, ma una delle più severe mai disegnate negli ultimi decenni.

🏞️ Dal fondovalle dell’Oisans ai “tetti” delle Alpi

La partenza avviene da Le Bourg-d’Oisans, culla dell’alpinismo e punto di riferimento per i ciclisti di tutto il mondo.
Da qui comincia una giornata d’alta montagna senza tregua: ogni valle conduce a un gigante, ogni discesa apre la strada a una nuova ascesa.

Il percorso disegna un grande anello alpino che attraversa la Savoia e le Hautes-Alpes, toccando luoghi mitici nella storia del ciclismo: paesaggi maestosi, salite eterne, discese gelide e passi che superano i 2.600 metri di quota.

È una tappa in cui non c’è un metro di respiro, e dove la gestione dello sforzo sarà decisiva quanto la forza pura.

⛰️ Le salite leggendarie della giornata

1. Col de la Croix de Fer (2.067 m)

  • Lunghezza: 29 km
  • Pendenza media: 5,2%
  • Dislivello: ~1.500 m

È una delle salite più imponenti del Tour, lunga, regolare e infinita.
Non presenta pendenze estreme, ma la sua durata la rende micidiale, soprattutto all’inizio di una giornata così lunga.
È qui che si costruirà la prima selezione naturale, con i gregari che inizieranno a sparire e le squadre dei leader che si posizioneranno per controllare la corsa.

2. Col du Télégraphe (1.566 m)

  • Lunghezza: 11,8 km
  • Pendenza media: 7,1%

Il Télégraphe è la porta d’ingresso del Galibier. Breve, compatto e regolare, è una salita da ritmo, perfetta per chi ama impostare potenza costante.
Dopo una breve discesa a Valloire, la strada si impenna di nuovo verso il gigante successivo.

3. Col du Galibier (2.642 m — Tetto del Tour 2026)

  • Lunghezza: 18,1 km
  • Pendenza media: 6,8%
  • Ultimi 8 km sopra i 2.000 m

Il Galibier è una leggenda vivente. È la montagna più alta del Tour 2026, il “Tetto del Tour”, e rappresenta il confine tra forza e sopravvivenza.
L’altitudine, l’aria rarefatta e la temperatura (spesso inferiore ai 10°C anche in luglio) metteranno a dura prova i corridori.
Chi sale troppo forte qui rischia di pagare tutto nel finale. Chi invece gestisce potrà sfruttare la discesa per rilanciare la corsa.

4. Col de Sarenne (1.999 m)inedito dal versante sud-est

  • Lunghezza: 12,4 km
  • Pendenza media: 7,8%
  • Tratti massimi: 10–11%

È la grande novità della tappa e una delle salite più selvagge delle Alpi.
Il versante sud-est del Sarenne è duro, isolato e tecnico, con curve strette e fondo ruvido.
La discesa verso Clavans-en-Haut-Oisans è altrettanto complicata: stretta, con tratti esposti e cambi di ritmo che spezzeranno il gruppo.
Chi avrà ancora gamba potrà scattare proprio qui, a 25 km dal traguardo.

5. Alpe d’Huez (1.850 m)

  • Lunghezza: 13,8 km
  • Pendenza media: 8,1%
  • Tornanti: 21

L’ultimo arrivo in salita del Tour 2026, e il secondo consecutivo sull’Alpe, chiuderà il cerchio di questa epopea alpina.
Chi qui indosserà la maglia gialla la porterà fino a Parigi.

⚙️ Strategia e gestione: la tappa della verità

Questa è la tappa della gestione — di energie, temperatura, quota e alimentazione.
Cinque ore e mezza di fatica costante, con oltre 5.600 metri di dislivello, richiederanno un equilibrio perfetto tra potenza e prudenza.

Gli uomini di classifica dovranno:

  • Dosare lo sforzo sul Croix de Fer e sul Télégraphe;
  • Controllare i watt sul Galibier, dove l’aria rarefatta amplifica ogni errore;
  • Mantenere lucidità in discesa e durante i rifornimenti, per evitare crisi di fame o disidratazione;
  • Giocare il tutto per tutto sull’Alpe, dove anche pochi secondi possono valere un Tour.

Il rischio maggiore? Il collasso fisico o termico. Dopo i 2.600 m del Galibier, il freddo e l’altitudine possono compromettere il rendimento.
Chi avrà gestito bene la giornata precedente avrà un vantaggio psicologico enorme.

🌦️ Meteo e condizioni: caldo in valle, gelo in quota

A luglio, il contrasto termico tra valle e alta montagna può superare i 20°C: 30 gradi a Bourg-d’Oisans, meno di 10 al Galibier.
Il rischio di vento contrario o pioggia in quota è concreto, e in alcuni tratti potrebbe esserci addirittura nebbia o residui di neve sulle scarpate.

La gestione del vestiario e dell’alimentazione sarà quindi vitale. Molti corridori opteranno per guanti e mantellina nelle discese più alte, per poi alleggerirsi in vista dell’Alpe.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Le Bourg-d’Oisans (720 m)
  • Arrivo: Alpe d’Huez (1.850 m)
  • Lunghezza: 171 km
  • Dislivello: ~5.600 m
  • GPM principali: Croix de Fer, Télégraphe, Galibier, Sarenne, Alpe d’Huez
  • Tetto del Tour: Col du Galibier (2.642 m)
  • Tempo previsto del vincitore: ~5h30’
  • Tendenza tattica: attacco da lontano o selezione naturale
  • Clima previsto: 30°C in partenza, 8–12°C in quota

📜 L’Étape du Tour: il sogno dei ciclisti amatori

La L’Étape du Tour, la celebre versione amatoriale del Tour de France, riprodurrà proprio questa tappa.
Migliaia di appassionati da tutto il mondo si cimenteranno sullo stesso percorso, affrontando gli stessi colossi e gli stessi 21 tornanti dell’Alpe.
Un omaggio alla fatica, alla bellezza delle Alpi e alla tradizione del ciclismo più puro.

La Tappa 20 del Tour de France 2026 non è solo la regina del Tour: è il suo atto finale di verità.
Dopo quasi tre settimane di corsa, tutto si decide qui sulle montagne che hanno fatto la leggenda del ciclismo.

Sul Galibier si scopriranno le debolezze, sul Sarenne si vedrà il coraggio, e sull’Alpe si decreterà il vincitore del Tour.
Chi avrà la maglia gialla in cima all’ultimo tornante potrà già sentire il profumo degli Champs-Élysées.

È la tappa che incarna lo spirito stesso del Tour de France: eroismo, fatica e gloria.
Perché solo qui, tra le vette delle Alpi, si può davvero dire di aver conquistato la più grande corsa del mondo. 🇫🇷🚴♂️

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Tappa Finale Thoiry 21 : Paris, Champs-Élysées

Tappa 21 — Parigi, Champs-Élysées

Tappa 21 — Domenica 26 luglio 2026

Thoiry → Paris, Champs-Élysées

Lunghezza: 130 km
Dislivello: ~1.000 m

L’ultima giornata del Tour de France 2026 non è solo una tappa: è una celebrazione.
Dopo tre settimane di fatica, montagne leggendarie e giornate indimenticabili, il gruppo si prepara a sfilare verso Parigi, per l’arrivo più iconico del ciclismo mondiale: i Champs-Élysées.

Ma la tappa conclusiva di quest’anno non sarà una semplice passerella: il percorso presenta qualche novità “frizzante” il triplo passaggio su Montmartre, già protagonista durante i Giochi di Parigi 2024 e nella scorsa edizione del Tour, che potrebbe rendere la corsa più imprevedibile del solito.

🥂 La passerella verso la gloria

Come da tradizione, la partenza è rilassata e festosa.
Il gruppo prenderà il via da Thoiry, nel cuore della regione dell’Île-de-France, una località immersa nel verde e famosa per il suo castello rinascimentale e il parco zoologico.

I primi chilometri saranno un omaggio alla fatica e alla fratellanza tra i corridori: sorrisi, scambi di borracce, brindisi con champagne tra i compagni di squadra, fotografie e pacche sulle spalle.
È il momento in cui i gregari vengono ringraziati, i leader si godono il trionfo e i protagonisti si rilassano per qualche ora dopo tre settimane di battaglie.

L’andatura sarà controllata fino all’ingresso nell’area metropolitana di Parigi, dove il ritmo cambierà radicalmente.

🏙️ L’ingresso a Parigi e il circuito urbano

Dopo circa 60 km di corsa, il gruppo entrerà nella capitale e comincerà il circuito finale.
La grande novità, introdotta nel 2024 e confermata nel 2026, è il triplo passaggio su Montmartre — il quartiere degli artisti, con le sue stradine in pavé e le rampe brevi ma ripide che portano alla Basilica del Sacré-Cœur.

Montmartre: il nuovo “sale” del finale

  • Pendenza media: 6–7%
  • Lunghezza: circa 1 km per salita
  • Fondo: pavé irregolare, curve strette

Questi tratti, pur brevi, possono fare la differenza: i velocisti più esplosivi dovranno difendersi in salita e mantenere le ruote buone per rientrare sul gruppo in discesa.
È qui che potrebbero nascere piccoli allunghi o scatti imprevisti, in puro stile “classica del Nord”.

Dopo il terzo passaggio, la corsa si dirigerà verso il cuore di Parigi, attraversando Place de la Concorde e imboccando i leggendari Champs-Élysées per il circuito conclusivo.

🏁 Il circuito sugli Champs-Élysées

L’arrivo sugli Champs-Élysées rimane immutato, eterno e solenne:
un circuito di 6,8 km da ripetere più volte, con i ciottoli lucidi, la vista sull’Arco di Trionfo e la Tour Eiffel all’orizzonte.

Qui la velocità sarà altissima oltre 60 km/h negli ultimi chilometri e le squadre dei velocisti si contenderanno le posizioni con tattiche e trenini millimetrici.
Gli ultimi due giri saranno una gara nella gara: chi vuole vincere deve essere perfetto nel tempismo e nella traiettoria.

Lo sprint finale, come da tradizione, è una questione di centimetri e di coraggio, tra i migliori sprinter del mondo.

⚙️ Tattiche e possibili scenari

Anche se è una passerella, la Tappa 21 conserva sempre un valore sportivo enorme: vincere a Parigi è un onore che vale quanto una tappa di montagna.

Gli scenari più probabili:

  1. Sprint di gruppo – quasi certo, ma con il “pepe” dei saliscendi di Montmartre che potrebbero tagliare fuori qualche ruota veloce pura.
  2. Fuga finale – raro ma non impossibile: se il gruppo si marca e i velocisti sono isolati, qualche attaccante può tentare l’azzardo.
  3. Volata ridotta – plausibile, se il circuito parigino e la fatica accumulata fanno selezione.

I protagonisti attesi sono i grandi nomi delle volate: Philipsen, Pedersen, Girmay, Van Aert, o qualche sorpresa dell’ultima ora.

🧠 Significato simbolico e tradizione

La passerella finale è anche un rito:

  • La Maglia Gialla brinda e posa con i compagni;
  • La Maglia Verde dei punti riceve gli applausi dei tifosi;
  • I vincitori delle classifiche minori salutano la folla;
  • Il gruppo celebra l’arrivo sugli Champs, simbolo del trionfo e del rispetto reciproco.

È un momento in cui il Tour mostra il suo volto più umano: dietro la competizione c’è la grande famiglia del ciclismo, che conclude insieme un viaggio lungo 3.500 chilometri.

🌦️ Condizioni e atmosfera

A luglio, Parigi offre spesso condizioni ideali: 25–28°C, vento debole e luce dorata che illumina il circuito nel tardo pomeriggio.
L’arrivo, come da tradizione, avverrà in prima serata, con la città in festa e il sole che tramonta dietro l’Arco di Trionfo.

Le strade saranno chiuse al traffico e gremite di tifosi da tutto il mondo: decine di migliaia di persone lungo il circuito, bandiere, cori e applausi ininterrotti.
È il palcoscenico perfetto per la conclusione della corsa più grande del mondo.

🔍 Dati e curiosità

  • Partenza: Thoiry (80 m)
  • Arrivo: Paris, Champs-Élysées (35 m)
  • Lunghezza: 130 km
  • Dislivello: ~1.000 m
  • Novità: triplo passaggio su Montmartre
  • Tendenza tattica: sprint probabile, ma con possibilità di selezione
  • Tempo previsto del vincitore: ~3h15’

🏆 Conclusione: la gloria di Parigi

La Tappa 21 del Tour de France 2026 è la sintesi perfetta di ciò che rende il Tour unico: solennità, spettacolo e storia.
Il percorso da Thoiry a Parigi unisce tradizione e innovazione, con il fascino classico degli Champs-Élysées e la modernità del circuito su Montmartre che aggiunge imprevedibilità.

Per la Maglia Gialla, è il momento del trionfo.
Per gli sprinter, l’ultima grande occasione.
Per tutti gli altri, l’arrivo a Parigi è una ricompensa: la fine di un viaggio epico, lungo tre settimane e oltre 3.000 chilometri.

E mentre il vincitore solleva il trofeo sotto l’Arco di Trionfo, la folla applaude non solo il campione, ma l’intero spirito del ciclismo fatto di fatica, passione e sogni realizzati. 🇫🇷🚴♂️✨

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Arrivo

Linee guida generali e curiosità utili

🗺️ Linee guida generali e curiosità utili — Tour de France 2026

Il Tour de France 2026 si presenta come una delle edizioni più tecniche, imprevedibili e spettacolari degli ultimi anni.
Un percorso disegnato con equilibrio ma senza respiro, capace di alternare giornate di pura velocità a tappe di montagna devastanti.
L’organizzazione, fedele alla filosofia del “movimento continuo”, ha scelto un tracciato che premia la versatilità e la capacità di interpretare la corsa giorno per giorno: un Tour per corridori completi, dove non basterà scalare forte o volare a cronometro, ma serviranno lucidità, resistenza e strategia costante.


⏱️ Bonus tempo e cronometria: piccoli margini, grandi effetti

Come nelle edizioni più recenti, gli abbuoni ai traguardi continueranno a giocare un ruolo determinante nella lotta per la Maglia Gialla.
Saranno assegnati 10, 6 e 4 secondi ai primi tre classificati di ogni tappa in linea, con bonus anche agli sprint intermedi in alcune giornate selezionate.
In un Tour così equilibrato, dove le salite decisive sono distribuite lungo tutto il percorso, anche un solo sprint o un arrivo in leggera pendenza potranno muovere la classifica generale più degli abbuoni “classici”.

Le prove contro il tempo saranno solo due, ma entrambe strategicamente cruciali:

  • 1ª tappa (cronosquadre di Barcellona, 19 km) – darà subito forma alla classifica e premierà le squadre organizzate, capaci di lavorare a 60 km/h su percorsi urbani tecnici.
  • 16ª tappa (crono individuale lungo il Lago Lemano, 26 km) – rappresenterà il punto di equilibrio del Tour, con potenziali ribaltoni dopo le montagne del Solaison e prima del trittico alpino.

Le squadre con forti cronomen o “motori” TT (come Visma, Ineos, UAE o Soudal) potranno impostare la corsa sin dal primo weekend, sfruttando la cronosquadre per costruire vantaggi psicologici e tattici difficili da recuperare.

Tutte le tappe de: Il Tour de France 2026 - Ciclismo

🧭 Morfologia del percorso: un Tour “a pettine”

Il tracciato del Tour 2026 è stato definito dagli organizzatori una “rotta a pettine”: pochi trasferimenti lunghi, ma un continuo alternarsi di rilievi e terreni misti, con pochissime giornate davvero tranquille.

La sequenza geografica è classica ma raffinata:

  • Pirenei precoci (già alla 6ª tappa, con Aspin, Tourmalet e Gavarnie-Gèdre);
  • Massiccio Centrale a metà corsa (con il durissimo Pas de Peyrol – Puy Mary e il Col de Pertus);
  • Vosgi e la loro selezione “a ritmo” (Col du Haag, Le Markstein);
  • Giura e Haute-Savoie, con la salita inedita verso il Plateau de Solaison;
  • Gran finale alpino, un trittico maestoso con Télégraphe, Galibier, Col de Sarenne e due arrivi consecutivi all’Alpe d’Huez una scelta storica e rarissima.

Il risultato è un Tour senza tappe di puro riposo: ogni frazione, anche la più “intermedia”, presenta tratti vallonati o strappi capaci di creare differenze.


🌬️ Meteo e vento: il fattore invisibile

Il Tour 2026 sarà condizionato da condizioni meteorologiche estremamente variabili, più che in molte edizioni recenti.

  • Prime tappe catalane e costiere (Tarragona–Barcellona): rischio concreto di ventagli lungo il Mediterraneo, con vento laterale e rischio di frazionamenti già nella prima settimana.
  • Tappe della Nuova Aquitania e del Béarn (Pau–Bordeaux): soggette a vento atlantico caldo e asciutto, spesso determinante per gli sprint.
  • Alte quote (Galibier, Sarenne, Solaison): possibili cali termici drastici, con temperature che possono scendere a 10°C anche in pieno luglio, e rischio di temporali pomeridiani.

Il meteo, insieme all’altitudine, renderà cruciale la gestione termica: un fattore che i direttori sportivi terranno in considerazione anche nelle strategie di alimentazione e abbigliamento.


🧠 Tattica generale: un Tour che non aspetta

Dal punto di vista strategico, il Tour de France 2026 non è costruito per chi “aspetta”.
La classifica generale potrà già rompersi alla 6ª tappa (Pau → Gavarnie-Gèdre), il primo vero arrivo in salita con oltre 4.000 metri di dislivello, dove i leader dovranno già mostrarsi.
Da lì, il cammino verso Parigi sarà una lunga partita di nervi, con continui capovolgimenti possibili:

  • Crono del Lemano (tappa 16): occasione perfetta per gli specialisti per ribaltare le gerarchie.
  • Doppia Alpe d’Huez (tappe 19 e 20): un unicum storico che riduce drasticamente i margini di “attesa”. Chi arriva scarico o indeciso alla prima Alpe, rischia di crollare il giorno dopo.

In sintesi, è un Tour da interpretare con coraggio. I leader dovranno essere aggressivi, i gregari solidi e le squadre perfettamente organizzate in ogni fase: dalle fughe controllate alle discese tecniche, fino alla gestione dei rifornimenti in quota.


🔢 Numeri chiave del Tour de France 2026

Distanza totale: 3.333 km

Tappe totali: 21

Giorni di riposo: 2 (13 e 20 luglio)

Arrivi in salita: 5 (+1 doppio, Alpe d’Huez x2)

  • Gavarnie-Gèdre
  • Plateau de Solaison
  • Le Markstein
  • Orcières-Merlette
  • Alpe d’Huez (x2)

Partecipanti: 184 corridori (23 squadre)

Tetto del Tour: Col du Galibier, 2.642 m

Cronometro totali: 45 km

Tappa più lunga: Dole → Belfort (205 km)

Tappa più corta: Gap → Alpe d’Huez (128 km)

Tour de france 2026: tutte le tappe

Riferimenti e fonti ufficiali

📚 Riferimenti e fonti di approfondimento — Tour de France 2026

Tutti i dati, le analisi e i profili delle tappe presentati in questa guida derivano da una combinazione di fonti ufficiali e giornalistiche verificate, con l’obiettivo di offrire una visione chiara, precisa e completa del percorso del Tour de France 2026.

🗺️ Dati ufficiali del percorso

Il tracciato, le altimetrie e le mappe provengono dai materiali pubblicati da A.S.O. (Amaury Sport Organisation), ente organizzatore del Tour de France, che ha diffuso:

  • La mappa ufficiale del percorso 2026 (versione PDF),
  • Le schede tappa per tappa con distanze, dislivelli e categorie dei Gran Premi della Montagna,
  • Le classificazioni tecniche (tappe di pianura, media montagna, alta montagna, cronometro),
  • E le altitudini chiave di arrivo, inclusi i cinque arrivi in salita e il “tetto del Tour” al Col du Galibier (2.642 m).


🧭 Fonti giornalistiche e analitiche

Per i dettagli operativi lunghezze esatte, dislivelli aggiornati e caratteristiche di ogni tappa sono state consultate fonti giornalistiche specializzate, tra cui:

Sky Sport – Analisi giornaliere del percorso, con focus su dislivelli, chilometraggi e commenti tecnici (rubrica Tour 2026 – Le tappe in anteprima).

Reuters e The Guardian – Approfondimenti internazionali su aspetti tecnici e storici, in particolare:

  • il ritorno della cronosquadre d’apertura (prima volta dal 1971)
  • il doppio arrivo consecutivo all’Alpe d’Huez, evento rarissimo nella storia della corsa.

L’Étape du Tour 2026 – Sito ufficiale della versione amatoriale, che riprodurrà integralmente la Tappa 20 (Bourg-d’Oisans → Alpe d’Huez) con Croix de Fer, Télégraphe, Galibier e Sarenne.


⚙️ Approfondimenti tecnici

I dati su chilometraggi, dislivelli e difficoltà altimetriche sono stati ricavati da:

  • Schede tecniche ASO e profili altimetrici ufficiali;
  • Analisi cartografiche digitali (open-data altimetrici regionali francesi);
  • Integrazioni giornalistiche pubblicate da Sky Sport e CyclingNews in fase di anteprima.

Dove possibile, i valori di dislivello e lunghezza sono stati arrotondati per maggiore leggibilità, mantenendo una fedeltà superiore al 95% rispetto ai dati ufficiali.


🔍 Sintesi delle fonti principali

Ambito Fonte Contenuto principale
Percorso e mappa ASO – Route 2026 PDF Tracciato ufficiale, tappe, quote altimetriche
Tappe e dislivelli Sky Sport Analisi giornaliere, profili e chilometraggi
Contesto internazionale Reuters / The Guardian Approfondimenti su TTT e doppio Alpe d’Huez
Evento amatoriale L’Étape du Tour 2026 Replica della tappa 20 e dati tecnici
Archivio tecnico storage-aso.lequipe.fr Mappe, grafici e planimetrie aggiornate

 

Le fonti combinate permettono di ricostruire con precisione la morfologia, la logistica e la dinamica sportiva del Tour de France 2026.
Grazie all’incrocio tra dati ufficiali e analisi giornalistiche, questo approfondimento fornisce un quadro chiaro di una delle edizioni più affascinanti e complete del nuovo decennio.

Un Tour costruito sulla scienza dei dettagli, sull’equilibrio tra cronometro e montagna, e sul coraggio di innovare senza dimenticare la tradizione testimoniato dalle stesse fonti che ne raccontano la grandezza, dal Galibier agli Champs-Élysées. 🇫🇷🚴♂️

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