Miti e leggende delle salite epiche: il fascino delle montagne nel ciclismo

Le montagne hanno sempre rappresentato una sfida suprema per l’essere umano. Nel ciclismo, queste cattedrali naturali sono il teatro di imprese eroiche, battaglie epiche e drammi umani. Le salite iconiche come l'Alpe d'Huez e il Passo dello Stelvio non sono solo segmenti di strada da percorrere: sono simboli di grandezza, sogni e sofferenza, che hanno contribuito a costruire la leggenda di questo sport.
Le montagne come sfida eterna
Fin dagli albori del ciclismo professionistico, le montagne hanno giocato un ruolo cruciale. Il primo Tour de France nel 1903 evitò deliberatamente le salite più dure per paura che fossero troppo per i corridori. Tuttavia, solo pochi anni dopo, nel 1910, i Pirenei vennero introdotti nel percorso. La reazione fu di incredulità: molti corridori si rifiutarono persino di partecipare. Tuttavia, quella decisione segnò l'inizio di un'epoca in cui la montagna sarebbe diventata il palcoscenico più spettacolare del ciclismo.
Salite come il Tourmalet nei Pirenei o il Galibier nelle Alpi divennero subito leggendarie. Con il tempo, ogni grande corsa a tappe – dal Giro d’Italia alla Vuelta a España – ha creato le sue montagne simbolo, trasformando quelle strade scoscese e tortuose in santuari per tifosi e ciclisti.

L’Alpe d’Huez: la “Montagna degli Olandesi”
Tra tutte le salite del ciclismo, poche possono vantare la fama dell’Alpe d’Huez. Situata nelle Alpi francesi, questa ascesa è diventata una delle mete più iconiche del Tour de France. Lunga 13,8 km con una pendenza media dell'8,1%, l'Alpe d'Huez è celebre per i suoi 21 tornanti, ognuno dedicato a un vincitore di tappa che ha conquistato questa salita.
La leggenda dell'Alpe d'Huez iniziò nel 1952, quando Fausto Coppi vinse la prima tappa con arrivo sulla cima, in una giornata di caldo opprimente. Tuttavia, la sua consacrazione avvenne negli anni '70 e '80, quando i ciclisti olandesi iniziarono a dominare su questa montagna. Grandi campioni come Joop Zoetemelk e Hennie Kuiper conquistarono la vetta, attirando migliaia di tifosi olandesi che trasformarono l'Alpe d’Huez in una sorta di enclave orange.
Il fascino dell'Alpe d'Huez risiede anche nella sua accessibilità e nella spettacolarità del paesaggio. I tifosi si accampano lungo la strada giorni prima dell'arrivo, creando un'atmosfera festosa e vibrante che rende ogni passaggio una celebrazione del ciclismo.

Il Passo dello Stelvio: la maestà delle Alpi italiane
Se l'Alpe d'Huez è il simbolo delle salite francesi, il Passo dello Stelvio rappresenta l'epitome del ciclismo in Italia. Situato nelle Alpi Retiche, lo Stelvio è una delle strade più alte d'Europa, con una cima a 2.758 metri. La sua ascesa è un test di resistenza e determinazione: 24,7 km di salita con una pendenza media del 7,4% e un totale di 48 tornanti che si snodano come serpentine sul fianco della montagna.
La storia dello Stelvio è profondamente intrecciata con il Giro d'Italia. La sua prima apparizione nel 1953 è stata epica: Fausto Coppi scattò sull'ultima salita, lasciando indietro Hugo Koblet e vincendo il Giro in quella che è ancora ricordata come una delle più grandi imprese nella storia del ciclismo.
Lo Stelvio è anche noto per le sue condizioni estreme. A causa della sua altitudine, il tempo può cambiare rapidamente, con nevicate improvvise anche a giugno. Questo contribuisce al suo fascino mitico: affrontare lo Stelvio significa sfidare non solo la montagna, ma anche gli elementi.
Altre salite leggendarie
Oltre all'Alpe d'Huez e al Passo dello Stelvio, molte altre salite hanno guadagnato un posto nella storia del ciclismo:
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Mont Ventoux: Soprannominato il "Gigante della Provenza", questa salita francese è nota per la sua brutalità e per il paesaggio lunare della sua cima. La tragica morte di Tom Simpson nel 1967 ha aggiunto un'aura drammatica a questa montagna.
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Colle dell'Agnello: Al confine tra Italia e Francia, questa salita è una delle più dure del ciclismo, con pendenze che superano il 10% negli ultimi chilometri.
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Angliru: Situato in Spagna, è una delle salite più ripide al mondo, con rampe che raggiungono il 23,5%. Introdotto nella Vuelta nel 1999, l'Angliru è temuto e venerato dai ciclisti.
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Passo Gavia: Celebre per le condizioni glaciali durante il Giro d’Italia del 1988, quando i ciclisti affrontarono una tormenta di neve che trasformò la tappa in una lotta per la sopravvivenza.
Il fascino delle montagne
Che cosa rende le montagne così affascinanti per il ciclismo? In parte è la sfida fisica: affrontare pendenze del 10% o più per decine di chilometri richiede una combinazione di forza, resistenza e tattica. Ma è anche una questione di narrazione: le montagne sono dove i grandi campioni si distinguono e dove le leggende vengono create.
Ogni salita ha la sua personalità unica. L'Alpe d'Huez è spettacolare e accessibile, il Mont Ventoux è spietato e isolato, mentre lo Stelvio è maestoso e imprevedibile. Questo legame tra luogo e carattere aggiunge una dimensione emotiva alle salite, rendendole memorabili per tifosi e ciclisti.

Il ruolo dei tifosi
Un altro elemento che contribuisce alla mitologia delle salite è il ruolo dei tifosi. Durante le grandi corse a tappe, le strade di montagna si trasformano in un palcoscenico per i fan, che creano un’atmosfera unica. Le immagini di tifosi che corrono accanto ai ciclisti, incitandoli (o a volte ostacolandoli), sono parte integrante dello spettacolo.
Questa vicinanza tra atleti e pubblico è rara nello sport professionistico e contribuisce a rendere il ciclismo un'esperienza condivisa. I tifosi diventano parte della storia, celebrando i successi e soffrendo insieme ai loro eroi.
Le montagne come simbolo
Le montagne rappresentano l'essenza del ciclismo. Salite come l'Alpe d'Huez e il Passo dello Stelvio non sono solo luoghi fisici, ma anche simboli di ciò che rende questo sport speciale: la sfida, la resistenza, la passione e il dramma umano. Ogni tornante, ogni cima conquistata racconta una storia di fatica e trionfo.
Per i ciclisti professionisti, queste salite sono il banco di prova definitivo. Per i tifosi, sono una fonte inesauribile di ispirazione. E per il ciclismo nel suo insieme, le montagne continueranno a essere il cuore pulsante di questo sport epico.